Ducati, è grande Italia con Dovi e Petrucci in MotoGP

MotoGp

Paolo Beltramo

Dovizioso e Petrucci - Jerez 2017 (foto: Getty Images)
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Paolo Beltramo fa un bilancio del Mondiale MotoGP a metà stagione, in attesa della ripresa fissata per il 6 agosto con il GP della Repubblica Ceca a Brno. Dopo Honda e Yamaha è il turno della Ducati. Dalla crescita di Dovizioso all’adattamento di Lorenzo, dal positivissimo Petrucci ai piloti con mezzi degli anni precedenti, la Ducati schiera ben otto MotoGP in griglia. Un bell’impegno, per il più piccolo (come dimensioni) tra i grandi costruttori, una soddisfazione grande per il motociclismo italiano

Dei tre Grandi Marchi che dominano in MotoGP, uno è italiano: il rosso Ducati. Andrea Dovizioso è stato addirittura primo in campionato, ha vinto due volte consecutive (Mugello e Barcellona), ha sempre saputo trarre il meglio o quasi (il quinto posto di Assen poteva essere almeno un terzo…) da tutte le situazioni, l’unico suo “0” è arrivato in Argentina non per colpa sua. È insomma cresciuto come la GP17: lui in consapevolezza e aggressività, lei in competitività dopo un inizio di stagione un po’ problematico. La situazione assomigliava abbastanza a quella della Yamaha dove le moto meno evolute a volte erano tanto competitive quanto quelle ufficiali.

Dei due piloti Ducati, poi, Jorge Lorenzo ha avuto molte difficoltà, molte più di quelle che i molti ottimisti pensavano incontrasse. Il campione spagnolo ha comunque mostrato sprazzi di competitività, di velocità assoluta, ma poca costanza. Un po’ fuoco di paglia, insomma. Però c’è il terzo posto di Jerez, l’atteggiamento giusto: umile, aperto, da uomo squadra quando è stato sotto il podio a festeggiare le vittorie del Dovi. Insomma JL99 deve ancora capire come far durare le gomme, non ha ancora completato l’adattamento suo alla Ducati e della Ducati a sé stesso, ma l’impressione di solidità vicina resta. Anche se il confronto col suo meno pagato e forse un po’ sottovalutato compagno resta abbastanza impietoso, ci sono aspetti incoraggianti per la seconda metà di stagione.

Piuttosto bene anche Danilo Petrucci, due podi (terzo al Mugello e un secondo posto olandese strepitoso) e due pole position (anche se una tolta per una piccolezza), un’impressione di solidità, di crescita anche se qualche volta soffre più di altri le Michelin a causa anche de suo peso. Si è meritato la riconferma per l’anno prossimo, ancora con una Ducati Ufficiale.

Riconfermato dal Team Aspar anche l’ottimo Alvaro Bautista, spesso tra i primi, ancor più spesso strepitoso in prova. È un pilota esperto che completa superbamente il gruppo ed infatti è il migliore dei Ducatisti dopo quelli con moto ufficiale 2017. Gli altri, Baz, Barbera, Abraham fanno ciò che possono: qualche volta stupiscono, di solito completano lo spettacolo che è quello che si chiede loro.

Insomma una Ducati come sempre con svariate sfaccettature, la più numerosa con la bellezza di 8 piloti in griglia (a volte 9 quando corre anche il collaudatore Pirro) e quella con il più vario insieme di modelli della sua GP schierati: 15, 16 e 17. Un bell’impegno, per la più piccola (come dimensioni) delle grandi, una soddisfazione grande per il motociclismo italiano, capace di riempire con un solo marchio un terzo dello schieramento.

Attendiamo impazienti Brno, dove Honda ha provato due giorni con Marquez, Pedrosa e Crutchlow, cosa che dovrebbe favorirla, almeno il venerdì di prove libere.