Roma-Lazio, Di Francesco: "Per Nainggolan decido domani. Ce la giochiamo alla pari"

Serie A

L'allenatore giallorosso ha analizzato il derby di domani in conferenza stampa: "La Lazio ha molti punti, sanno creare difficoltà a tutti. Hanno qualità, sanno ripartire velocemente e in verticale, in particolare Immobile che attacca benissimo la profondità"

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Un rientro dalla sosta dei più delicati, per la Roma, che affronterà la Lazio nell'anticipo delle 18 di domani. Un derby, ma anche uno scontro diretto per un posto in Champions League: le due squadre, infatti, sono divise da un solo punto. Eusebio Di Francesco ha presentato la sfida in conferenza stampa.

Di nuovo il campionato, si torna col derby. Da giocatore ne ha vissuti tanti, come lo vivranno i tre nazionali italiani?
"Due di loro sono anche romani, quindi mi auguro che possa essere un motivo in più per rifarsi, mettendo in campo tutta la rabbia e l'orgoglio che li ha sempre contraddistinti".

Dal punto di vista fisico come stanno i nazionali e quelli che hanno svolto lavori personalizzati?
"Al rientro c'è sempre qualche problemino, ma le condizioni sono buone. Abbiamo lavorato tutti insieme soltanto ieri, nell'insieme sono contento. Nainggolan tra oggi e domani decideremo se sarà disponibile per il derby, Schick non sarà convocato perché sta svolgendo un percorso individuale che sta migliorando. Finché non sta bene con me non si allenerà: dobbiamo evitare ricadute".

Domani sarà un evento mondiale, ci sarà il grande pubblico. Un messaggio per chi andrà allo stadio?
"Penso che lo sport debba unire e non dividere, che sia un derby o meno. Mi auguro che vinca la Roma ovviamente. Pochi giorni fa mi ha colpito l'affetto che c'è stato per l'anniversario della morte di Gabriele Sandri, che ha coinvolto anche altre tifoserie, e per me questo è sport. Quindi spero che domani sia una festa di sport, di civiltà e che vinca la Roma".

Cosa cambia da un punto di vista emotivo nella preparazione della partita?
"Cambia perché non è mai una partita come le altre, specialmente per me che la vivrò da allenatore. Perché il calciatore può mettere in campo tutta la rabbia che ha. Sarà un derby bellissimo e sono contento di potermela giocare, siamo due squadre che stanno vivendo un ottimo momento di forma e di classifica".

Cosa bisogna temere della Lazio?
"Hanno molti punti, sanno creare difficoltà a tutti. Hanno qualità, sanno ripartire velocemente e in verticale, in particolare Immobile che attacca benissimo la profondità. Si è visto anche con la Svezia. Ne dovremo tenere conto, è il giocatore più pericoloso di quella squadra".

Kolarov è il grande ex della partita. Come l'ha visto?
"E' tranquillo, l'altro giorno ha scherzato con me sul sentire la pressione. Ha una grande personalità e affronterà la partita nel modo giusto".

Derby d'alta classifica: quanto inciderà sulle prospettive del campionato?
"Inciderà, ma la tolgo dalla classifica, perché una partita unica, diversa. Ci potrebbe il la per proseguire il nostro percorso. Giocheremo per i tre punti, tenendo conto del livello tattico della Lazio che è alto e dobbiamo stare attenti. Non ci snatureremo".

Due mesi e mezzo senza Schick, cosa lamenta ancora?
"Non lamenta dolore, perché è in crescita. Lui ha una fibrosi muscolare da sistemare, quindi deve essere al top per evitare eventuali ricadute. In modo da poter lavorare subito in campo senza dover aspettare ulteriormente. Non tutti i calciatori recuperano allo stesso modo, io ho chiesto sia ai dottori che al ragazzo di darmelo solo quando sia veramente al top. Si sta allenando, ha fatto anche qualcosa con il gruppo a livello fisico. Però deve essere in una condizione ottimale".

