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NBA, i risultati della notte: Detroit al doppio OT

NBA

Nella gara più combattuta della notte, i Pistons battono i Blazers con una tripla di Caldwell-Pope a meno di dieci secondi dal termine del secondo overtime. I Big Three di Cleveland vanno tutti oltre quota 25 nella vittoria a domicilio contro Phoenix. Memphis ne segna 88, ma vince con quasi dieci punti di scarto contro gli Utah Jazz

Brooklyn Nets-Philadelphia 76ers 95-105 — Una di fronte all’altra le due peggiori squadre NBA ma il futuro sembra più roseo per i Sixers che hanno in squadra i due migliori rookie della stagione per punti e rimbalzi (19.3 + 7.4 Joel Embiid, 9.4 + 5.9 Dario Saric) — e si vede. Il lungo camerunense chiude con 20 punti e 5 rimbalzi (per la sesta volta in fila), il croato ne aggiunge 18 + 5 dalla panchina, ma tutto il quintetto dei Sixers va in doppia cifra e centra la decima vittoria stagionale, eguagliando il totale della scorsa stagione (10-72). La gara si decide col break degli ospiti nel quarto quarto (17-2) che rende inutili i 26 punti di Brook Lopez in casa Nets, arrivati alla sesta sconfitta in fila maturata dopo il +11 dell’intervallo, anche a seguito di 22 palle perse. 

Milwaukee Bucks-Washington Wizards 101-107 — Senza Giannis Antetokounmpo, fermato all’ultimo da un'influenza, i Bucks concedono agli Wizards solo la loro quarta vittoria esterna stagionale su 16 gare disputate, utilissima però a portare sul 3-1 gli scontri diretti. John Wall sale in cattedra solo nel quarto periodo (firmando 8 dei suoi 16 punti totali), ma i 28 di Bradley Beal, i 20 con 10 rimbalzi di Markieff Morris e i 17 uscendo dalla panchina di un ottimo Kelly Oubre Jr. assicurano il successo alla squadra di coach Brooks. Nei Bucks torna Matthew Dellavedova ma parte ancora titolare Malcolm Brogdon che ne firma 22, inutili però quanto i 28 di Jabari Parker con 8 rimbalzi e 7 assist. 

L.A. Clippers-Miami Heat 98-86 — Chris Paul festeggia il traguardo degli 8.000 assist distribuiti in carriera regalandone 18 per i compagni, che assieme a 19 punti e una sola palla persa infiocchettano la 26^ vittoria stagionale. “Non lo sapevo. Figo. Immagino voglia dire che gioco da un bel po’” il commento in campo di CP3, solo il decimo giocatore di sempre a superare quota 8.000 (John Stockton guida tutti dall’alto dei suoi irraggiungibili 15.806 assist). Un terzo delle sue assistenze hanno armato la mano di J.J. Redick, che ha chiuso con 25 punti e 4/8 dall’arco, mentre altre quattro hanno permesso a Marreese Speights di chiudere con 19, il migliore di una panchina priva di Austin Rivers (influenza) e con un Jamal Crawford in serata no da 1/12 al tiro. Dall’altra parte Goran Dragic ne ha messi 24 e Hassan Whiteside è tornato in campo dopo quattro partite di assenza registrando una doppia-doppia da 15+13, ma gli Heat hanno tirato col 37% di squadra e hanno avuto tre falli tecnici, con un flagrant-2 rimediato da Dion Waiters per una gomitata a rimbalzo nei confronti di Redick.

Memphis Grizzlies-Utah Jazz 88-79 — La sfida tra la seconda e la terza miglior difesa della NBA non poteva che finire sotto i 90 punti. E quando si gioca a basso ritmo, poche squadre sono migliori dei Grizzlies, che tengono i Jazz sotto il 40% dal campo (28/72) e ringraziano lo scarso 61% ai liberi degli ospiti, che per la prima volta in stagione perdono pur avendo in campo George Hill (15 punti) e Gordon Hayward (22 punti) insieme. La squadra di casa è andata avanti anche di 17 punti prima di subire cinque triple nell’ultimo quarto (28 punti nell’ultimo parziale a fronte dei soli 51 segnati nei primi tre quarti), ma ha tenuto duro grazie ai 19 di Mike Conley e i 17 di Marc Gasol.

