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NBA, il canestro "da più lontano" è di Baron Davis

NBA

Sedici anni (e un giorno) fa, Baron Davis compiva questa magia nella sfida tra i suoi Charlotte Hornets e i Milwaukee Bucks. Nessuno ha mai segnato un canestro nella storia NBA da così lontano

Gli dei del basket ogni tanto accolgono le preghiere che spesso i giocatori lanciano in aria allo scadere del tempo o del quarto, incapaci per questioni di tempo di costruire un tiro a maggior percentuale. In rare occasioni però, si fanno davvero prendere la mano, concedendoci delle gemme che restano nella storia del gioco. Sedici anni (e un giorno) fa infatti, Baron Davis ha realizzato il canestro da più lontano nella storia NBA nella sfida tra i suoi Charlotte Hornets (prima che diventassero Bobcats, per poi fare marcia indietro) e i Milwaukee Bucks. Ottantanove piedi, oltre 27 metri di distanza. C’è chi dice fossero di più, chi invece considera soltanto la direttrice verso il ferro, valutando quindi la sua conclusione in realtà leggermente più corta. La sostanza però, non cambia: il canestro del Barone supera quello Norm Van Lier datato 19 gennaio 1977 realizzato con i Chicago Bulls contro i San Antonio Spurs in un match vinto dai texani 115-107 e resta nell’immaginario collettivo come IL bersaglio dalla distanza per eccellenza. Al terzo posto ogni epoca, un canestro di LeBron James arrivato sul finire del terzo quarto di un match contro i Celtics il 3 gennaio 2007.

Avere fiducia nei compagni - Quello del Re in realtà presenta le tipiche caratteristiche del canestro dalla distanza: il numero 23 ha addirittura il tempo per effettuare un palleggio e soprattutto di scagliare la palla prendendo forza dal terzo tempo. Quello di Davis, invece, è totalmente insensato: un tiro a una mano che compie una parabola che raggiunge i sette metri d’altezza prima di spiovere nel canestro. Un atto di fede in cui qualcuno ha creduto sin dall’inizio, come dimostrano le immagini. Il buon Eddie Robinson, compagno di squadra di Davis col numero 32 sulla schiena (sbuca nel video in basso a destra mentre il pallone sta per entrare) è già con le braccia alzate in segno di trionfo. Sa che quella palla sta per andare dentro nonostante per qualche frazione di secondo sia più vicina al soffitto dell’arena che al ferro. Non c’è storia, nessuno è ancora riuscito a detronizzare l’ex playmaker (tra le altre9 dei Golden State Warriors. Jae Crowder nel novembre 2015 in realtà era riuscito a fare meglio, centrando il bersaglio direttamente dalla rimessa dal fondo, nel disperato tentativo di servire un compagno che non è riuscito però a deviare a canestro la conclusione. Tre punti annullati e primato mantenuto. Meglio così. In fondo un barone, come un diamante, è per sempre.