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NBA, Wizards-Warriors, Kevin Durant torna a casa

NBA
A Washington volevano vedere Kevin Durant con la maglia degli Wizards. Invece arriva nella capitale da avversario (foto Getty)
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Washington è ancora alla ricerca della prima vittoria dopo l'All-Star break, ma i clienti sono i peggiori possibili: Golden State arriva nella capitale sulla scia di 4 vittorie consecutive con uno Steph Curry in cerca di riscatto dopo lo 0/11 di Philadelphia. La gara oggi su Sky Sport 2 e Sky Sport 3

La partita della notte è forse quanto di più intrigante possa offrire il basket NBA in questo momento della stagione, con i Golden State Warriors pronti a fare visita in back-to-back agli Washington Wizards, una delle squadre più in forma della Eastern Conference, in netta risalita dopo le difficoltà delle prime settimane. Gli occhi sono puntati su Steph Curry, il quale, l’ultima volta che è sceso sul parquet al Verizon Center, ha chiuso il match con 51 punti a referto e ben 11 triple, in una gara vinta 134-121 dagli ospiti. A caricare di maggiore aspettativa l’incontro ci ha pensato poi la pessima prestazione realizzativa di questa notte del numero 30, al secondo uovo stagionale dalla lunga distanza nella sfida vinta contro i Philadelphia 76ers. Uno 0/11 su che grida vendetta. L’ultima volta che era accaduto (lo scorso novembre contro i Lakers), Curry aveva poi risposto segnando 13 canestri da tre nella gara successiva contro i Pelicans, fissando il nuovo record di triple in una singola partita. Chissà cosa starà preparando per questa notte…

Non solo Curry – Se come detto c’è attesa per vedere come reagisce un tiratore come Curry a una serata così storta come quella di Philadelphia (l’undicesimo e anche il decimo posto tra i più prolifici realizzatori da tre sono a portata di mano, -3 triple a segno per raggiungere Kobe Bryant, -6 per Chauncey Billuips), la gara del Verizon Center è anche il primo ritorno nella sua città di Kevin Durant dopo non essersi neppure seduto al tavolo delle trattative per contemplare un futuro in maglia Wizards. A lungo chiacchierata, l’ipotesi di una scelta di vita che portasse il n°35 nella franchigia di casa si è dimostrata presto poco praticabile e i tifosi della Capitale – magari non così infuriati come quelli di Oklahoma City – potrebbero non aver gradito di essere stati così platealmente snobbati. Quella di Washington – contro il suo ex allenatore ai Thunder Scott Brooks – è tra l’altro la 700^ partita di stagione regolare della carriera di Kevin Durant, sempre più il miglior marcatore dei suoi Warriors (quasi 26 a sera, avvicinandosi al 54% dal campo) e simbolo di una squadra capace di cambiare senza però intaccare i propri perfetti meccanismi. Giunti al quarto anno in fila con almeno 50 vittorie (solo Spurs e Clippers possono vantare lo stesso dato), gli Warriors chiudono febbraio cercando la decima vittoria mensile (a fronte di sole 2 sconfitte) e portano a Washington la solita litania di statistiche impressionanti: sono infatti primi assoluti in tutta la lega per offensive rating (114.1 punti ogni 100 possessi) e net rating (+12.8, gli Spurs secondi sfoggiano un +9.2), ma anche per percentuale al tiro (49.9%) e assist (31.0) oltre che per recuperi (9.7), stoppate (6.7) e deflection (18.6). Una macchina da guerra, in attacco quanto in difesa, che contro gli Wizards ha vinto gli ultimi 4 scontri diretti e 10 delle ultime 11 sfide. 

Qui Washington - Ad attenderli in casa, la miglior squadra dell’Est (record alla mano) degli ultimi due mesi. Gli Washington Wizards infatti arrivano al match reduci sì da due sconfitte nel post All-Star break, le quali però non hanno incrinato le ambizioni da vertice avanzate dai ragazzi di coach Scott Brooks nelle ultime settimane. A capitanare non solo in senso figurato i capitolini c’è John Wall, il quale sta viaggiando ai massimi in carriera per punti segnati (22.9), assist (10.7) e percentuale dal campo (45.2%). Una doppia doppia trasvestita da numero 2, pronta a sgusciare via alla velocità della luce contro qualsiasi tipo di difensore e/o difesa. La prima scelta del draft 2010 infatti, nonostante il non sempre affidabile tiro dalla lunga distanza (31.4% in stagione su 3 tentativi abbondanti a partita), riesce spesso e volentieri a battere dal palleggio il proprio avversario diretto, generando poi tanto spazio libero sul perimetro per i compagni. Eh già, perché buona parte dei suoi assist finiscono nelle mani di Bradley Beal e Otto Porter. Il primo, archiviate ormai le polemiche di inizio stagione, sta collezionando cifre da record a livello personale (22.6 punti), tirando un filo sotto il 40% da tre; il numero 22 invece, se possibile, sta facendo addirittura meglio: è al momento il miglior tiratore dall’arco dell’intera lega grazie al suo irreale 45.8% dalla lunga distanza. Un quintetto poi ben completato da Markieff Morris e Marcin Gortat, al quale però non sempre viene in supporto una panchina spesso incapace di dare riposo al quintetto più utilizzato dell’intera NBA (1001 minuti trascorsi sul parquet). Per porre rimedio a questa situazione, la dirigenza degli Wizards ha messo sotto contratto nella sessione di mercato appena conclusa Bojan Bogdanovic, l’affidabile tiratore dei Nets a cui spetta il compito di garantire minuti di qualità (e soprattutto punti) a quella che al momento è la 29^ panchina per punti realizzati (23.2). Già dalla difficile sfida della notte contro la miglior squadra NBA nella Capitale si potrà iniziare a capire se le modifiche al roster potranno dare i risultati sperati.