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NBA, Golden State sconfitta a Sacramento in OT

NBA

Per la terza volta in stagione Golden State perde al supplementare, questa volta per mano di un DeMarcus Cousins da 32 punti, 12 rimbalzi e 9 assist. Steph Curry segna 35 punti, ma sbaglia due tiri per vincerla nell'overtime. Solo 10 punti in 42 minuti per Kevin Durant, mai così male

I Sacramento Kings sono quella squadra che una sera riesce a perdere contro la peggiore della Western Conference e quella dopo batte la migliore della NBA al supplementare. Verrebbe quasi da dire che in serate come questa essere la squadra più disfunzionale della lega ha i suoi pregi e i suoi difetti, esattamente come avere DeMarcus Cousins. Come sempre, il centro dei Kings ha determinato le sorti dei suoi, sfiorando la tripla doppia (32 punti, 12 rimbalzi e 9 assist) dopo averne realizzata una la sera prima contro Phoenix, con tutti i possessi decisivi che sono passati dalle sue mani: il tiro della vittoria nei regolamentari si è infranto sul ferro, ma nell’overtime ha realizzato 6 punti degli 11 di squadra e difeso bene contro il miglior attacco della lega. Cousins aveva perso il controllo di un rimbalzo difensivo a pochi secondi dalla fine del supplementare regalando un altro possesso a Golden State, ma il successivo sottomano di Steph Curry — che aveva già sbagliato un tiro a centro area pochi secondi prima — si è clamorosamente fermato sul ferro. Dopo due liberi per il +3 di Darren Collison, la tripla per il pareggio di Draymond Green aveva poche speranze di entrare, dando ai Kings un’inattesa vittoria di prestigio contro i rivali divisionali che non battevano da ben 13 partite.

Il peggiore KD della carriera — Nonostante gli errori finali, Steph Curry è stato ampiamente il migliore dei suoi realizzando 35 punti con 9 assist, 3 recuperi e 8/14 da tre punti, con il fratello di “Splash” Klay Thompson a realizzarne 26 pur con percentuali peggiori (10/25 dal campo, 4/11 da tre e -11 di plus-minus). Lo stesso non si può dire di Kevin Durant, che mai nella sua carriera aveva segnato solo 10 punti in una partita in cui aveva disputato almeno 40 minuti. Colpa di una serata storta al tiro — 2/10 dal campo, 0/6 da tre — ma anche del poco coinvolgimento offensivo, visto che nel supplementare non ha sostanzialmente mai toccato palla, senza provare neanche una volta il tiro. Molto meglio è andato invece in difesa, dove ha catturato 9 rimbalzi e ha distribuito 5 stoppate. Una serata storta al tiro può capitare in una stagione lunga come quella della NBA, ma la terza sconfitta su tre supplementari disputati in questa regular season segnala che per i Golden State Warriors qualcosa da registrare nei finali di partita ancora c’è. E meno male, altrimenti sarebbe tutto troppo semplice per una squadra che finora ha vinto quasi l’85% delle partite disputate.

Paura per Green e la furia di Kerr — I tifosi degli Warriors hanno passato un brutto quarto d’ora nel secondo quarto, quando Draymond Green è andato a schiantarsi contro un cameraman sotto il canestro ed è rimasto a terra tenendosi il ginocchio destro, prima di tornare zoppicando negli spogliatoi. Al rientro dopo che i primi raggi x avevano dato esito negativo, l’ala degli Warriors non ha dato segni di ulteriori problemi, finendo con 16 punti, 8 rimbalzi e 6 assist, tra cui una prepotente schiacciata nel supplementare sopra la testa di Anthony Tolliver. Dopo aver saltato la partita precedente per un problema alla spalla sinistra, Green è tornato a essere se stesso prendendosi un tecnico nel terzo quarto dopo un paio di chiamate dubbie contro il compagno Kevon Looney. Ma la reazione di Draymond è stata nulla in confronto alla furia di Steve Kerr, che si è lanciato sul parquet fino a metà campo riempiendo di insulti l’arbitro e venendo espulso. Se non altro ha avuto l’effetto sperato visto che Curry e Thompson hanno immediatamente segnato due triple consecutive dopo l’espulsione del loro allenatore.

La miglior Sacramento della stagione — I problemi degli Warriors però non devono far passare sottotraccia la partita dei Kings, forse la migliore di tutta la stagione per qualità dell’avversario e concentrazione mostrata in campo, specialmente in difesa dove hanno tenuto Golden State solo al 41% al tiro e il 34% da tre. Grande merito va a Collison (18 punti con 8/13 dal campo) e soprattutto alla panchina, capace di segnare 45 punti (Willie Cauley-Stein 14, Anthony Tolliver e Matt Barnes 11, Ty Lawson 7 e Malachi Richardson 2) contro i soli 16 di quella degli ospiti. Una spinta necessaria per cogliere una vittoria casalinga su cui costruire, visto che 10 delle prossime 12 gare saranno disputate tra le mura amiche del Golden1 Center. Un vantaggio da sfruttare per dare battaglia fino all’ultimo nella corsa all’ottavo posto, distante ora 3 partite e mezza.