 

Phoenix Suns-Cleveland Cavaliers 116-120 — Per la terza volta da quando giocano insieme i Big Three di Cleveland vanno tutti sopra quota 25 punti, toccando quota 80 distribuiti tra i 28 di LeBron James (anche 8 rimbalzi e 4 assist per lui, pur con 7 palle perse), i 27 di Kyrie Irving (7 assist e 7 palle perse) e i 25 di Kevin Love (che ha raccolto 10 rimbalzi come Tristan Thompson). I campioni in carica sono andati avanti anche di 20 punti nel terzo quarto prima di subire la rimonta dei Suns guidata dalle guardie (31 per Eric Bledsoe, 28 di Devin Booker) e da altri quattro giocatori in doppia cifra per un parziale di 25-7 nel terzo quarto. Nell’ultima frazione, però, i 12 punti con 5/7 al tiro e due bombe pesantissime di James hanno deciso la sfida, con il Re che è diventato il 14° giocatore di sempre a segnare 10.000 canestri in carriera.

Sacramento Kings-Golden State Warriors 106-117 - Imparare dai maestri è sempre stato un pregio per gli allievi. E per Steve Kerr che ha giocato sia con Phil Jackson che con Gregg Popovich, c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Inevitabile quindi andare con la mente all’allenatore degli Spurs quando, dopo soli 18 secondi, l’allenatore di Golden State chiama timeout dopo una pessima difesa su DeMarcus Cousins per iniziare il match, il più veloce di tutta la stagione NBA. “Sono soltanto la brutta copia di Pop”, scherza il coach degli Warriors a fine gara, sorridente dopo il successo mai in discussione nel secondo parte di gara contro i Sacramento Kings.  Steph Curry ne mette 30, Kevin Durant 28 e per i Kings diventa complesso restare aggrappati agli ospiti nonostante tutto il quintetto metta a referto almeno 14 punti. Gli Warriors chiudono il match a quota 33 assist, la 26^ gara in questa regular season oltre quota 30 (gli Spurs secondi si fermano a sette): una macchina da canestri che riprende la sua corsa in vetta alla Western Conference.

Portland Trail Blazers-Detroit Pistons 124-125 2OT - Dopo la sospensione di ieri a causa del pericolo ghiaccio (di certo non una novità a gennaio in Oregon), Portland e Detroit ripagano con gli interessi i 13.000 spettatori (pochi per gli standard NBA) arrivati al Moda Center, giocando la gara più combattuta della notte, con 14 avvicendamenti alla guida del match e 11 pareggi, vinta dagli ospiti soltanto dopo due overtime. A mettere il sigillo sul successo dei Pistons, la tripla a 9.4 secondi dal termine di Kentavious Caldwell-Pope che rende vani i 34 di C.J. McCollum, alla settima partita consecutiva oltre quota venti e primo terminale offensivo anche con Damian Lillard in campo. Alla doppia doppia sfiorata da 20 e 9 rimbalzi del numero 0, si aggiungono i 30 punti di Allan Crabbe, suo massimo in carriera. Ad avere la meglio però sono i Pistons, bravi a restare in partita grazie ai 28+14 di Andre Drummond e ai 31 di Reggie Jackson anche tirando soltanto 8/25 dall’arco. In fondo, quella decisiva, è andata dentro. 

Los Angeles Lakers-Orlando Magic 111-95 — Erano 30 partite che i Lakers non riuscivano a vincerne due in fila. Ci sono riusciti con i Magic, ringraziando i 19 punti di Julius Randle e i 17 (career-high pareggiato per la seconda volta in fila) di Brandon Ingram, a cui si sono aggiunti altri quattro giocatori in doppia cifra guidati dai 17 di D’Angelo Russell (anche 8 rimbalzi e 7 assist con 7/10 al tiro per lui). Per Orlando il terzetto formato da Ibaka, Fournier e Vucevic ha raggiunto i 19 punti, ma un terribile terzo quarto (0/10 al tiro per iniziare, solo 9 punti segnati nel parziale a fronte dei 19 dei Lakers) li condanna alla terza sconfitta in fila, dopo una serata in cui hanno tirato solo col 37.8% dal campo.