Mondiali 2026 negli USA a rischio per norme Trump

Mondiali
Giannin Infantino, presidente della FIFA (Getty)
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Le linee politiche anti-immigrazione del presidente Donald Trump potrebbero condizionare l’assegnazione della competizione a 48 squadre che si disputerà tra nove anni. Infantino: "Tutti devono essere liberi di seguire le proprie squadre, altrimenti non ci sarebbe la Coppa del Mondo"

Gli Stati Uniti d’America rischiano di non poter ospitare il Mondiale del 2026. La FIFA potrebbe decidere di scegliere come sede della competizione (che proprio in quell’anno per la prima volta permetterà a 48 squadre di partecipare) un altro paese; il motivo? La linea dura del neo presidente Donald Trump sull’immigrazione. Dopo le parole del presidente dell’UEFA Aleksander Ceferin, che aveva parlato per primo di questa possibilità, sono arrivate anche quelle di Gianni Infantino, presidente della FIFA e numero uno del calcio mondiale. "Qualsiasi squadra che si qualifica per la Coppa del Mondo, compresi sostenitori e funzionari, deve poter avere accesso al Paese ospitante, altrimenti non ci sarebbe la Coppa del Mondo", ha detto.

Organizzazione trilaterale -
"Ovviamente in tutte le competizioni della FIFA – ha aggiunto il presidente Infantino - tutti i paesi hanno il diritto di partecipare e soprattutto in un Mondiale, così come tutti i tifosi devono essere liberi di seguire le proprie squadre". Ma come fare se le decisioni di uno di questi stati stato vanno nella direzione opposta e non intendono concedere i visti di ingresso ai cittadini provenienti da paesi a maggioranza islamica? Al momento gli USA sono in pole position per ospitare la fase finale del Mondiale in programma fra nove anni insieme a Canada e Messico; le misure anti-immigrazione della Casa Bianca, però, potrebbero cambiare le cose. I tre paesi candidati si sono detti disponibili a organizzare la manifestazione con una organizzazione trilaterale tutta nuova e la FIFA di recente ha aperto alla possibilità di cooperazione per organizzare i tornei anche in considerazione dell’allargamento a 48 squadre.

Il Marocco insieme a Spagna e Portogallo? -
Le linee politiche adottate stanno però facendo risalire le quotazioni di Spagna e Portogallo. I due paesi potrebbero aggiudicarsi il torneo ma non è da escludere nemmeno la co-organizzazione con il Marocco (paese che intende investire sulla propria immagine internazionale con l’organizzazione di tornei tanto che nel 2013 e nel 2014 ha ospitato il Mondiale per Club). La Coppa d’Africa manca dal 1988 e mancherà di certo fino al 2023; una possibilità potrà però aprirsi proprio per il Mondiale del 2026, con questo tipo di politica adottata e dopo le parole di Infantino diventa al momento difficile pensare che la competizione possa disputarsi negli Stati Uniti tra nove anni.