Da Mancini a Juric: le otto panchine saltate di A

Serie A
De Boer, Oddo, De Zerbi, Juric: quattro degli otto allenatori saltati in stagione
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Alla 25^ giornata, sono otto gli allenatori "saltati" in Serie A. Dopo Massimo Oddo, via anche il serbo protagonista della promozione in A del Crotone. Rispetto agli anni scorso, però, si esonera meno uno solo in più del 2014-2015. "Record" stagionale di mister al Palermo di Zamparini (4). Dalla preseason in poi, l'Inter ne ha cambiati due   

Dura lotta la Serie A. In questa stagione come in quelle passate, a dirla tutta. Per gli allenatori mai una passeggiata: sono state otto le panchine saltate finora nel 2016-2017. Da quella di Roberto Mancini, che aveva salutato l'Inter a campionato neppure cominciato, fino a quella di Ivan Juric, allenatore del Genoa licenziato per volere del presidente Preziosi in seguito al pesante 5-0 subito in casa del Pescara. Un dato, quello delle panchine, che a dire il vero non spaventa, soprattutto se paragonato ai numeri degli ultimi sei campionati: solo nel 2014-2015 ci sono stati meno cambi (7). Il 2011-2012, in questo senso, un stagione da record: 18 panchine saltate, solo cinque proprio in casa Genoa (Malesani, Marino, Malesani, De Canio, Malesani, De Canio). Ben 17 nel 2015-2016, 15 nel 2013-2014 e 13 nel 2010-2011, così come nel 2012-2013. Tornando a noi, però: quali allenatori e come hanno perso la panchina in questa stagione?

Inter, doppio fallimento - Per i nerazzurri il 2016-2017 è cominciato col piede sbagliato. Le prime tensioni già in estate, quando il calciomercato aveva surriscaldato i rapporti tra la nuova dirigenza cinese e Roberto Mancini. Lo strappo definitivo a campionato neppure cominciato, l’8 agosto. Risoluzione consensuale tra la società e il tecnico di Jesi, non più intenzionato a proseguire la sua avventura in nerazzurro. Spogliatoio, in più, diviso. Fatto che ha inevitabilmente condizionato anche l’operato di Frank de Boer, arrivato all’Inter in una situazione di caos. Il suo impatto con l’Italia è stato complicato, nonostante la società avesse nell’olandese grande fiducia (il triennale offertogli ne è la prova). Il risultato: appena 5 vittorie in 14 partite, con 7 sconfitte e un’eliminazione dall’Europa League. Voto insufficiente ed esonero appena due mesi dopo, il 30 ottobre. Al suo posto - dopo una settimana di Vecchi - Pioli, sotto il quale la musica è per i nerazzurri finalmente cambiata.

Udinese, addio Iachini
- L'ex allenatore del Palermo non ha trovato pace neppure in bianconero. L'Udinese lo ha esonerato dopo appena sette giornate di campionato, in seguito alla pesante sconfitta per 3-0 contro la Lazio, la quarta della primissima parte del campionato dell'Udinese. Al posto di Iachini, già nell'occhio del ciclone quando allenava i rosanero, Gigi Delneri, che ha poi riportato a Udine stabilità e buoni risultati.

Caos Palermo - La stagione rosanero è stata ancora una volta costellata da grandissime difficoltà nella gestione degli allenatori. Zamparini ha mantenuto alta la sua media anche nel 2016-2017, arrivando a cambiarne addirittura quattro da settembre a febbraio. Per Ballardini, già più volte preso in causa nelle stagioni precedenti (2008-2009 e 2015-2016), la possibilità di condurre la squadra da inizio anno. Le incomprensioni e le divergenze con il presidente sul mercato lo hanno però condotto a rassegnare le dimissioni dopo appena due giornate di campionato. Al suo posto Roberto De Zerbi, allenatore emergente nel panorama del calcio italiano, con esperienza solo su panchine di Lega Pro. Il suo carattere forte, chiaramente non compatibile con quello di Zamparini, e i risultati negativi (sette sconfitte consecutive in casa ed eliminazione dalla Coppa Italia con lo Spezia) hanno spianato la strada verso l'esonero, arrivato a novembre. In sostituzione di De Zerbi uno storico ex giocatore rosanero: Eugenio Corini. Anche per lui, oltre alle difficoltà dovute a una rosa poco competitiva, rapportarsi con Zamparini non è stato semplice. Più volte il presidente lo ha messo in discussione e il clima di tensione è culminato con le dimissioni, rassegnate a mercato quasi concluso. Diego Lopez è stato scelto al suo posto come quarto allenatore stagionale. Sarà l'ultimo?

Niente da fare per Oddo - Le ultime due panchine saltate in questa Serie A proprio a febbraio. Per quanto riguarda il Pescara, la situazione si era già fatta critica dopo il girone di andata. La posizione del presidente Sebastiani, però, era stata ben solida fin dall'inizio del campionato: Oddo non si tocca. Fiducia, dunque, a un allenatore che era stato capace di offrire buon calcio, salvo mai riuscire a vincere sul campo (tre punti conquistati solo in un'occasione, a 'tavolino' contro il Sassuolo). Una situazione, quella degli scarsi risultati, che si è però protratta troppo in avanti. Dopo le tensioni nell'ambiente abruzzese, proprio a metà febbraio la decisione di optare per l'esonero: fuori Oddo, dentro Zeman. E subito 5-0 alla prima.

Juric perde il Genoa - La prima parte di stagione dei rossoblu aveva messo in luce tutte le qualità da allenatore di Ivan Juric, alla sua prima avventura in A, capace di non far rimpiangere un 'santone' come Gasperini. La cavalcata con il Crotone, in Serie B, aveva convinto preziosi a sceglierlo per la panchina del suo Genoa. Fino a novembre risultati eclatanti, soprattutto con le big: 3-1 alla Juventus, 3-0 al Milan, 0-0 con il Napoli e 1-0 alla Fiorentina. Poi, con l'avvicinarsi del 2017, il tracollo: dal 5 dicembre al 19 febbraio neanche una vittoria. In più, va detto, un calciomercato che ha totalmente ridimensionato i rossoblu: via due pedine fondamentali come Rincon e Pavoletti, dentro rinforzi come Cataldi, Hiljemark, Taarabt e Palladino. Troppo poco per riprendersi. Il 5-0 contro il primo Pescara di Zeman di domenica ha sancito il definitivo tracollo. Contro il volere dei tifosi, più concentrati a criticare il presidente per le sue scelte, Preziosi ha deciso per l'esonero. Mandorlini prenderà il posto del serbo in panchina.


Il caso-Bielsa
- Formalmente, a dire la verità, la prima panchina saltata in stagione è datata 8 agosto. Protagonisti: Lazio e Marcelo Bielsa. Una storia intricata quella tra la società biancocelesti e l’allenatore argentino. L’accordo, le promesse e poi la rottura, a rapporto neppure avviato. La notizia delle dimissioni del Loco ancora prima del suo arrivo a Roma, che era atteso per il 9 agosto. I motivi della rinuncia espressi in una lettera inviata al club dallo stesso ex Marsiglia: “Con Lotito avevamo concordato sette acquisti, quattro dei quali sarebbero dovuti arrivare entro il 5 luglio. Il contratto non è valido perché la società non ha mantenuto le promesse sul mercato”.