Calciomercato Story, l'invasione del dopo Bosman

Calciomercato

Giorgio Sigon

L'esultanza di Djorkaeff dopo il leggendario gol segnato alla Roma il 5 gennaio 1997
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Nuova tappa nella storia del calciomercato degli stranieri sbarcati in A. Dopo la rivoluzione del dicembre 1995 arrivarono nel nostro campionato oltre 50 nuovi volti. L'estate ci regalò nomi da consegnare alla storia del calcio

Abbattimento dei parametri, conseguente possibilità di acquistare a “zero” un calciatore, libero impiego di giocatori comunitari e mercato allungato. La “sentenza Bosman” e il mercato di riparazione per la prima volta allungato al 30 gennaio furono le cause principali della nuova ondata di giocatori stranieri per ciò che concerne la stagione 1996-1997.

Conti alla mano, i “nuovi volti” arrivati dall’estero furono ben 55. Considerando anche quelli rimasti in forza alle varie rose, il totale arriva quasi a quota 90. Anche in Serie B si inizia a comprare. In passato potevano giocare solo stranieri retrocessi e rimasti in rosa. Chi si ricorda, ad esempio, degli stranieri del Cosenza? Erano il nigeriano Monye e lo svedese Nylen.

Tornando alla serie A, impossibile passare in rassegna tutti gli arrivi di una stagione da record. Come detto il mercato fu allungato. Nacque la sessione invernale che quindi, oggi, compie 20 anni d’esistenza. Questa nuova formula non trovò grandi riscontri positivi: certe squadre venivano in buona parte cambiate e tanti allenatori non riuscivano ad amalgamare il gruppo. Insomma una semi bocciatura che però non avrebbe impedito la prosecuzione del nuovo corso.

Vega, Lonstrup, Tinkler e Romero costituirono una strana geografia in quel di Cagliari: Svizzera, Danimarca, Sudafrica e Uruguay. L’unico dei 4 ad andare a segno fu Lonstrup. Sull’Isola arrivò anche un altro svizzero: il portiere Pascolo. L’ultimo acquisto di gennaio fu Kanchelskis, preso dalla Fiorentina di Cecchi Gori.

Tra gli oltre 50 arrivi ci furono anche giocatori destinati a diventare autentici fuoriclasse: il Bordeaux eliminò il Milan in Europa ma mentre i rossoneri puntarono sull’esecutore materiale di quella sconfitta (Dugarry), la Juventus si fiondò sulla geniale mente di quella squadra (Zidane). Dalla Francia arrivò a Parma anche Thuram. Tra i ducali sbarcò pure Hernan Crespo, che in molti non ritenevano pronto per la Serie A. La Lazio si assicurò il talento di Pavel Nedved mentre la Sampdoria mise sotto contratto l’estro di Juan Sebastian Veron.

Un capitolo a parte merita Edgar Davids: arrivato alla corte del Milan, il giovane olandese salutò dopo una stagione e qualche spicciolo di quella successiva. Carattere poco gestibile e un problematico infortunio furono alla base della decisione dei rossoneri quando decisero di cederlo alla Juventus.

Il focus di oggi riguarda una squadra e due giocatori. Nonostante la sentenza Bosman, il Piacenza rimase italianissimo mentre qualche metro più in là ci fu un’esterofilia dannosa.

  1. La stagione 1996-1997 fu l’ultima passata dalla Reggiana nella massima serie. Sulla panchina si diedero il cambio Lucescu (esonerato dopo 10 giornate) e Oddo. Nessuno riuscì ad impedirne la retrocessione (19 punti in 34 giornate). Non bastarono gli 8 stranieri utilizzati durante quel campionato. Oltre a Grun e Sabau e Simutenkov, che erano già in terra italiana da qualche anno, arrivarono nomi che non passarono alla storia. Dopo 250 presenze in Bundesliga con le maglie di Amburgo, Werder Brema e Colonia, Dietmar Beiersdorfer chiuse la carriera in Italia. Suo collega di reparto era l’austriaco Michael Hatz che più in là con gli anni farà anche l’accompagnatore della Nazionale Italiana ad Euro 2008. Adolfo Valencia ha girato il mondo giocando in 7 nazioni diverse. Al Bayern Monaco fu capocannoniere della squadra con 11 reti nella stagione 93-94 che vide il trionfo in campionato dei bavaresi. Questo fece di lui il primo giocatore colombiano a vincere un titolo con una squadra europea. A Reggio lasciò traccia con 23 presenze e 4 gol. Durante il lungo mercato di riparazione arrivarono anche l’inglese Franz Carr e il portoghese Antonio Pacheco. Entrambi tolsero il disturbo una volta accertata la retrocessione

  2. Per lui garantiva un certo Zico. Così, nel 1996, arrivò in Friuli Marcio Amoroso, che appena 4 stagioni prima si cimentava nel campionato giapponese. 12 reti nella sua prima stagione fu tra i protagonisti della storica annata 1997-1998 chiusa dai bianconeri al 3° posto. Di brasiliani ne sono sempre arrivati e sempre ne arriveranno ma Amoroso è stato il primo verdeoro, dalla riapertura delle frontiere, a vincere la classifica marcatori di Serie A (campionato 98-99). Prima di lui ci erano riusciti Dino da Costa, Altafini e Vinicio. Oggi ricordiamo i 110 miliardi di Crespo o Mister 90 miliardi Vieri; non tutti forse ricordano che Amoroso passò al Parma per 74 miliardi di lire. Merito della rete che il brasiliano firmò il 21 marzo del 1999 contro i ducali che lottavano per lo scudetto: “Lancio di Paolo Poggi, stoppo di petto, faccio passare la palla sopra la testa di Santon, controllo con la fronte e poi sinistro sul primo palo. Quel gol mi portò via da Udine”. Queste le parole, a 15 anni di distanza da quella rete, del diretto interessato

  3. Un altro capace di affermarsi eccome, al suo primo anno, fu Youri Djorkaeff, nato il 9 marzo del 1968. Stesso giorno e mese della squadra per cui prestò servizio (fondazione Inter: 9 marzo 1908). Viscondi di Modrone andò a Parigi per trattarlo. L’idea era quella di strappare un sì ma di lasciarlo in Francia e per portarselo a casa a parametro zero un anno più tardi. Juventus e Barcellona erano interessate al talentuoso trequartista e fu così che Moratti decise di averlo tutto e subito. In molti ricordano lo splendido gol rifilato a Sterchele in Inter-Roma del 5 gennaio 1997. Quella sforbiciata pazzesca diventò il simbolo della campagna abbonamenti nerazzurra per la stagione successiva. Chiuse il suo anno da “matricola” con ben 14 reti, primo fra i nuovi stranieri, secondo tra tutti quelli di A (dietro solo ad Abel Balbo). Djorkaeff fu uno dei tantissimi francesi che l’Europa strappò al campionato translapino. Al via della stagione 96-97 erano quasi 60 i giocatori francesi presenti nei vari campionati europei mentre erano solo 4 i calciatori italiani impegnati in Ligue 1.