Conte&Sarri, che "coppia" 10 anni fa in Serie B...

Serie A

Alfredo Corallo

Antonio Conte e Maurizio Sarri (foto Lapresse)
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Nella stagione 2006-07 i due allenatori di Chelsea e Napoli furono protagonisti di una sfortunata "staffetta" sulla panchina dell'Arezzo (penalizzato di 6 punti dai verdetti di Calciopoli), che alla fine fu retrocesso in Lega Pro. Sembra passata una vita...

Il "Co-Sa-Co" (da leggere in loop) fu uno strano modulo, inventato - a sua insaputa - dal presidente dell'Arezzo retrocesso 10 anni fa dalla serie B. Proprio così: la "staffetta" tra i due allenatori considerati il top, oggi, sul panorama europeo, non fu sufficiente a salvare i toscani dalla Lega Pro. Il "duetto" di autori che fa tanto Sanremo "Conte-Sarri-Conte" scrisse musica e testo di quella sfortunata stagione, sommando 51 punti "sul campo" (32 su 24 partite Conte, 19 su 18 Sarri), ma non bastarono, perché sugli amaranto - travolti anche loro da Calciopoli - pendeva un pesantissimo -6. E ai playout ci andò lo Spezia, che vinse nell'ultima giornata in casa della già promossa Juventus scatenando la dura reazione del tecnico leccese. "C'è profonda delusione e amarezza - disse a caldo quel 10 giugno 2007 - rispetto tantissimo i tifosi juventini, ma ho poco rispetto per la squadra. Nel calcio sono tutti sono bravi a parlare, adesso sembrava che i cattivi fossero fuori e che ci fosse un calcio pulito, infatti siamo contenti tutti, evviva questo calcio pulito...". Era veramente arrabbiato, chiunque al posto suo lo sarebbe stato. E infatti finì lì, per fortuna sua e della Juve che verrà...

 

 

Falsa partenza. Per il boss del Chelsea fu la prima esperienza da allenatore dopo il periodo da vice di Luigi De Canio, al Siena. Quell'Arezzo - che aveva in rosa le giovani promesse Ranocchia e Floro Flores - giocava con il 4-2-4 (o 4-3-1-2) caro al primo Conte, ma partì - effettivamente - malissimo: 5 pareggi e 4 sconfitte, compresa quella a Cesena, doppiamente fatale per Antonio, atteso dalla sfida casalinga con il "suo" Lecce. Ma il patron Piero Mancini non ebbe la pazienza di Roman Abramovic... e il 31 ottobre (siamo nel 2006) chiamò un certo Maurizio Sarri, reduce dalla salvezza a Pescara in B e una lunga gavetta nelle categorie inferiori. Piegato dai salentini al debutto, il mister toscano (che alternò 4-4-2 e 4-2-3-1) sarà ricordato soprattutto per alcuni risultati di "prestigio": il pareggio in rimonta per 2-2 a Torino con la Juve e a Napoli; e la mezza rimonta ("solo" 1-0, battuto 2-0 nell'andata al Meazza) nel ritorno dei quarti di Coppa Italia contro il Milan di Ancelotti, poi campione d'Europa.

Il 13 marzo, in seguito al ko di Trieste, fu esonerato: e riconsegnò il "testimone" al suo predecessore, con gli aretini in fondo alla classifica (neanche la scaramanzia servì, la leggenda vuole che facesse colorare di nero con lo spray gli scarpini dei calciatori perché non sopportava quelli colorati...).

La legge di Padoin. Torna Conte, ma la musica non cambia, per rimanere in tema. Tre sconfitte e un pari (in casa) con il fantasma di Sarri che aleggiava sugli spogliatoi... "Scacciato" da un finale da paura: 7 vittorie, due pareggi, ma un vero incubo: la Juventus, che sbancò il "Città di Arezzo" con un pokerissimo (5-1) e conquistò, proprio davanti al suo ex capitano, l'agognata promozione. L'ultima "pugnalata" a Conte la darà il giocatore dal cognome che diventerà il suo "talismano" nel triennio da allenatore bianconero: Padoin (Nicola, non Simone). Segnerà lui al 90' il 3-2 alla Juve che regalò i playout allo Spezia. 

EuroFestival. Dopo quella stagione sono stati protagonisti - e vincenti - di mille battaglie, eppure non si sono ancora mai affrontati. Il 9 marzo del 2015 premiati entrambi a Firenze: l'allora tecnico juventino con la Panchina d'oro (la terza consecutiva, come gli scudetti in bianconero) e Sarri con quella d'argento (per la promozione dell'Empoli). In quell'estate il presidente Aurelio De Laurentiis provò a convincere Conte ad assumersi il doppio incarico di ct della Nazionale e allenatore del Napoli, ma la Figc stoppò la cosa sul nascere. Così scelse Sarri, e il Napoli la prossima settimana andrà a giocarsi gli ottavi di Champions League al Santiago Bernabeu, nel regno del Real Madrid. Mentre il Chelsea è lanciatissimo in testa alla Premier. Non male. Nell'intervista al nostro Paolo Condò, Sarri ha raccontato di aver parlato una volta del "loro" Arezzo con il vecchio socio: "Che dovevamo dire, ci siamo messi a ridere...". Esonerati, retrocessi e... contenti, oggi. Pronti per l'EuroFestival.