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NBA, Westbrook non sbaglia nel finale: Pelicans ko

NBA

La stella dei Thunder segna 21 dei suoi 41 punti nell'ultimo quarto e realizza la 29^ tripla doppia stagionale, rendendo inutili i 69 in coppia di Davis e Cousins

A differenza di quanto succede su altri palcoscenici, alla fine della sfida tra Oklahoma City Thunder e New Orleans Pelicans non c’è nessun errore e nessun dietrofront: è come sempre Russell Westbrook a decidere la partita sul 118-110, tenendo da parte 21 dei suoi 41 punti per il solo ultimo quarto (il massimo della sua carriera) a cui aggiunge 11 rimbalzi e 11 assist per la 29^ tripla doppia stagionale. È la settima volta che gli capita segnando almeno 40 punti, agganciando Wilt Chamberlain al secondo posto della classifica all-time dietro le — incredibili — 22 di Oscar Robertson. Westbrook però non è stato l’unico protagonista di una partita combattutissima (20 avvicendamenti alla guida nel punteggio e 11 parità), visto che dall’altra parte la coppia “Fire & Ice” formata da Anthony Davis e DeMarcus Cousins hanno finito entrambi per la prima volta oltre quota 30, il primo con 38 e il secondo con 31 in meno di 22 minuti per problemi di falli.

West Side Story — Già dall’inizio della partita si capiva che non sarebbe stata una serata normale: in poco più di un minuto e mezzo Cousins aveva già raccolto due falli e soprattutto il tecnico più veloce della sua carriera dopo 35 secondi (è anche il 18° stagionale che lo porta alla sospensione automatica per una partita). I problemi di falli saranno il leitmotiv di tutta la partita di “Boogie”, ma anche uno dei motivi per il super quarto iniziale di “AD”, che con 24 punti nei primi 12 minuti registra il suo massimo personale e della storia della franchigia per punti in un singolo quarto. Dopo la sfuriata di Davis arriva il turno dell'altro All-Star della Western Conference, che nel secondo quarto realizza 19 dei 24 punti di squadra chiudendo un primo tempo in cui i due hanno segnato o assistito 51 dei 59 punti segnati dai Pelicans, anche se all’intervallo il punteggio è in parità.

The Artist — Dopo un primo tempo passato più che altro a mettere in ritmo i compagni con 9 assist (e sei delle nove palle perse di serata), Russell Westbrook inizia a scaldare i motori nel terzo con 10 punti e 5 rimbalzi, pur tirando solo 7/19 dal campo nei primi 36 minuti. Ma non è nulla in confronto allo show dell’ultimo quarto, sostanzialmente deciso da una sua schiacciata torreggiante che non solo ha dato 4 punti di vantaggio ai suoi a 2:38 dalla fine, ma ha anche provocato il sesto e ultimo fallo di Cousins. Una prova di dominio fisico e mentale con pochissimi eguali nella lega, per quella che ad oggi è la miglior squadra “in the clutch” (ultimi 5 minuti di gioco con punteggio entro 5 punti) di tutta la NBA, grazie al terzo miglior attacco (117.2 punti su 100 possessi, quasi 10 in più rispetto all’anno scorso) e nettamente la miglior difesa (86.7, quasi 8 punti meglio della seconda, Washington). Il record complessivo in queste situazioni è di 20 vittorie e 11 sconfitte, ed è inevitabile che il merito sia soprattutto di Westbrook, che guida la NBA praticamente in tutte le voci statistiche nei finali di gara e viaggia a una media di 56.4 punti parametrati su 36 minuti e il 57% di percentuale reale. E dire che quello dei finali di gara era considerato il suo difetto maggiore…

Crash — Nonostante la presenza di due lunghi di livello assoluto come Davis e Cousins — a proposito: è la prima volta che un compagno di DMC segna più di lui in una partita in cui ha raggiunto i 30 punti — i Pelicans sono stati battuti nettamente in area (56-40 il vantaggio OKC) e a rimbalzo per 53 a 35, concedendone ben 16 in attacco (di cui nove a uno scatenato Steven Adams, che sotto il suo canestro ne ha catturato solo uno) e subendo un Enes Kanter da 20 punti e 9 rimbalzi in soli 24 minuti di gioco, alla seconda partita dopo quasi un mese di assenza. Una vittoria di particolare valore, considerando che i padroni di casa erano privi di Victor Oladipo (fermato da un problema alla schiena) e che i Pelicans non hanno ancora vinto con la nuova coppia di All-Star sotto canestro, che devono trovare tanto la chimica tra di loro (-11 di Net Rating nei 55 minuti finora disputati assieme) quanto con il resto della squadra, soprattutto per un Jrue Holiday apparso fin troppo impegnato a passare la palla (8 assist) che a segnare (solo 6 punti per la seconda volta in tre partite). Equilibri difficili che invece i Thunder non devono cercare, aggrappati come sono a un Westbrook ormai in media per raggiungere quota 40 triple doppie a fine stagione, solamente a una dal record di Oscar Robertson che sembrava per sempre irraggiungibile. Ma si sa, specialmente di questi tempi le sorprese non finiscono mai.