Inter, super Longo al Girona: "La mia nuova vita"

Liga
Samuele Longo esulta dopo un gol con la maglia del Girona
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Dalla NextGen Series vinta nel 2012 con la maglia dell'Inter alle tante, difficili, esperienze in prestito. In questa stagione però l'attaccante italiano sta dimostrando continuità di rendimento in Segunda spagnola, nel Girona. Ecco la sua intervista esclusiva 

C’era una volta Samuele Longo, attaccante dell’Inter che negli ultimi anni ha girato parecchio in prestito, tra Espanyol, Verona, Rayo, Cagliari e Frosinone. “In passato mi cercò anche il Real Madrid per farmi giocare nel Castilla”. Oggi c’è Samuele LongoL, attaccante sempre di proprietà nerazzurra ma che nel Girona - Serie B spagnola - ha trovato la consonante vincente e ritrovato il sorriso, grazie al campo: a fine marzo è arrivato a 30 presenze stagionali. Trenta e… gol! Perché il ragazzo di Valdobbiadene sta segnando a raffica, come non mai in carriera: 12 reti e record personale assoluto bello che raggiunto. Nel dettaglio: un gol ogni 136 minuti. Chiedergli - in esclusiva - se è felice risulta quasi banale. “Felice? Felicissimo. Sono tornato a divertirmi dopo tanto tempo. Certe emozioni non le respiravo da un po’. Tolta l’esperienza all’Espanyol, questa è la prima volta in cui credono davvero in me. Sai, fare spezzoni di partita non è semplice e negli ultimi anni non ho mai avuto modo di mettermi in mostra come avrei voluto. Trovare la porta con questa regolarità è una grande soddisfazione”. Che potrebbe diventare grandissima se dovesse centrare la promozione in Liga con la sua squadra. “Le prime due classificate salgono dirette, ora siamo secondi a più otto sulla terza. E’ da un paio di anni che questo club ci arriva davvero molto vicino, senza però avere successo. Speriamo sia l’anno buono”. Ah, piccolo appunto: il Girona non è mai stato in Liga nella sua storia.

Dei dodici gol in campionato, l’ultimo è sicuramente il più bello, un vero capolavoro che ha mandato in estasi una Girona intera, nonostante la sconfitta contro il Cadice. Il perché ce lo racconta lui in esclusiva: "Ero girato spalle alla porta e…”. Boom. Golazo in rovesciata da stropicciarsi gli occhi. “Mi è venuto così, senza pensarci troppo. Devo ammettere che è stata una rete che ha fatto parecchio clamore in Catalogna”. Gol e dedica speciale al suo babbo proprio nel giorno della festa del papà. Anche se “in tribuna c’erano mia mamma e la mia ragazza”. Segni particolari oltre all’idolo Torres: il 12 che porta sulle spalle. “Numero che avevo anche all’Espanyol. Giorno di nascita mio, di mia mamma, e della mia ragazza. Ho un ’12’ anche tatuato! Piccolino…”. L’altro tatuaggio decisamente più grande è sul costato, una frase in cui lui si identifica molto. “La vita non è aspettare che passi la tempesta ma imparare a ballare sotto la pioggia”. Gandhi.
 

‘Samu’ per la squadra. “I compagni mi chiamano così”. ‘El italiano’ per tutto lo staff tecnico e non solo. “E’ un modo peculiare che gli spagnoli usano per caratterizzarti”. Un Longo che i gol li fa ma non sempre li vede, anzi, qualcuno di storico gli è pure sfuggito sotto il naso. “Lasciamo stare! Ero a vedere Barcellona-Psg e purtroppo sono uscito sul tre a uno perché il mio amico aveva un impegno, doveva lavorare. Quando ho sentito il boato del quattro e del cinque a uno non ci volevo credere! Se avessi saputo che sarebbe finta così lo avrei lasciato tranquillamente andare”. Spagna, Girona e gol. Ma dell’Italia nessuna nostalgia? “Al momento no. Sto bene qui". Anche se l’Inter - il club spagnolo dovrebbe pagare quasi 5 milioni per riscattarlo dai nerazzurri - lo osserva con grande attenzione, perché alle volte una consonante (e tanti gol!) può trasformare un 'c'era una volta' in una bella favola ancora tutta da scrivere.