L'eliminazione dell'Italia inciderà sull'umore dei giocatori in campo, anche della Lazio? Ha un'idea per riformare il calcio italiano?
"Io partirei dalle seconde squadre, in modo da eliminare l'alibi dei troppi stranieri. Per avvicinarli dal punto di vista fisico e caratteriale di una prima squadra, il processo può passare per la seconda squadra, senza aver bisogno di fare prestiti dappertutto. Il bello del calcio è che la partita dopo permette di potersi rifare, quindi mi auguro che l'Italia sappia rialzarsi ancora".

Va bene non perdere?
"Non mi piace partire così, non direi mai una cosa del genere alla squadra. Anche per avere sempre un atteggiamento aggressivo. Il mio modo di fare calcio non lo cambierò nemmeno in questa partita. A Londra eravamo andati per vincere, invece abbiamo pareggiato. Quando si dà una mentalità poi si può tenere in ogni situazione".

Quest'anno ha sempre schierato i giocatori al 100%. Nainggolan può esserlo oppure il derby è una partita tale che si può giocare anche all'80%?
"Sì, è un giocatore importante che può essere utile all'80%, ma penso di schierarlo perché dovrebbe essere al 90% della condizione. Spero mi dia le risposte giuste perché vorrei farlo giocare".

Ha detto che il derby che è una partita speciale. Cosa sarebbe disposto a fare per vincerla?
"Fisicamente nulla, non riesco più. Ma farò di tutto per vincere, cercando di tirare fuori il massimo dai miei, anche per i tifosi che ci stanno sostenendo alla grande. E' un grande segnale aver riportato la gente allo stadio. Ma non voglio fare promesse particolari".

Si fa spesso il parallelo tra lei e Inzaghi, visti i tanti elementi in comune. Cosa ne pensa di lui come allenatore? Quale sarebbe il c.t. che vorrebbe vedere per la Nazionale?
"I nostri percorsi sono molto differenti tra loro, ma già in passato gli ho fatto i complimenti per come ha saputo gestire l'ambiente e i calciatori. Abbiamo similitudini, ma non tatticamente. Ha fatto qualcosa di importante, senza avere magari l'esperienza che ho avuto io vista anche l'età, io sono più vecchio. Non ho preferenze per la Nazionale, mi auguro solo che si cominci a lavorare in un certo modo, creando maggiori infrastrutture. Non ho un solo nome, sarebbe troppo facile dire Ancelotti, sarebbe una garanzia, mi piace".

Se fosse stato lei il presidente federale, dopo un fallimento del genere, si sarebbe dimesso?
"Oggi come oggi parlare della Nazionale sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. Io sono concentrato sul derby. Le situazioni vanno vissute, mi sarei anche potuto dimettere, ma sono più curioso di sentire i programmi e di ciò che proporrà Tavecchio. Ma è un interesse relativo, ora sto pensando ad altro. E' troppo facile parlarne adesso, già ho detto che secondo me il calcio italiano è indietro di qualche anno".

L'eventuale assenza di Nainggolan potrebbe avere un effetto domino sul tridente offensivo, magari con l'ingresso di Gerson nel tridente?
"No, le cose non saranno collegate. Però ora che mi ci fai pensare, ci farò attenzione a questo aspetto. A parte gli scherzi, non inciderà sulla mia scelta".

Tecnicamente chi è più forte: la Roma o la Lazio?
"Io penso che la Lazio abbia sbagliato pochissimo negli ultimi anni. Sanno scegliere bene, hanno fatto un ottimo lavoro, come ad esempio Milinkovic-Savic e Immobile. Ritengo che hanno fatto sempre gli acquisti giusti, rigenerando giocatori che sembravano in calo, come Luis Alberto che è diventato decisivo. Oggi come oggi se la giocano alla pari: non ci sono favorite".

Le hanno fatto piacere le parole di Bruno Conti sulla romanità che lei ha riportato? Spalletti parlava di stile Roma...
"Lo stile parte dall'alto, da una società che sta facendo le cose come si deve. Mi inorgogliscono le parole di Conti sulla romanità, mi sento integrato in questo contesto. Sento determinate cose e cerco di trasmetterle, cercando di portare amore ed entusiasmo intorno a questa squadra".