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NBA: Cleveland-Denver, con il dubbio Gallinari

NBA

I Nuggets in casa dei Cavaliers vanno a caccia di una vittoria per conservare l'ottavo posto a Ovest. La speranza è quella di vedere sul parquet questa notte in onda dalle 2 su Sky Sport 2 anche Danilo Gallinari, alle prese con un problema al ginocchio

C’è davvero tutto nella sfida di questa notte tra Denver Nuggets e Cleveland Cavaliers in onda dalle 2 su Sky Sport 2. La speranza è che ci sia anche Danilo Gallinari, assente nelle ultime tre gare a causa di una contusione al ginocchio sinistro che lo tenuto ai margini sia nel successo dei suoi Nuggets contro i Clippers, che nelle sconfitte in back-to-back contro Houston e soprattutto contro Harden. Wilson Chandler invece ha saltato anche la sfida contro i Lakers, ma entrambi già da lunedì erano in campo durante tutto l'allenamento, quasi pienamente recuperati. “Speranza è la parola da usare in questi casi – commenta coach Malone -. Dobbiamo soltanto attendere, capire come procede la riabilitazione e quanto migliori il loro stato di forma. Per entrambi la priorità è lasciare che si sentano al massimo della condizione prima di farli tornare sul parquet”. La loro presenza potrebbe pesare non poco sulle sorti di una squadra alla caccia disperata di una vittoria dopo due ko consecutivi, incassati rispettivamente per quattro e un solo punto di scarto contro i Rockets. Due leader come Gallinari e Chandler avrebbero davvero fatto comodo in quel caso.

Denver o Portland? – A livello di motivazioni quindi, non c’è partita. Cleveland, che ha visto vacillare la sua leadership a Est, sembra aver ritrovato il giusto piglio per conservare le due partite di vantaggio rispetto ai Celtics secondi, con i campioni NBA sempre più lanciati verso la terza stagione di fila in vetta alla Eastern Conference e con il pass playoff già in archivio da qualche gara. Denver invece è nel pieno della lotta per l’ottavo posto, incapace di scrollarsi di dosso i Blazers convincenti delle ultime settimane, in ottimo stato di forma grazie alle super prestazioni di Damian Lillard e Jusuf Nurkic. Il calendario inoltre sorride a Portland che, superata la fase sfavorevole, si ritrova adesso a giocare nove delle ultime dodici partite in casa, contro le otto in trasferta dei Nuggets.”Vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta” direbbe Gallinari, se il suo cuore non fosse rossonero sin dalla nascita.

Le disfunzionalità dei campioni NBA – L’impresa è in parte meno complicata di quanto l’apparenza lasci immaginare, visto il periodo che stanno attraversando i Cavs. Nel post All-Star Game infatti Cleveland è il quarto miglior attacco NBA (111.1, con Denver seconda a 113.8), ma riesce nella difficile impresa di avere un Net Rating negativo a causa del crollo verticale della già traballante tenuta difensiva: 111.5 punti concessi su 100 possessi sono davvero troppi, considerando che soltanto i derelitti Lakers alla disperata ricerca di una scelta Top-3 al prossimo draft fanno peggio. Lo sa bene LeBron James, costretto letteralmente a fare gli straordinari; il numero 23 infatti è il secondo giocatore più impiegato dell’intera NBA con i suoi 37.6 minuti di media trascorsi sul parquet, dietro soltanto a Kyle Lowry (non a caso, finito in infermeria già da qualche settimana). Un’usura che costringe poi coach Tyronn Lue a dover scegliere a cadenze regolari di lasciarlo fuori a tirare il fiato, come accaduto nella discussa partita in diretta TV contro i Clippers. “Sono molto contento di tutto ciò che il commissioner Silver sta facendo per la lega, ma non vedo come le sue decisione possano cambiare lo stato delle cose “, commenta James, riguardo al memo lanciato nelle scorse ore a proposito della “situazione riposi”. “Non capisco perché diventa un problema proprio adesso, soltanto perché io sono rimasto seduto un paio di partite?”.

Aggrappati a Nikola Jokic - Purtroppo per coach Malone però, il numero 23 scenderà regolarmente in campo assieme agli ormai recuperati Kyrie Irving e Kevin Love. A vedersela sotto canestro con l’ex giocatore dei T’wolves sarà Nikola Jokic, il motivo per cui i Nuggets, nonostante tutte le difficoltà degli ultimi quattro mesi, sono ancora nel pieno della corsa playoff. Il centro serbo ha dimostrato maturità, numeri e talento da uomo franchigia, regalando alla squadra del Colorado una dimensione aggiuntiva in attacco. Se i vari Mudiay, Nelson o Harris faticano a gestire il pallone, basta farlo passare dalle sue mani di moderno Re Mida per ricevere in cambio non solo pepite dorate, ma soprattutto palloni da appoggiare a canestro. “Non andiamo di certo in Ohio a giocare per ottenere una vittoria morale. Manca ancora molto prima di accontentarsi di quella”, racconta Nelson alla vigilia del match. In caso di problemi, palla al Jokic e ci pensa lui.