Golf, Wells Fargo: Harman batte Johnson, 4° giro: crollo di Molinari

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Stefano Olivari

Il putt di Brian Harman alla buca 18 nel quarto giro del Wells Fargo Championship 2017 (Getty)Il
Harman

L'americano è riuscito a piegare nel finale, grazie a uno straordinario putt, il connazionale e numero 1 del mondo Dustin Jonhson. Molinari, eccellente per tre giorni, ha invece avuto una pessima domenica scivolando al trentunesimo posto 

L'americano Brian Harman ha vinto il Wells Fargo Championship, disputatosi a Wilmington (North Carolina) superando nel finale due conanzionali, il numero 1 del mondo Dustin Johnson e Pat Perez. Nell'ultima giornata di gara crollo di Francesco Molinari, perfetto fino a sabato.

Super putt

Il colpo che resterà nella memoria è senz'altro il putt di Harman alla buca 18 del quarto giro: 7 metri e una freddezza clamorosa, per impedire a Dustin Jonhson di vincere il suo quarto torneo consecutivo. Il numero 1 del mondo era al rientro dopo l'infortunio alla schiena che lo ha tenuto per sei settimane lontano dalle gare (e fuori dal Masters): dopo i primi due giorni così così, sabato ha cambiato passo ed è andato a giocarsi la vittoria colpo a colpo con Harman e Pat Perez. Qui Harman è stato superiore, cancellando dalla mente alcuni brutti putt precedenti (in particolare alla 15), chiudendo le ultime due buche con due birdie e conquistando il suo secondo torneo PGA in carriera dopo il John Deere Classic del 2014, che lo qualificò al British Open. Per lui meno 10 totale rispetto al par, contro i meno 9 di Johnson e Perez e i meno 8 dello spagnolo Jon Rahm, giocatore del futuro che ormai è anche del presente.

Francesco Molinari

Un discorso a parte lo merita il giocatore torinese, che ha entusiasmato giovedì e venerdì, conquistando la testa, ed è andato bene anche sabato chiudendo a meno 6 (due colpi di distanza dal leader). Domenica un 75, 3 sopra il par, figlio di un cattivo gioco corto, con 5 bogey, lo ha fatto crollare verticalmente in classifica, fino al trentunesimo posto. Peccato, perché Molinari ha dimostrato, non soltanto in North Carolina, di poter avere lo stesso passo dei migliori: poi fra essere al top tre giorni invece di quattro c'è tutta la differenza che passa fra alzare i trofei e ricevere complimenti.