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NBA: Gallinari, rientro e vittoria. Belinelli ko

NBA

Morale agli opposti per i due azzurri impegnati nella notte NBA: Gallinari torna in campo con 21 punti e 11 rimbalzi nel successo dei Nuggets contro Indiana che avvicina sempre più Denver ai playoff. Non bastano invece i 22 punti di Belinelli a Charlotte per battere i Cavs

Indiana Pacers-Denver Nuggets 117-125 - La sesta vittoria nelle ultime otto, altro tassello decisivo nella rincorsa dei Nuggets ai playoff, porta in calce ancora una volta la firma di Nikola Jokic, protagonista con i suoi 30 punti, 17 rimbalzi e 5 assist. “Ogni volta che scendo in campo voglio fare tutto il possibile per provare a vincere – commenta il numero 15 -. Che sia un rimbalzo, portare un blocco, fare un assist o un canestro, qualsiasi cosa. Mi prendo soltanto quello che la partita di volta in volta mi concede”. C’è una sicurezza e una sfacciataggine tutta serba nelle sue parole, ma la capacità di incidere nel match e di comprensione del gioco sono del tutto al di fuori del comune. “Il suo IQ cestistico non è definibile – racconta coach McMillan, ennesima vittima con i suoi Pacers delle giocate di Jokic -; il paragone che ho sentito spesso negli ultimi tempi è quello con Bill Walton. Stanno davvero facendo un gran lavoro con lui”. Indiana interrompe così la striscia di partite in cui alternava una vittoria e una sconfitta durata praticamente un mese, travolta in un match in cui il rientro sul -5 a 90 secondi dal termine è sembrato davvero troppo tardivo.

Gallinari, 21 punti al rientro – Il rientro che a noi sta più a cuore invece è quello di Danilo Gallinari, tornato sul parquet dopo quattro partite e fondamentale con i suoi 21 punti e 11 rimbalzi a referto, terza doppia doppia in stagione. Il numero 8 fatica a ritrovare ritmo in attacco, chiudendo il match con un rivedibile 2/12 dal campo, ma riesce a lucrare una quantità industriale di falli che spesso e volentieri lo mandano in lunetta. Alla sirena finale è 17/18, undicesimo giocatore in questa regular season a realizzarne così tanti. I tiri liberi infatti ben rappresentano l’andamento della sfida, con gli ospiti che ne tentano 43 a fronte degli 11 dei padroni di casa. Un’aggressività e una voglia che fanno tutta la differenza del mondo, quella che passa tra vittoria e sconfitta.

Charlotte Hornets-Cleveland Cavaliers 105-112 – L’ennesima prova di forza di LeBron James che, nonostante la botta all’occhio a fine terzo quarto che potrebbe tenerlo fuori nei prossimi match, trascina i Cleveland Cavaliers al successo in trasferta a Charlotte, costringendo i padroni di casa a fare sempre più i conti con un’idea difficile da digerire – dover rinunciare ai playoff. I campioni NBA tornano a vincere dopo la batosta di Denver anche grazie ai 26 con 7 assist di Kyrie Irving e ai 15 con 12 rimbalzi di Kevin Love. Una sconfitta amara quella incassata dai ragazzi di coach Clifford che lascia invariata a tre partite la distanza dai Miami Heat al momento ottavi, ma riduce a sole dieci partite disponibili il numero di gare a disposizione per provare a superare ben tre squadre in classifica. Troppe in troppo poco tempo. Un regalo di compleanno che un pur positivo Marco Belinelli non avrebbe mai voluto ricevere.

Belinelli, l’ultimo a mollare – L’azzurro infatti è l’autore di 22 dei 28 punti realizzati dagli Hornets in uscita dalla panchina, unico a dare un contributo vero e tangibile in una partita in cui Charlotte ha inseguito per tutto la gara, fino a riportarsi sul -1 a quattro minuti dalla fine. A quel punto ha riallacciato le scarpe LBJ, portando a casa un successo che mantiene Cleveland in vetta alla Eastern Conference. “Se il coach deciderà di darmi una gara di riposo non sarà perché ho bisogno di riposare, ma perché ho preso una botta all’occhio: sia chiaro!”, ironizza (neanche troppo) LeBron a fine partita, ritornando ancora una volta sulla polemica degli ultimi giorni riguardo le scelte di coach Lue nella gara contro i Clippers. La prossima sfida dei Cavs però è contro gli Wizards in back-to-back, un incrocio da non sottovalutare. “Starò bene”, chiosa LeBron James prima di andare via.