Processo Miccoli, arriva la sentenza: condanna a 3 anni e 6 mesi per estorsione

Calcio
Fabrizio Miccoli (Getty)
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L’ex attaccante del Palermo condannato a 3 anni e 6 mesi per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Per la Procura, Miccoli si rivolse a Cosa nostra per fare in modo che venisse saldato un debito a un suo amico

Lacrime e tanta amarezza per una sentenza che ha visto una sua condanna a tre anni e sei mesi con rito abbreviato. E' stata questa la prima reazione di Fabrizio Miccoli dopo la lettura della sentenza decretata dal gup del Tribunale di Palermo Walter Turturici, dopo otto ore di camera di consiglio. L’ex attaccante rosanero è stato infatti condannato per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Secondo l’accusa Miccoli avrebbe attuato una richiesta estorsiva nei confronti dell’imprenditore Andrea Graffagnini, "servendosi" dell’influenza mafiosa e dei metodi di Mauro Lauricella, figlio del boss del quartiere Kalsa Antonino detto "Ù Scintilluni". Per la procura di Palermo Miccoli si rivolse a Cosa nostra per fare in modo che venisse saldato un debito di circa 20 mila euro ad un suo amico, per una vicenda legata alla gestione della discoteca "Paparazzi" di Isola delle Femmine. La richiesta della Procura, rappresentata in aula dal sostituto procuratore Francesca Mazzocco, nella requisitoria di qualche mese fa era stata di 4 anni. Gli avvocati del capitano del Palermo, Giovanni Castronovo e Giampiero Orsini, avevano chiesto l'assoluzione. E adesso la sentenza: per Miccoli condanna a 3 anni e 6 mesi per estorsione aggravata.

Gli ultimi anni di carriera e la vicenda Falcone

Miccoli, che è diventato il giocatore del Palermo più presente in Serie A ed è riuscito anche a coronare il sogno di vestire la maglia del "suo" Lecce, ha poi chiuso la sua carriera a Malta e si è ufficialmente ritirato dal calcio giocato nel dicembre 2015. Nel 2013 era stato coinvolto in un'altra vicenda: a Palermo infatti, venuto a contatto e diventato amico con Mauro Lauricella (figlio del boss mafioso della Kalsa), fu intercettato durante conversazioni con Lauricella e scoperto a insultare il giudice Falcone. Per questi fatti, scoppiò in lacrime e si scusò pubblicamente nel corso di una conferenza stampa e scrisse di suo pugno una lettera idealmente indirizzata a Falcone pubblicata da La Repubblica.