Lavallén: "Ci hanno minacciati, ma Dio è giusto"

Calcio
Pablo Lavallén, allenatore dell'Atletico Tucuman, durante l'intervista nel post partita

L'allenatore dell'Atletico Tucuman, dopo l'incredibile odissea vissuta a Quito, è furioso nonostante la vittoria contro il Nacional: "Siamo rimasti fermi in aeroporto per due ore, siamo entrati in campo senza fare riscaldamento, ci hanno minacciato dicendo che non avremmo giocato la partita"

Un’odissea a lieto fine. Una favola destinata a restare per sempre nella storia del calcio sudamericano. La vittoria dell’Atletico Tucuman a Quito contro il Nacional sfocia nell’epica, nel romanzo popolare. Un successo in Copa Libertadores arrivato dopo un volo perso, dopo due ore di attesa in aeroporto, dopo aver smarrito i borsoni con le divise e dopo aver persino chiesto in prestito le maglie e pantaloncini alla Nazionale under 20 dell’Argentina.

Le minacce - Un racconto destinato a diventare leggenda, una vittoria magica che però non ha calmato gli animi dei dirigenti del Tucuman. Pablo Lavallén, allenatore della squadra, è particolarmente furioso a fine partita, nonostante la vittoria per 1-0: “Non so di chi sia la colpa, siamo rimasti fermi in aeroporto per due ore! Siamo entrati in campo senza fare riscaldamento, ci hanno minacciato dicendo che non avremmo giocato la partita… ma Dio è giusto, Dio è giusto!”, urla a gran voce Lavallén, strappando quasi il microfono al giornalista.

Anche Daniel Hourcade, allenatore della Nazionale argentina di rugby, esalta l'impresa del Tucuman: "Come hanno giocatoo bene i ragazzi del Tucuman: quando sembrava non esserci più speranza, ecco spuntare il cuore"