Please select your default edition
Your default site has been set

NBA, i risultati della notte: Cavs ko con Miami

NBA
GettyImages-648892872

Seconda sconfitta in tre giorni (stavolta in casa) per Cleveland contro la lanciatissima Miami. Nei due scontri Ovest vs. Est, Warriors e Clippers regolano Atlanta e Boston. Rinviata Minnesota-Portland

Cleveland Cavs-Miami Heat 98-106 – Continua l’impressionante corsa verso il sogno playoff per i Miami Heat che, dopo aver battuto di 22 Cleveland già sabato, danno un altro dispiacere alla squadra di LeBron James anche in Ohio, centrando la 19^ vittoria delle ultime 23 gare disputate (con successi anche su Golden State e Houston). A festeggiare è soprattutto Dion Waiters, ex mai apprezzato e tanto meno rimpianto a Cleveland: per lui 29 punti (24 nel solo primo tempo) con 5 triple e altrettanti assist, cui si uniscono i 21 di Goran Dragic e i 18 uscendo dalla panchina di Wayne Ellington, in una serata in cui gli Heat tirano il 45.7% da tre punti. A Cleveland non bastano i 32 punti di Kyrie Irving e la solita, mostruosa prova da 30 punti, 17 rimbalzi (suo massimo dal 2008) e 6 assist di “King” James: è la prima volta dopo 11 successi che due trentelli di Irving e James non portano Cleveland alla vittoria. Il n°23 dei Cavs vanta un personale +14 di plus/minus ma vede la squadra crollare in sua assenza (31-9 Heat il parziale con LeBron in panchina). Un trend pericolosamente confermato anche dai dati stagionali: +404 con James in campo, -139 con lui fuori. Sono davvero poche le note positive per i Cavs: sotto 89-71 alla fine del terzo quarto, chiudono con più palle perse che assist (17 contro 15, mentre Miami conta solo 7 perse a fronte di 23 assist) e perdono dopo solo un minuto il neo-arrivato Andrew Bogut per la frattura alla tibia

Atlanta Hawks-Golden State Warriors 111-119 – All’inizio sembra la serata di Dennis Schröder e degli Hawks: il playmaker tedesco segna 19 punti nel primo quarto (suo miglior inizio di sempre, ne conta 23 alla fine) ma un bisticcio in campo con Dwight Howard all’inizio del secondo tempo non piace a coach Budenholzer, che lo spedisce in panchina e non lo fa più alzare: “Semplicemente una decisione che come allenatore sono libero di prendere”. “Non la capisco – la replica della sua point guard – forse sono troppo competitivo”. Ad approfittarne gli Warriors, che hanno una prestazione vintage da Andre Iguodala in uscita dalla panchina: per lui 24 punti con 6/8 al tiro e 4 delle 20 triple segnate di squadra (6 le aggiunge Curry – anche per lui 24 punti alla fine – ma solo 2 Klay Thompson, tenuto a zero punti nel primo tempo). Ottimo il dato di 33 assist su 41 canestri per Golden State, 40^ volta a quota 30 o più: e quando succede, il record per la squadra di coach Kerr è 39-1. In panchina per gli Hawks, ma senza mai entrare in campo, José Calderon, per un paio di ore sotto contratto settimana scorsa proprio con Golden State

Philadelphia 76ers-Milwauee Bucks 98-112 – Terza vittoria in fila per i Bucks che con Miami puntano decisi all’ottavo posto a Est ora in mano ai Bulls. “Stiamo giocando la miglior pallacanestro della nostra stagione”, afferma Giannis Antetokounmpo, migliore dei suoi con 24 punti ma aiutato dai 21 di Tony Snell (18 dei quali nel primo tempo) e dai 13 a testa di Malcolm Brogdon (con 6/7 dal campo) e Kris Middleton, autore anche di 8 dei 28 assist collezionati dai Bucks su 41 canestri realizzati. Per i Sixers, costretti da infortuni e trade a mettere in campo 64 lineup diversi dall’All-Star break a oggi, è la quinta sconfitta nelle ultime sei, addolcita solo dal massimo in carriera del neo-arrivato Justin Anderson a quota 19.  

Orlando Magic-New York Knicks 105-113 – Nel quarto quarto coach Hornacek – già senza Carmelo Anthony, alle prese con guai al ginocchio – tiene Derrick Rose seduto in panchina, concede solo tre minuti e mezzo a Kristaps Porzingis ma trova un eroe tutt’altro che annunciato in Kyle O’Quinn, che segna 11 punti, ci aggiunge 8 rimbalzi e guida i Knicks a un parziele di 28-13 (coi Magic tenuti a 3/17 al tiro) che dà ai blu-arancio una rara vittoria esterna (solo la 11^ su 32 partite disputate). Ben 50 dei 113 punti di New York arrivano dalla riserve contro i 32 dei padroni di casa, che hanno 25 punti da Evan Fournier e sprecano la prima tripla doppia stagionale di Elfrid Payton (16 punti, 11 rimbalzi, 10 assist). Per i Knicks sette giocatori in doppia cifra guidati dai 20 punti di Courtney Lee.  

