Torino, Cairo: "Belotti? Spero i 100 milioni non arrivino"

Serie A
Cairo non vuole lasciar partire il suo capocannoniere (Foto Lapresse)
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Il presidente granata guarda con rammarico alla stagione: "Senza i rigori avremmo 6 punti in più e saremmo ancora in lotta per l'Europa", e si tiene stretto il Gallo: "Non ho ricevuto telefonate". E sul futuro del calcio italiano: "Non è secondo a nessuno, servirebbe una migliore ripartizione delle risorse"

Cento milioni sono tanti e spero non arrivino. Sarei contento se rimanesse con noi". Parla così Urbano Cairo a proposito del Gallo Belotti ai microfoni di Radio 24: "Mi faccio sempre dare l'elenco degli accrediti e ho visto che sono venuti a vedere le nostre partite gli addetti di tante belle squadre. Per il momento, però, nessuno mi ha telefonato per chiedermi Belotti. Stiamo facendo una bella squadra, lui fa trenta gol con noi e andiamo in Europa... poi va al Mondiale fa dieci gol e lo vinciamo, ma non dite al mio vecchio mister, Ventura, che l'ho detto, perché non voglio mettergli pressione...".

"Senza i rigori sbagliati avremmo almeno 6 punti in più e potevamo ancora essere in gioco per l'Europa League - aggiunge il patron del Torino -. Guardiamo però il lato positivo. Abbiamo calciatori che sono cresciuti tanto: penso a Baselli, che alla qualità oggi abbina anche quantità, a Zappacosta, che è titolare in Nazionale, e guardate come sta facendo bene Ljajic nella nuova posizione da trequartista. Poi c'è Iago Falque, che quest'anno ha fatto 11 gol. In 110 anni di storia quello attuale è il settimo miglior attacco del Torino dopo 33 partite. Stiamo finendo il campionato in modo giusto e con Petrachi, il nostro direttore sportivo che è bravissimo, stiamo già lavorando per rafforzare la squadra per il prossimo anno".

Sugli ultimi sviluppi in Lega Cairo dice: "Continuiamo a parlare di nomi, chi è il presidente, chi non è. Adesso c'è un commissario ed è giusto che sia il presidente della Figc Tavecchio. Quando resetteremo tutto, faremo una giusta governance. Poi però dobbiamo pensare a organizzare la Lega Calcio da un punto di vista manageriale, per esempio avendo 3/4/5 manager giovani che vanno in giro per il mondo a esportare il nostro calcio, che è un calcio speciale che è stato sopravanzato dalla Premier League e in parte dalla Liga ma che secondo me non è secondo a nessuno. Ovviamente quello che manca al nostro calcio è un po' di competitività in più legata a come vengono ripartite le risorse perché è chiaro che quando tu hai degli eccessivi squilibri di fatturazione con squadre come la Juve che fatturano 350 milioni e altre che fatturano un quinto o un sesto la competizione è minore. Il mio obiettivo è ridare al calcio quella competitività che è fondamentale per attrarre i tifosi che vedono un campionato più avvincente fino all'ultimo, negli stadi che devono diventare molto più belli con investimenti e leggi adeguate che consentano gli investimenti. E anche a casa vedo che la Premier League non mostra in tv tutte le partite come si fa in Italia", conclude il presidente granata.