Conte alla rovescia: manca poco per diventare Re

Premier League

Vanni Spinella

conte_wba_getty

Stasera contro il West Brom (diretta su Sky Sport 3 HD alle 21), il Chelsea può vincere matematicamente la Premier. Una stagione da favola, per l'allenatore italiano, capace di ribaltare situazioni, risultati, atteggiamenti e persino... giocatori

È scattato il Conte alla rovescia: stasera, con una vittoria contro il West Brom (diretta su Sky Sport 3 HD alle ore 21), il Chelsea può vincere la Premier. Nell’albo d’oro, a “King” Claudio succederebbe proprio il “Conte” Antonio, e a Londra sanno bene quanto sia stato determinante l’allenatore in questo successo.

Rovesciata tattica

Frutto di tante “rovesciate” (da giocatore ne ha seminata anche qualcuna sul campo), nel senso di ribaltamenti improvvisi, cambi di prospettiva. Il primo, quello tattico. Sotto gli occhi di tutti. Il Chelsea di Conte inizia la stagione schierato con il 4-1-4-1: quelle due linee “singole” sono rappresentate dai due giocatori capaci di fare reparto da soli, l’inesauribile Kantè davanti alla difesa e Diego Costa in attacco. I risultati arrivano, certo, ma manca ancora qualcosa. Una lezione di calcio a cura del maestro Wenger permette a Conte di aprire gli occhi: dopo il 3-0 incassato dall’Arsenal, Conte si guarda allo specchio, si vede alla rovescia e rovescia il suo Chelsea. Soprattutto, si guarda dentro e decide di non nascondere la sua natura, le sue convinzioni. Ritorna alla difesa a 3 che tante gioie gli aveva dato in Italia, vara il tridente con Diego Costa supportato da Hazard e Pedro, ripescato dalla panchina. Sugli esterni, a tutta fascia, valorizza Moses e Alonso. Nascono da lì le vittorie più belle come il 4-0 che non va giù a Mourinho (“Non si esulta così”), il 2-1 in rimonta al Tottenham, il 3-1 al City di Guardiola, anche questo ribaltando il risultato, dopo aver ribaltato i suoi nello spogliatoio, all’intervallo. Vedete? È tutta una questione di rovesciate.

Rovesciare per passione

Nella favola, ormai a un passo dal lieto fine, c’è spazio anche per il capitolo in cui il nostro eroe rischia di vedere tutto sfumare. Colpa di Diego Costa e di quel richiamo dalla Cina che a gennaio manda in crisi l’ambiente Chelsea per qualche giorno. Conte sfodera i suoi superpoteri, pugno di ferro e megacazziatone, poi riprende la corsa. Allo United, Ferguson era “hairdryer”, l’asciugacapelli, per il modo in cui urlava in faccia ai suoi giocatori ciò che aveva da dire: siamo abbastanza convinti che Diego Costa abbia goduto di un trattamento simile. In Italia diremmo che Conte “l’ha ribaltato”.

Passionale lo è sempre stato. Il Conte inglese è uno che arringa la folla, si fa i selfie con i tifosi, si getta tra le loro braccia dopo un gol, applaude lo stadio. È nel suo ambiente. Respira a pieni polmoni quelle atmosfere. Si è presentato senza maschere, il pubblico l’ha apprezzato e si è lasciato trasportare dalla sua energia. Chi pensava che l’Inghilterra l’avrebbe ammorbidito e che l’allenatore che alla Juventus chiedeva ai suoi di “mangiare l’erba” si sarebbe trasformato all’improvviso in un lord da thè delle 5 si sbagliava di grosso. Forse, a voler ben vedere, è l’Inghilterra che un po’ si è adattata a lui. Un’altra rovesciata.

Forse non lo vedete, ma in questa foto c’è anche Antonio Conte

Imparare a contare

L’ultima lunedì scorso, durante la partita contro il Middlesbrough, quando a 6’ dalla fine ha concesso a John Terry l’applauso della sua gente. Quel JT che lui stesso aveva ammainato con il passaggio alla difesa a 3, ma verso il quale ha continuato a nutrire rispetto per il modo in cui l’ex-capitano si è calato nella nuova parte, quella di uomo-spogliatoio, chioccia, collante. Solo per questo motivo si è sdebitato, venendo meno a quei princìpi (il gruppo prevale sul singolo, sempre; nessuna eccezione nemmeno per i campioni) che lo avevano guidato durante la gestione del finale di carriera di Del Piero: la gente lo reclamava, lui gli concedeva gli spezzoni e rispondeva “Conta solo la Juve”. Adesso che conta solo il Chelsea, Conte ha imparato che lo si può dimostrare anche premiando un singolo. Anche questo è Conte alla rovescia: si scrive etnoC, si legge Premier.