Detroit Pistons-Chicago Bulls 109-95 – Nonostante le assenze di Dwyane Wade e Rajon Rondo, Chicago parte forte con un primo quarto da 26-14, e i Pistons tenuti a 6/24 al tiro. Nel secondo tempo però sale in cattedra Reggie Jackson che segna 24 dei suoi 26 punti (con 10/10 al tiro) e dà il la anche al parziale decisivo di 12-3 in apertura dell’ultimo quarto, quando i Bulls sono tenuti a soli 16 punti (Jimmy Butler miglior marcatore degli ospiti a quota 27). Con la terza vittoria nelle ultime quattro, Detroit raggiunge proprio Chicago al settimo posto a Est: 31-32 il record per entrambe le squadre, coi Pacers a una sola partita di distanza per il sesto posto. 

Utah Jazz-New Orleans Pelicans 88-83 — Come facilmente intuibile dal punteggio, sono le difese le grandi protagoniste dello scontro tra Jazz e Pelicans. In particolare, quella dei padroni di casa tiene gli ospiti al minimo stagionale dal campo (35.7%) e guida dall’inizio alla fine, in particolare nel primo quarto quando costruisce un vantaggio di 18 punti grazie a un parziale di 20-6. Dopo aver raccolto la prima vittoria a L.A., Anthony Davis (20 punti e 12 rimbalzi) e DeMarcus Cousins (15 e 8) devono riassaporare il sapore della sconfitta, frustrati da una difesa che li ha tenuti a 12/32 combinati al tiro e ben 9 palle perse in coppia sulle 20 di squadra. In casa Jazz i migliori sono stati Gordon Hayward con 23 e Rudy Gobert con 15+15 (di cui 8 rimbalzi in attacco), e nonostante il non eccellente 41% dal campo e le 19 palle perse, alla fine gli uomini di coach Snyder hanno potuto festeggiare la terza vittoria consecutiva.

Minnesota Timberwolves-Portland Trail Blazers RINVIATA — Il ghiaccio rimasto sotto il parquet del Target Center dopo un evento di Disney on Ice combinato ad una inusuale umidità a Minneapolis ha creato una condensa tale da impedire le condizioni necessarie per la partita tra T’Wolves e Blazers. La data in cui si giocherà verrà comunicata in un secondo momento.

Memphis Grizzlies-Brooklyn Nets 109-122 — I Nets raccolgono solamente la seconda vittoria nelle ultime venti partite andando a vincere a sorpresa sul campo dei Grizzlies, in un momento negativo con tre sconfitte in fila e cinque nelle ultime sette. A decidere la sfida un ultimo quarto chiuso col punteggio di 34-18 in favore degli ospiti, guidati da 11 dei 18 punti di un Jeremy Lin decisivo nel parziale finale. “Vogliamo sviluppare una certa cattiveria, un po’ di durezza mentale. Speriamo di poter costruire su questa vittoria” ha dichiarato uno speranzoso Lin, mentre i volti in casa Grizzlies erano cupi, nonostante i 32 punti di Mike Conley e i 18 di Marc Gasol. “Abbiamo avuto troppi ‘Colpa mia’ e troppi ‘Avremmo dovuto fare quello e quell’altro’. Specialmente nel finale di gara” ha commentato il centro catalano.

L.A. Clippers-Boston Celtics 116-102 — È una partita dai due volti quella tra Clippers e Celtics: dopo il video tributo per Paul Pierce — alla sua ultima contro gli amati Celtics — gli ospiti di serata prendono il controllo della gara fino a toccare il +13 nel terzo quarto, ma da quel momento in poi è un monologo dei Clippers che di squadra rimontano e vincono la seconda gara in fila. Sono due i parziali decisivi della gara: quello da 11-0 a fine terzo quarto propiziato da tre triple di Jamal Crawford (17 dei suoi 19 punti nel secondo tempo) e il 24-8 per aprire l’ultima frazione, con Blake Griffin in grande spolvero con 26 punti accompagnato dai 23 di Chris Paul e dalla doppia doppia da 15+12 di DeAndre Jordan. Serata da dimenticare invece per i Celtics, che nonostante 31 punti di Isaiah Thomas (osannato dal pubblico bianco-verde presente a L.A.) ha tirato malissimo di squadra, chiudendo col 41% e il 28% dall’arco solo grazie a un tentativo di rimonta nel finale. Oltre a IT4, gli unici a toccare la doppia cifra sono stati Marcus Smart con 21 e Avery Bradley con 14: servirà ritrovare Al Horford (ancora fuori per un problema al gomito) per invertire un trend che li ha visti sconfitti in cinque delle ultime otto partite.