Test, è Vinales a brillare nella notte di Losail

MotoGp

Sandro Donato Grosso

Maverick Vinales, pilota spagnolo della Yamaha (Foto Getty)

IL BILANCIO. La chiusura dei test in Qatar consacra lo spagnolo della Yamaha come il pilota da battere. Tutti inesorabilmente in riga, anche le Ducati che vanno comunque forte. Rossi fa an passo indietro rispetto al secondo giorno

 

Diamante grezzo materializzatosi sul pianeta MotoGP, anno del Signore 2017. Il viaggio intergalattico che lo ha portato dalla Suzuki alla Yamaha nasconde ancora piccole impurezze ma brilla già tanto. Vinales illumina  i test ed è "vissuto" da tutti come l'elemento capace di inibire le ambizioni degli avversari.

"Si potremmo farcela ma Maverick fa la differenza, ha un altro ritmo...", la frase che accomuna piloti e tecnici. L'ultimo carato che manca alla certificazione è la sua possibile gestione della corsa dove può pesare l'esperienza. Al passo gara del pilota Yamaha si avvicina Dovizioso, secondo con la Ducati, che è stato sempre molto veloce anche con gomma morbida. Il suo garbo intelligente lo fa essere cauto ma Desmodovi potrebbe vivere una delle sue stagioni più interessanti.

Di Ducati nelle prime cinque posizioni in realtà ne troviamo ben tre se includiamo Lorenzo, quarto e soddisfatto dei miglioramenti anche dopo aver provato la nuova carena, e Bautista, quinto. Il pilota di Aspar ha sorpreso sia nel time attack sia nel long run con 20 giri percorsi ed un distacco di soli 3 decimi e mezzo rispetto al miglior passo. 

Rossi torna a soffrire e l'ottimismo della seconda giornata si dissolve in un ritmo più lento di 8 decimi rispetto a Vinales ed un setting problematico. Valentino lo ammette con grande onestà: "servirebbe un miracolo". Il Dottore ha anche pensato di riutilizzare la Moto 2016 visto la poca confidenza con la 2017 ma evidentemente non è possibile anche perché consuma eccessivamente le gomme a parte gli altri motivi tecnici. Ad oggi Rossi chiuderebbe il primo GP della stagione a 15 secondi ma il nove volte campione del mondo nella sua carriera di situazioni difficili ne ha ribaltate tante e poi le corse non si vincono solo con i dati e lui può essere il massimo esperto di questa filosofia. 

La Honda ritrova Pedrosa al terzo posto ma con ancora diverse cose da risolvere; tra queste l'inserimento in curva della moto di Dani mentre Marquez è decimo dopo una giornata nella quale ha collezionato ben tre cadute. Il team giapponese diretto da Livio Suppo indipendentemente dai risultati dà sempre l'impressione di poter cambiare i valori in pista da un momento all'altro grazie alle capacità tecniche e alla velocità di Marc che sarebbe folle escludere dalla lotta per il podio. 

L'universo MotoGP ora si placa, ma solo per dieci giorni prima che le luci di Losail tornino a riaccendersi. Poi capiremo cosa e se ci sarà qualcosa di diverso. Il pensiero però torna ancora a quel diamante grezzo destinato a lasciare il segno, perché oltre a farsi ammirare sembra in grado di tagliare e ferire diversi cuori.