Ancelotti: "A Manchester la svolta della carriera"

Serie A
Carlo Ancelotti solleva la Champions League: ne ha vinte tre in carriera (getty)
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L'allenatore del Bayern ha festeggiato sabato le 1000 panchine in carriera. Tempo di riavvolgere il nastro: "Contro la Juventus in Champions la prima grande vittoria". Arrivato in Germania, Carletto ha un desiderio particolare: "Vorrei aprire un ciclo, ma so che oggi non è facile". Sul nuovo Milan: "Dispiace non vedere più Berlusconi presidente, ma sono curioso"

“Mi piacerebbe aprire un ciclo, ma nel nostro lavoro c’è molta incertezza. La partita delle mie mille partite? La finale di Manchester, è stata la svolta della mia carriera”. Carlo Ancelotti si gode il suo momento: quella di sabato contro l’Amburgo, vinta 8-0, è stata la sua millesima partita da allenatore. Momento giusto per riavvolgere il nastro: “Credo che la chiave della mia storia da allenatore è legata appunto alla prima finale di Coppa Campioni, quella vinta ai rigori contro la Juventus: è stata la mia prima grande vittoria”. 18 i titoli in 21 stagioni e il suo modo di gestire le squadre non è mai cambiato: “La filosofia del mio lavoro è sempre la stessa, quello che cambia sono le caratteristiche dei giocatori. Questo ti porta ad avere nuove idee nella strategia e nei sistemi di gioco. Cambiando le caratteristiche dei giocatori ti vengono idee nuove per renderli contenti. Forzando i calciatori diventa invece più difficile farli rendere al massimo”.

Bayern, Champions, Juventus - Oggi Carletto si gode la sua avventura a Monaco, sperando, dopo il triennio di Guardiola, di consegnare ai tedeschi un titolo europeo. Anche se “credo che sia una Champions più equilibrata rispetto al passato. Non ci sono squadre favorite. C'è molta incertezza. Potrebbero esserci sorprese anche nelle partite di ritorno”. In Germania un nuovo ciclo di vittorie? “Me lo auguro, mi trovo molto bene qui. E' un grande club guidato da ex giocatori che conoscono benissimo il calcio. Mi piacerebbe aprire un ciclo, ma il nostro lavoro è legato ai risultati, che non si possono controllare, basta pensare a cosa è successo a Ranieri con il Leicester”. Ai quarti la possibilità di incontrare la Juventus: “Non so se è meglio trovarli subito o dopo. Non cambia molto. Di certo è che la Juve è più competitiva rispetto agli altri anni. Ha trovato continuità e qualità che non aveva in passato”.  

Il nuovo Milan - I rossoneri sono pronti a passare nelle mani dei cinesi: “Ci sono due aspetti: uno il dispiacere di vedere il Milan senza Berlusconi, anima della società; dall'altra la curiosità di vedere questa nuova proprietà che dovrà fare gli investimenti necessari per riportare il Milan al top”, ha detto Ancelotti. “Penso che la proprietà cinese abbia le capacità di reinvestire e riportare in alto il club, quindi sono curioso”. Donnarumma il giovane più in vista: “È molto giovane, è cresciuto in questo ambiente, ci può rimanere e poi vedere che succede. In questo momento è importante avere l'affetto e la possibilità di migliorare ancora con questa maglia”.

Serie A - Ancelotti la analizza: “Il campionato non è deciso, è ancora aperto. Perché la Roma ha trovato continuità e forza, è una squadra che sa essere pericolosa in tutti i modi. Anche se sette punti da recuperare non sono pochi. Spalletti? Ha fatto un grande lavoro, plasmando una squadra forte e di qualità”. Il Napoli insegue e dovrà affrontare il ritorno di Champions League contro il Real Madrid: “È un periodo impegnativo e decisivo per tutti. La squadra di Sarri nelle ultime partite ha perso un po' di continuità, però rimane secondo me di grande qualità”.
 

Nuovi stadi, nuove tecnologie - Quello degli stadi è un tema centrale nell’attualità del calcio italiano: “Credo che lo Stadio della Roma sarebbe una svolta positiva per tutto il calcio - ammette Ancelotti - perché apre uno spiraglio per ammodernare gli impianti di tutta Italia. Da un punto di vista tecnico tattico siamo molto rispettati, ma gli impianti devono essere migliorati”. Il Bayern non ha di questi problemi, ma se lo stadio fosse sempre vuoto… “Credo che sia una componente molto importante per ogni giocatore. Nella motivazione generale conta il 20-30%. È chiaro che lo stadio pieno migliora la concentrazione e la motivazione diventa più alta”. Un appunto sulla VAR: “Se si risolveranno i dubbi? L'importante è che non complichi le cose. Molte delle nuove regole hanno complicato la vita. Se le nuove leggi dovessero complicare ulteriormente la vita dei direttori di gara allora dovremmo prendere decisioni diverse”.