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NBA, gli Hawks vincono la maratona contro i Knicks

NBA

Ad Atlanta va in scena la partita più diventente dell'anno, vinta dai padroni di casa per 142-139 contro i New York Knicks dopo una battaglia durata ben quattro overtime

La partita della notte, e non solo. Di certo la gara più lunga dell’anno, iniziata alle 3 p.m. ora locale (le nostre 21), illudendo gli spettatori al di qua dell’oceano di poter godere di una partita a un orario europeo e inchiodandoli invece davanti lo schermo per quasi quattro ore. Quattro come gli overtime giocati da Hawks e Knicks, in una partita che resterà di certo tra le più divertenti della storia recente dell’NBA. Atlanta aveva già giocato (e vinto) nel 2012 una partita durata 68 minuti, mentre per New York è soltanto la seconda volta nella storia della franchigia (la prima nel 1951) che i blu-arancio disputano un match che dura così a lungo. Alla fine ad avere la meglio sono i padroni di casa per 142-139, che chiudono l'estenuante sfida con il quintetto tutto oltre quota 19 punti, approfittando della rotazione molto corta a disposizione di Jeff Hornacek, senza Derrick Rose e con soli nove giocatori a dividersi il così ampio minutaggio.

Paul Millsap All-Star - Il protagonista della serata è Paul Millsap, autore di 37 punti, 19 rimbalzi e 7 assist. Il dato più sorprendente della sua partita però, sono i 60 minuti trascorsi sul parquet, di cui gli ultimi 35 giocati in maniera consecutiva. Senza tirare mai il fiato, come nel quarto overtime quando si è lanciato alla conquista del rimbalzo d’attacco e realizzando il canestro che ha sostanzialmente deciso l'esito dell'incontro. Un All-Star dell’impegno il numero 4, non solo del talento. “Non ci sarebbe stato alcun modo per farmi uscire – commenta il diretto interessato -. È stato molto divertente, non so se succederà ancora, ma è stato piacevole”. Ai suoi si aggiungono i 19+ 13 di Dwight Howard (fuori per falli nel finale) e i 23 con 15 assist (massimo in carriera) di Dennis Schroder, che mette il sigillo sul canestro del pareggio sul finire del terzo tempo supplementare. Una maratona, durante la quale per porre fine alle ostilità si era pensato anche a metodi alternativi.

Non bastano i 45 di Carmelo - Dall’altra parte invece Carmelo Anthony ne gioca soltanto due di overtime, ma non per scelta. Il numero 7 dei Knicks infatti - dopo una prestazione da 45 punti e dopo aver realizzato i due canestri che hanno prima pareggiato la partita alla fine dei regolamentali e poi al termine del primo extratime - è costretto a uscire causa falli, guardando seduto in panchina gli ultimi 10 minuti di gioco. “Questi sono finali di gara in cui devi scavarti dentro. Sei esausto, ma devi trovare energie che non pensavi di avere. Ma essere costretto al ruolo di spettatore nel finale mi è molto dispiaciuto. Soprattutto conoscendo il corso della partita, il flusso: quello era il momento in cui volevo essere in campo”. Rammarico non solo suo, ma anche di Kristaps Porzingis, fuori per falli già ben prima della fine dei regolamentari, e anche di Joakim Noah e Kyle O’Quinn. Un quintetto rimaneggiato quindi per i newyorchesi nel finale, in cui i panni dell’eroe li ha indossati Courtney Lee, mandando a bersaglio il più improbabile dei canestri da tre per allungare il match dopo 58 minuti e sfiorando l’impresa anche nel finale di gara, trovando però soltanto il primo ferro con una conclusione che ci avrebbe regalato a distanza di 28 anni dall'ultima volta, una gara con cinque overtime. A fine partita, alla richiesta del giornalista a bordo campo di fare una sintesi dell’incontro, Paul Millsap ha risposto: “Non la ricordo nemmeno”. Noi invece sì, e lo faremo a lungo.