Talenti a confronto: quanto spazio per gli U-21 tra Serie A ed Europa?

Serie A

Luca Cassia

Donnarumma, Pulisic, Richarlison, Amian e Martin: un talento per ognuno dei maggiori tornei d'Europa (Foto Getty)
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Indicato tra le cause del fallimento della Nazionale esclusa dai Mondiali, il ricambio generazionale in Italia fatica ancora ad imporsi. Nonostante la fiducia concessa ai vari Donnarumma, Barella e Chiesa, il parallelo con la top 5 dei campionati europei colloca a metà la Serie A: l'eccellenza è tutta tra Ligue 1 e Bundesliga

Spazio alla linea verde, imperativo quanto mai abusato a tutte le latitudini. Il recente fallimento della Nazionale italiana, esclusa dai prossimi Mondiali per la seconda volta nella sua storia, impone una rivoluzione strutturale e un nuovo sistema che conceda fiducia ai giovani azzurri. Se dalla tragedia sportiva il calcio nostrano deve trarre insegnamento, la ribalta destinata ai talenti pretende conferme e misure adeguate a partire in primis dalle società. Persino gli addii di Buffon, Barzagli e De Rossi, ultimi eroi del trionfo in Germania nel 2006, invocano un ricambio generazionale solo rinviato nell’arco di dieci anni complice il rifornimento di alternative inferiori ai mostri sacri. Ma l’Italia come sta vivendo questo passaggio di testimone? Abbiamo stilato un confronto tra la realtà della Serie A inserita tra i cinque maggiori campionati europei, parallelo che giustifica parzialmente il valore dei prospetti di casa nostra.

Big senza talenti

Un recente approfondimento del CIES, stimato osservatorio calcistico, ha elencato gli U-21 più utilizzati in stagione nella top 5 d’Europa suddividendo i giocatori per ruoli e minutaggio concesso. In Serie A il solo Donnarumma ha disputato per intero tutte le gare di campionato seguito da Barella (95%) e Mandragora (92%), spazio che viceversa hanno raccolto a sprazzi il cagliaritano Romagna (50%) oltre a Lirola (60%) e Adjapong (44%) del Sassuolo fino al più apprezzato Chiesa (81%). Tutti ragazzi nati tra il 1997 e il 1999, anno quest’ultimo di riferimento per il solo Gigio, prospetti U-21 compresi tra i 37 azzurrini del nostro campionato bilanciati da 33 stranieri della stessa età. Nel nome del tricolore svetta il Milan con 5 baby seguito da Atalanta e Sassuolo a 4, scelte agli antipodi rispetto alle scelte di leader come Napoli, Inter e Juventus oltre al Bologna che non hanno optato finora per nessun italiano. A far riflettere incidono anche la titolarità concessa agli U-21 esteri rispetto ai nostri ragazzi (15 partenze dal 1’ contro 13 in almeno tre partite), d’altronde i primi conducono pure nella scala minima dei 180’ disputati (17 a 16). A lanciare i talenti stranieri con 3 esponenti sono Roma, Torino, Udinese e Benevento, scelte poco produttive per la causa azzurra da allineare con le già citate big sprovviste di ragazzi made in Italy.

Liga e Premier in ritardo

Il saldo totale degli U-21 in Serie A, costituito da 70 unità, si colloca a metà nel bilancio con i principali tornei continentali. La palma nera spetta alla Premier League che ammette solo 49 giovani (25 inglesi e 24 stranieri) distribuiti tra le 20 squadre partecipanti. Nonostante il numero inferiore, tuttavia, il minutaggio concesso sfiora la realtà italiana mentre sono 7 i club (City e Chelsea tra le altre) a non avere ancora schierato baby inglesi in campionato. I Blues di Conte svettano tuttavia per l’utilizzo di talenti esteri (3), decisione sconosciuta piuttosto per lo United di Mourinho. Non è un caso che nelle classifiche del CIES a prendersi la scena figurano i soli Richarlison (Watford) e Abraham (Swansea), decisamente più impiegati rispetto ai vari Rashford (United), Gomez (Liverpool) e Fosu-Mensah (Crystal Palace). Non dimentichiamo tuttavia i recenti trionfi inglesi ai Mondiali U-20 e U-17, successi in precedenza inediti che inaugurano scenari invitanti per il futuro del calcio d’Oltremanica. Persino la Liga, campionato che globalmente predilige la presenza di calciatori spagnoli a fronte degli stranieri, concede la ribalta a 58 giocatori minori di 21 anni (31 spagnoli e 27 esteri). Gioventù selezionata, d’altronde la loro adozione supera i prospetti della Serie A: l’eccellenza risponde a Unai Núñez (Athletic Bilbao) e Aarón Martín (Espanyol), finora sempre presenti e tallonati dal gioiello Carlos Soler in forza al Valencia. Oyarzabal della Real Sociedad è invece il ragazzo nato dal 1997 in poi più prolifico nella top 5 d’Europa con 6 gol. Il Real Madrid domina per la fiducia concessa ai giovani di casa (4) in partnership con il Villarreal, che a sua volta dispone di 3 stranieri U-21 (più di tutti). Quantomeno il campionato italiano si fa preferire alla Spagna per il numero di squadre che esulano dai talenti nazionali (4 contro 6), pecca tra le quali figurano big come Barcellona e Atletico Madrid.

Top Francia e Germania

Attestati di stima in termini di linea verde tra Bundesliga e Ligue 1, campionati che ammettono rispettivamente 89 e 106 ragazzi nati dal 1997 in poi. Prendendo in considerazione il campionato tedesco, il primo dato significativo riguarda il numero di club esenti dagli U-21 nazionali: solo 2 ovvero Bayern Monaco e ‘Gladbach. Per il resto i dati sono esponenziali rispetto ai tornei precedenti: i giovani tedeschi (38) e stranieri (51) ad aver disputato almeno 180’ sono totalmente 56, trend che diminuisce a 50 baby nel caso di tre partite giocate da titolari. I fiori all’occhiello? Pulisic del Dortmund e Harit dello Schalke 04 oltre a Uduokhai (Wolfsburg) e Upamecano (Lipsia). Bene la Germania, ancora meglio la Ligue 1 dove il solo Bordeaux non ha schierato almeno un giovane francese. D’altro canto le statistiche parlano chiaro: detto dei 106 minori di 21 anni distribuiti tra le varie partecipanti, sono 60 i baby utilizzati in almeno due partite e 55 quelli scesi in campo tre volte dal fischio d’inizio. Non hanno saltato nemmeno un minuto il Donnarumma di Francia, Alban Lafont, portiere del Tolosa emulato dal compagno Amian: il club biancoviola annovera ben 8 ragazzi francesi tra le proprie fila, mentre il Lille di Bielsa vara la pista estera con 7 giovanissimi. Presenze quasi fisse anche per Gnagon (Rennes), Tousart (Lione) e Malcom (Bordeaux) senza dimenticare l’enfant prodige Mbappé, limitato nel passaggio tecnico e milionario dal Monaco al PSG. Impossibile trascurare come la Ligue 1 abbia rifornito di 11 talenti l’attuale campionato tedesco, ennesima dimostrazione della vasta produzione proiettata al futuro. La Serie A resta piuttosto sospesa tra le migliori leghe continentali, tuttavia una cosa - ahinoi - è certa: l’Italia sarà l’unica delle 5 grandi d’Europa a non partecipare a Russia 2018. Talenti compresi, generazione perduta senza la ribalta mondiale.