Napoli, Sarri: "Vogliamo battere tutti i record possibili"

Serie A
Maurizio Sarri, allenatore del Napoli (getty)

La rincorsa degli azzurri al secondo posto dipenderà anche dal ritmo della Roma. Così Sarri in conferenza: "Pensiamo al record storico di punti, che è a 3 punti da noi. Faremo tutto il possibile per salire di una posizione". Sul rinnovo di Mertens: "Sono contento, ma la mia testa va solo alla Fiorentina". Il fatturato variabile decisiva per lo Scudetto? "Le eccezioni si ricordano, ma sono rare"

Il Napoli, reduce dal pirotecnico 5-0 contro il Torino, continua a rincorrere il secondo posto. Ora tutto è nella mani della Roma, che, a due giornate dalla fine, solo se perderà punti potrà lasciare qualche speranza agli azzurri. Nonostante la situazione, le motivazioni non mancano alla squadra di Maurizio Sarri, che così ha parlato nella consueta conferenza della vigilia: “L’avere o meno il futuro nelle nostre mani ci deve interessare relativamente”, ha detto. “Proseguiamo sulla nostra strada: se questo basta, meglio, altrimenti vorrà dire che abbiamo gettato delle basi. Di fronte avremo la Fiorentina, una delle poche squadre che riesce a toglierci possesso per larghi tratti del match. Sarà una gara difficilissima per noi”. E ancora: “Pensiamo al record storico di punti che è a 3 punti da noi. Noi vogliamo battere tutti i record che possiamo raggiungere, se questo ci consentirà di recuperare un posto avremo fatto il possibile”. Che il Napoli fosse il lotta per il titolo a due dalla fine non accadeva da quasi 30 anni: “Siamo soddisfatti di quello che facciamo, ma vorremmo arrivare in fondo per avere una base importante per continuare poi a far bene. Il rinnovo Mertens? Sono contento, ma la mia testa ora va solo alla Fiorentina. Ora è una notizia di concordo, anche se sono soddisfatto”.

"Il merito è del gruppo. Con la Fiorentina sempre gare problematiche"

Allan, uno degli uomini chiave del centrocampo di Sarri, potrebbe non farcela: “È sicuramente in dubbio, ha un affaticamento muscolare, anche se non è grave. Non ci sarebbero rischi enormi nel metterlo in campo, ma lo valuteremo domattina. Per noi in alcune partite è una soluzione straordinaria, come nel primo tempo dell'ultima gara, ma abbiamo alternative per farne a meno. Il gruppo è sano, con dei valori, crede in quello che gli presento. Io sono sempre lo stesso, quello che allenava in C, con gli stessi difetti: mi incazzo, a volte uso un linguaggio che non dovrei usare, a volte ho avuto problemi di gruppo, ma ora no. Quindi il merito è loro”. Col Toro un Napoli vicino alla perfezione: “Penso alla Fiorentina, non riesco a pensare alla soddisfazione di quella precedente. È un difetto che ho, ma forse anche un pregio. Spero che la squadra abbia lo stesso atteggiamento mio, altrimenti rischiamo di non finire all'altezza del campionato". Tornando a parlare della Fiorentina: "Lo dicono i numeri, il nostro possesso sul 62-63% contro di loro si abbassa a circa 50-52%, ci tolgono tanti minuti di possesso ed a noi disturba perchè non ne siamo abituati. Sono sempre state partite dure, problematiche, col risultato in bilico. Hanno grandi qualità tecniche, Bernardeschi è tra i più forti tra i giovani italiani; Saponara e Ilicic sono ottimi tecnicamente, così come Kalinic: hanno organizzazione e qualità enormi. Non a caso sono stati a lungo primi l'anno scorso e quest'anno potevano fare di più, poi non so i motivi per cui non l'hanno fatto”.

"Il fatturato spesso fa la differenza. Ma non sempre..."

“Se giochiamo il calcio più bello d’Europa? Giochiamo un calcio piacevole, ma l'obiettivo è vincere le partite, dobbiamo unire il possesso al risultato, ci stiamo riuscendo con continuità, crediamo in questa filosofia”, ha continuato Sarri. “Qui in Italia si pensa che per vincere bisogna giocare male, ma non è vero, nella storia hanno vinto tutte le filosofie. La nostra filosofia deve tirar fuori le nostre potenzialità, poi se non corrisponde al primo posto pazienza, ma ci tira fuori il nostro 100%”. Alla domanda sulla differenza di fatturato con la Juve, l’allenatore toscano risponde:” “E' evidente, chi ha più soldi compra la macchina più lussuosa, è normale, per fortuna non matematico. Ogni tanto ci sono delle storie che sfuggono a questa dinamica, ma sono storie che si ricordano perchè sono rare. È così banale: chi fattura 1 miliardo compra giocatori da 200 milioni, chi fattura 200 milioni compra da 30 milioni. Il giocatore da 200 è superiore a quello da 30, è quasi sempre così. Le eccezioni poi si ricordano: si parla del Leicester perchè infatti è un'eccezione, che appunto non si verifica quasi mai. Quindi questa del fatturato è una cosa che dovreste dire (rivolto ai giornalisti, ndr) tutti i giorni e non far passare come idee particolari mie. Poi per noi il sogno c'è, si lavora meglio, ma resta nostro".