Roma, Spalletti: "Fiducia ai miei. Kessie? Piace"

Serie A
Luciano Spalletti, allenatore della Roma (Foto Getty)

"Florenzi dalla prossima settimana si allenerà con la Primavera", dice l'allentore giallorosso in conferenza stampa. Su Paredes: "Non ho chiesto la cessione, siamo a posto coi calciatori che abbiamo. Manolas? Non voglio giocatori scontenti". Samp: "E' forte grazie a Giampaolo". Infine Grenier: "C'è fiducia, come con Fazio"

Partita importante per la Roma, reduce da una serie di vittorie di fila. Tutte per 1-0 senza subire gol. Momento magico. Ora, per i giallorossi, la Samp di Giampaolo. Così Luciano Spalletti in conferenza: "Partiamo dalla situazione infortunati, Florenzi dalla prossima settimana si allenerà con la Primavera al Campo Testaccio, per cui siamo tutti contenti. Tutti a disposizione tranne qualche problemetto". Capitolo mercato, a domanda secca risposta secca: "Se mi piace Kessie? Dalle mie parti si dice "di molto!". Sulla Sampdoria: "Di Giampaolo ne parlo bene perché lo conosco da tantissimo tempo, ma lo conosciamo anche noi della Roma, prima di un Lione-Roma andammo a giocare ad Ascoli e prendemmo una sveglia, già lì si evidenziavano le qualità della squadra e dell'allenatore, vincere con quella Roma lì era un messaggio delle doti dell'allenatore. Ha plasmato la Sampdoria, ha dato continuità all'Empoli dopo Sarri, ha la stima dei calciatori, se si va a parlare con quelli che ricevono le notizie, le indicazioni, ti raccontano che tipo di indicazioni venivano date. La Sampdoria è un'insidia, siamo riusciti a vincere due partite ma con grande difficoltà, sia in campionato che in coppa. Poi abbiamo più qualità e l'abbiamo messa in pratica, abbiamo calciatori più forti sotto l'aspetto del KO".

"Abbiamo sfruttato il fattore Roma" - Se vai a vedere la lettura della linea difensiva, ci trovi delle qualità del modo di lavorare impressionanti, bisogna stare tanto tempo sul campo, sapere come proporle, bisogna far sapere ai calciatori cosa sono i tempi della giocata, il trequartista che si butta dentro è un automatismo che se non viene assorbito dalla linea difensiva crea problemi, è un passaggio che va fatto bene perché nella ripetitività delle esercitazioni lo riescono a fare in un attimo e a renderlo produttivo in un attimo. Per noi è un momento particolare, perché non possiamo lasciare punti per strada, dobbiamo tentare di vincere anche questa volta, ma c'è un avversario tosto a causa di Giampaolo".

Samp come l'ago della bilancia?
- "C'è un filo conduttore che deve essere uguale per tutti, la professionalità. Dobbiamo essere bravi a lavorare bene se si vuole avere un futuro importante. Non sono i discorsi, le amicizie, bisogna lavorare in maniera seria, costruire qualcosa di forte tramite il lavoro e i giocatori questo lo sanno. Si nasce una volta sola, si vive una volta sola, due non è possibile. Per renderla una vita importante, bisogna sfruttare tutti i momenti che capitano. E i momenti sono quello che possiedi, non sono il domani o quello che è accaduto, è quello che possiedi. Per avere una vita carica di soddisfazione e felicità devi vivere intensamente il momento che vivi e penso sia così per questi calciatori che per l'analisi che è stata fatta possono permettersi di stare comodi dentro una partita e di dare meno di quello che possono dare. Non è il mio modo di ragionare, penso che gli altri ricerchino sempre il massimo, è il lavoro quotidiano che dà la crescita. Non è la stessa cosa che montare su uno sgabello. Una squadra temibile è più tranquilla? Gli può rendere o farli stare tranquilli di scegliere dove mettere tutto e dove abbassare un po'".

Su Paredes: "Non ho chiesto la cessione". E Grenier...- "Se la domanda è se ho chiesto la cessione, la risposta è no. Se c'è un'analisi delle dinamiche di mercato e delle volontà che possono essere del giocatore, vanno chieste alla società e al giocatore". SU Grenier: "È un calciatore di cui avete detto tutto. Era stato seguito per sostituire Pirlo nel Milan, ha avuto un momento di flessione che un ambiente come Roma, una squadra come la Roma, può risistemare velocemente. È chiaro che dobbiamo vederlo in pratica, ma se è come diciamo noi, si può fare anche il paragone con Fazio, lui è qualcosa di simile. Non ha giocato gli ultimi due anni, poi è venuto qui, è entrato in punta di piedi e siccome è bello grosso ha fatto il prepotente con gli avversari e si è meritato tutte le attenzioni che gli stiamo dando. Nutriamo grande fiducia in Grenier per il futuro, entrando qui in poche sedute di allenamento ritroverà quell'entusiasmo, quella qualità che ha a disposizione".

