Gattuso: "Restare non è la mia priorità. André Silva? Devo trovare il coraggio di dargli fiducia"

Serie A
Gennaro Gattuso, allenatore del Milan

L'allenatore della squadra rossonera ha presentato in conferenza stampa la gara contro il Cagliari che si disputerà domenica alle 18 alla Sardegna Arena: "Sappiamo soffrire, ma in attacco dobbiamo migliorare"

SERIE A, LE PROBABILI FORMAZIONI

CALCIOMERCATO, TUTTE LE TRATTATIVE LIVE

Iniziare nel migliore dei modi la seconde parte di stagione, obiettivo chiaro in casa Milan in vista della trasferta di Cagliari, sfida che si disputerà domenica alle ore 18 alla Sardegna Arena. Dopo i tre punti conquistati a San Siro contro il Crotone nella prima gara del 2018, i rossoneri adesso si preparano ad affrontare la formazione allenata da Diego Lopez. Una sfida che Rino Gattuso presenta così in conferenza stampa.

"Il Cagliari è una squadra in salute"

"E' una squadra difficile da affrontare: è in salute. Dobbiamo concedere poco campo, nei duelli sono molto forti. Non è un caso che abbiano vinto a Bergamo e fatto bene con la Juventus. La sosta? Avevamo bisogno di recuperare a livello mentale e fisico, ci voleva. Se devo dire la verità, sarebbe stato meglio stare insieme per lavorare con continuità, ma è stato giusto così".

"L'attacco? E' anche una questione mentale"

"I numeri li conosco bene. Stiamo facendo qualcosa anche a livello dei singoli giocatori. Dobbiamo continuare a lavorare. E' anche una questione mentale, agli attaccanti serve buttarla dentro per due, tre volte. Spero che poi qualche giocatore si sblocchi".

"La mia priorità non è restare qui"

"La mia fissa non è restare qui, devo vincere le partite e convincere. Dirà il tempo se resterò qui o no, devo dare tranquillità a questi ragazzi, non vado a dormire con il pensiero. Può essere che la mia carriera continui a Gallarate con gli Esordienti. In questo momento mi sento a casa qui, ho una grande responsabilità".

"André Silva? Ha una voglia incredibile di lavorare"

"Sta bene, ha una voglia incredibile di lavorare. La responsabilità è mia, devo trovare il coraggio di dargli fiducia. Ci mette voglia e professionalità, è giovane. Deve migliorare in qualche cosa, ma è molto forte. Non è un caso che molte squadre lo vogliano, ma la società non si è mossa".

"Locatelli deve rimanere qui"

"Una settimana prima della sosta ho parlato con lui. Secondo me deve rimanere qui. Lui è un '98, ha giocato titolare nella partita più importante della stagione, il derby, dove se avessi sbagliato, forse mi avrebbero mandato via. Non dimentichiamo la sua età, ha ancora molti margini di miglioramento. Può fare anche la mezzala, ha qualità fisiche e tecniche. Deve crescere qui. Giocare 10-12 partite qui è come farne 30-35 in un'altra squadra".

"Il mercato? Contento di avere questa rosa"

"Sono contentissimo di lavorare con questa squadra. So che qualcuno può dare qualcosa in più, conosco i miei giocatori, ne conosco pregi e difetti. Perchè cambiare tanto per cambiare? Ho sempre detto di voler restare con questa rosa".

"La mia politica è quella dei piccoli passi"

"Quando vado ad analizzare, vedo che la squadra sta cambiando un po' a livello mentale e per come sta in campo. Non basta, ma dobbiamo ricordarci da dove siamo partiti, le difficoltà che avevamo. Oggi abbiamo più tenuta, sappiamo soffrire. Sono contento di come creiamo, ma dobbiamo finalizzare di più. Quel che stiamo facendo non basta, ma fa parte del percorso. Come dico sempre, spero di non perdere giocatori per strada. Abbiamo fatto sempre la politica dei piccoli passi".

"Allegri? Tra me e lui c'è un abisso..."

"I primi anni ero molto più scontroso, andavo subito muso a muso. Poi ho capito e ragionato. Bisogna valutare la temperatura dello spogliatoio. La strada è ancora lunga, posso migliorare. C'è ancora un abisso tra me e Max sulla gestione e sulla tranquillità".

"Ronaldinho? Si faceva volere bene da tutti"

"Era un ragazzo che si faceva voler bene da tutti. Era un campione, fortissimo, tra i migliori 10 del calcio. Aveva la dote di farsi voler bene, aveva sempre il sorriso. Ogni tanto mi chiedevo: "Cosa avrà da ridere?". Mi ha fatto alcuni elastici, mi gira ancora la testa".