Marc annacqua tutti, ma Vinales punta sul sole

MotoGp

Guido Meda

Marquez e Vinales, talenti spagnoli della MotoGP (foto getty)

IL PUNTO DI GUIDO MEDA. Il campione del mondo domina le qualifiche su pista umida. Petrucci riscatta l’Italia, mentre Rossi lotta e arranca, Dovizioso spreca un’occasione e Lorenzo non è pervenuto

La furia di Marquez

Il cielo dell’Argentina non è quello che si definisce un cielo decisionista. Pioggia sì, pioggia no, va a finire che le qualifiche si giocano sul quel mezzo e mezzo così tipico nella stagione 2016 e di cui saremmo anche un po’ stufi. Amen. Ma è in queste condizioni che troviamo il miglior Marc Marquez, l’unico ad apprezzare il meteo e a dimostrarlo con i numerini del cronometro. Si può dire che abbia spazzato e spezzato la concorrenza nel momento in cui il secondo è il ceco Karel Abraham, una vera sorpresona con la vecchia Ducati del 2015 tanto efficace sul bagnato, ma a quasi otto decimi. La Honda di Marquez sovrasterza e spancia come se fosse asciutto, come se in sella ci fosse proprio il Marquez dei tempi migliori che era semplicemente mancato un po’ in Qatar.

Non dimenticate Vinales

Marquez che è destinato certamente a fare bene in Texas tra due settimane è un po’ meno sicuro per la gara di domani perché dovrebbe essere asciutto e senza pioggia Vinales è una bomba a dispetto del sesto tempo in qualifica, un filo anonimo per uno che domina tutto da Pasqua dello scorso anno. Crutchlow sul bagnato fa il suo, che vuol dire terzo, segno che la Honda con poca aderenza soffre meno. Quanto agli italiani, oggi ci agganciamo a Danilo Petrucci su Ducati, quarto tempo in griglia, specialista della pioggia ma ben oltre il secondo di ritardo. In sostanza Marquez ha fatto un mestiere diverso da chiunque, Abraham e Crutchlow hanno provato ad assomigliargli, tutti gli altri invece non si sono fidati, compreso Pedrosa che è quinto davanti alle due Yamaha.

Tutti contro Rossi

Detto di Vinales, apprezziamo Rossi che con Pedrosa ha superato brillantemente il taglio della Q1, ma è lontano dall’essere a posto. Sull’asciutto la sua moto ondeggia gommosa, ancora in cerca dell’equilibrio tra il peso sul davanti e il peso sul dietro secondo il classico concetto della coperta corta. Il Qatar non ha sciolto il nodo, in Argentina non c’è una quarta gomma anteriore un po’ più robusta che lo aiuti perché il regolamento non lo prevede. Cioè, In realtà la gomma era lì, erano curiosi in parecchi (Rossi, Iannone, Crutchlow) di effettuare anche solo un test. Altri non erano della stessa idea e la loro linea ha prevalso in una Safety Commission a cui Rossi e Iannone (dodicesimo) non hanno partecipato. La notizia buona è che Rossi e Iannone evocano spavento agli avversari, quella cattiva è che possono solo affidarsi al lavoro del box e al loro istinto di animali da gara.

La Ducati dov’è?

E comunque stanno un po’ meglio dei ducatisti ufficiali. Il povero Dovizioso era facilmente da prima fila, se non fosse stato beffato da Pedrosa in Q1 per 67 millesimi! Nonostante il tredicesimo tempo in griglia, continua ad essere la faccia migliore della Ducati e potrebbe pure ambire se riuscirà a rimontare tutte le posizioni che ha perso e se sarà sereno. Ciò che non è certamente Jorge Lorenzo, sedicesimo, alle prese con un apprendistato nel quale non si capisce se sia lui a dover andare incontro alla Ducati o viceversa e in che modalità e in che tempi potrà accadere.