Su Dzeko e la rinascita - "È stato lasciato partire un calciatore che poteva avere un futuro, ma la Roma ha sempre fatto campionati di livello in una lega difficile, altre società per qualche stagione non sono state competitive per il nome e per il blasone che hanno. Per cui si lavora in maniera professionale, in maniera più corretta possibile e si cerca di fare un complimento al Corriere dello Sport e al Messaggero per i titoli che hanno fatto su Dzeko. È l'esempio completo, si diceva che dovevamo cercare altri calciatori e far sentire altri calciatori che potessero essere un riferimento importante come Totti, la cosa è far crescere e saper apprezzare, dare fiducia ai calciatori che si hanno. Se uno vuole andare via o ci sono esigenze di mercato diverse, bisogna trovarne un altro e dargli fiducia, per quello che è il nostro mondo è una qualità importante. O sei l'assoluto, e non siamo soli, essendoci Milan, Inter, Napoli, Juventus, la Lazio, la Fiorentina che sta tornando, e devi essere competitivo. La soluzione non sono i soldi e le amicizie, sono le qualità di essere pronto a confrontarsi con le insidie".

Sul mercato -
"A inizio campionato sappiamo che il mercato di gennaio sarà di riparazione, ma non in che dose lo sfrutteremo. Nel nostro caso, i nostri calciatori, i nostri professionisti non hanno fallito. Nella Roma non c'è niente da riparare. Questo fatto che si voglia creare attenzione lo capisco, ma abbiamo fiducia nei nostri calciatori. Il nostro futuro dipende dai nostri calciatori ed è un futuro che ci può dare soddisfazioni, più fiducia gli diamo e più roba ci restituiscono. Sono loro che ci hanno portato a questo punto, che ci fanno essere al tavolo dei più bravi, siamo al tavolo dei più forti. Il merito è di questi calciatori qui. Come ho già detto, a me sta bene rimanere così, non tocchiamo niente, poi è chiaro che ci sono dinamiche e valutazioni, il mercato aperto vuol dire che molti calciatori della Roma possono avere mercato, dipenderà da quelle che sono le valutazioni della società nel far tornare tutti i conti e da quelle che sono le volontà dei calciatori. Come è successo, viene una società, prende un calciatore che ci va volentieri ed è più difficile. Noi non abbiamo niente da riparare, siamo a posto perché i calciatori hanno fatto in pieno il loro volere".

Su Manolas
- "Se la società dovesse vendere per mettere i soldi sotto il materasso, allora è un conto, se ha necessità di vendere per mettere a posto i conti del FFP, quella è un'altra valutazione. Lavoro volentieri con questa società, li vedo fare le cose con impegno. Se siamo qui è perché il presidente ha messo dei soldi. Ho giocatori buoni e importanti, chi li ha scelti è stato bravo. Siamo nelle condizioni di confrontarci con chiunque. Se loro portassero i soldi a casa e si possono reinvestire lo si fa, un calciatore può chiedere di andare via e diventa difficile tenerlo. Dipende dalle esigenze, un calciatore che sta malvolentieri qui non lo voglio. Si è parlato di Defrel, mi piace avendo la possibilità di scegliere di dare più tempo a disposizione a quelli che ho. El Shaarawy non sente la fiducia addosso ma devo fare una scelta di equilibri, Francesco ha giocato poco, la squadra funziona e ora torna Salah. All'inizio davamo via Iturbe e partiva Salah, ci voleva un calciatore subito per 4-5 partite".

Su El Shaarawy scontento - "Io penso che ci siano equilibri di cui fa parte anche il carattere dei calciatori. El Shaarawy non è scontento, caratterialmente è fatto così. Ha giocato all'estero venendo via dal Milan dove l'analisi sul calciatore è stata fatta giocando poco, l'anno scorso ha giocato di più ed è stato fortissimo, quest'anno meno ed è stato fortissimo lo stesso, perché quando lo chiami a far parte della squadra partendo dalla panchina non riesce a dare e deve metterla a posto. Se prendo un calciatore e metto più competizione rischio di fare più confusione ancora, di dare la possibilità a chi prendo di sfruttare il meglio di se stesso. Il numero che abbiamo ora è corretto e sono loro che ci hanno portato qui. Facciamo sentire loro più fiducia, non mettiamoli sempre in competizione. Voglio dare più minutaggio a El Shaarawy e Totti, a Salah quando ritorna. Se vuoi giocare allo stesso modo, mettiamo dentro El Shaarawy, avanzano Salah, Perotti e Totti. Per farli giocare tutti mi serve un'altra partita. Voglio scegliere di far sentire fiducia a quelli che ci hanno portato fino qui".