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NBA, Warriors da record con 42&11 assist di Curry

NBA

Per il terzo anno consecutivo la squadra di coach Kerr si assicura il miglior record NBA, toccando quota 65 vittorie in stagione (prima squadra di sempre a riuscirci per tre stagioni in fila). Russell Westbrook segna 45 punti ma si ferma a un rimbalzo dalla tripla doppia n°42 che avrebbe infranto il record di Oscar Robertson

Phoenix Suns-Golden State Warriors 111-120

Il tredicesimo successo consecutivo di Golden State coincide con il tredicesimo ko in fila per Phoenix (record negativo di franchigia eguagliato) e suggella la certezza dei californiani di avere ancora una volta – come successo negli ultimi due anni – il miglior record di lega, oltre all’ennesima stagione con almeno 65 vittorie (prima franchigia di sempre nella storia NBA a toccare tale traguardo). A dominare la partita di Phoenix uno Steph Curry ancora più incandescente del solito: per lui 23 punti nel solo primo quarto, 28 all’intervallo (miglior frazione della sua intera stagione) e 42 con 11 assist alla fine, solo la seconda partita di tutta la sua carriera con almeno 40 punti e 10 assist (la prima nel 2015 contro Portland). Gli Warriors – senza Draymond Green e Andre Iguodala, tenuti a riposo, e con Kevin Durant pronto al ritorno dalla prossima gara – partono forte con un primo quarto da 41-18, che però innesca la reazione di orgoglio dei padroni di casa, capaci di una seconda frazione da 34-17, sulla scia delle buone prestazioni di Devin Booker (21) e Tyler Ulis (20) ma anche di Jared Dudley (massimo stagionale pareggiato a quota 19) e Alan Williams, al massimo in carriera per rimbalzi con 17.   

Memphis Grizzlies-Oklahoma City Thunder 100-103

A parte superare Oscar Robertson  per numero di triple doppie in stagione (i due sono appaiati a quota 41) non c’è nulla che Russell Westbrook non abbia fatto sul parquet del FedEx Forum di Memphis, nella sfida tra sesta (OKC) e settima (Memphis) forza a Ovest. Per il n°0 dei Thunder alla fine si contano 45 punti con 14/25 al tiro (17° quarantello stagionale), 8 triple a segno (compresa quella decisiva a 14 secondi dalla fine), 10 assist (ottava gara ad almeno 40+10, pareggiato James Harden) e 9 rimbalzi (più 7 palle perse). Cifre mostruose, che però lo vedono interrompere la sua striscia di 7 triple doppie consecutive e l’inseguimento alle 9 consecutive di Wilt Chamberlain del 1968. Senza Mike Conley per il taglio sotto l’occhio riportato nello scontro con Kawhi Leonard durante la gara contro gli Spurs, Memphis ha avuto 23 punti da Marc Gasol e 20 con 9 rimbalzi da Zach Randolph dalla panchina, in una gara decisa nel quarto quarto.

San Antonio Spurs-Los Angeles Lakers 95-102

Se la prima vittoria nelle ultime nove gare contro gli Spurs si può spiegare con lo scarso valore della gara per i padroni di casa texani, più difficile capire le motivazioni che spingono al successo la squadra allenata da Luke Walton, che titolare del terzultimo record di lega avrebbe tutto l’interesse ad assicurarsi la miglior posizione in Lottery possibile (col rischio di perdere il proprio pick al Draft – e quello del 2018 – se non sceglie entro le top 3). Invece, spinti da un Tyler Ennis da 19 punti (titolare al posto dell’infortunato D’Angelo Russell) e da uno schiacciante dominio sotto canestro (58-38) i Lakers dominano dal primo minuti all’ultimo degli Spurs già privi di Manu Ginobili e che lasciano a riposo per tutto il secondo tempo sia Kawhi Leonard che LaMarcus Aldridge. Con 14 punti a testa, Tony Parker e David Bertans i migliori di serata in casa Spurs. 

Detroit Pistons-Toronto Raptors 102-105

Kyle Lowry dimostra ai tifosi di Toronto quanto può essere importante il suo ritorno in campo, dopo un’assenza di 14 gare dovute all’infortunio al polso: la point guard dei Raptors chiude infatti con 27 punti e 10 assist guidando i suoi alla vittoria in rimonta (anche da -20 nel primo tempo) e al terzo posto in solitaria a Est, mezza partita davanti a Washington. Decisivo per le sorti dell’incontro un quarto quarto da 37 punti per Toronto, contraddistinto da 11 dei 19 punti di serata di Jonas Valanciunas: “Non mi ricordo un singolo defensive stop della mia squadra in tutto il periodo”, le amare parole dell’allenatore di Detroit Stan Van Gundy. Per i Pistons 16 punti a testa per Ish Smith e Tobias Harris dalla panchina, ma la sconfitta suggella l’abbandono di qualsiasi residua speranza di playoff per la squadra del Michigan. 

L.A. Clippers-Dallas Mavericks 112-101

Virtualmente impossibile fermare i Clippers quando tutti i giocatori più importanti della squadra di Doc Rivers girano a pieni cilindri. Con 32 punti (e 11/14 al tiro) di Blake Griffin, 20 rimbalzi di DeAndre Jordan (con 11 punti), la doppia doppia di Chris Paul (22 e 11 assist) e l’ottima prestazione al tiro di J.J. Redick (25 con 5/8 da tre punti), la squadra di L.A. domina Dallas dal primo possesso all’ultimo, avvicinandosi così a mezza gara di distanza soltanto dal quarto posto a Ovest, ora di proprietà degli Utah Jazz. Per i Clippers si tratta del quarto successo consecutivo, l’ottavo delle ultime dieci gare disputate, trend opposto rispetto a quello dei Mavericks, usciti sconfitti per la sesta volta nelle ultime sette nonostante i 15 punti di Harrison Barnes e i 14 a testa per Yogi Ferrell e J.J. Barea.