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NBA, Rondo provoca Boston: "Hanno mollato"

NBA

Le parole di Avery Bradley a fine partita, il dito medio di Marcus Smart e la situazione emotiva di Isaiah Thomas: tanti problemi da risolvere per i Celtics in vista di gara-3

La festa è finita in casa Celtics, così come quella che alcuni hanno definito la luna di miele di coach Stevens sulla panchina dei bianco-verdi, incapaci di vincere gara-2 e adesso costretti a risalire la china da un baratro dentro il quale Boston è sprofondata sostanzialmente da sola. “Mi sono guardato attorno e solo in pochissimi casi ho visto i ragazzi piegare la testa e applicarsi in difesa”, questa la stoccata lanciata da Avery Bradley al termine della sfida, uno dei leader carismatici dello spogliatoio. “Ma in quanto squadra, dobbiamo trovare il modo di risolvere i problemi insieme. Chicago sta sfruttando questo come motivazione: ho sentito distintamente Rondo dire ai suoi: ‘ Hanno mollato. Dai, dai, hanno mollato’, e noi non possiamo permetterci di mostrare un atteggiamento del genere sul parquet. Dobbiamo continuare a stare uniti e giocare duro, senza dare importanza a come finirà la partita o la serie”. Un comportamento evidente anche agli occhi del pubblico del TD Garden, che due anni fa non aveva esitato nell’incitare una squadra battuta 4-0 al primo turno dai Cleveland Cavaliers, cantando “Let’s Go Celtics” a squarciagola a fine partita.  Adesso invece sono cambiate le ambizioni, viste le 53 vittorie in regular season e il conseguente primo posto a Est, ma soprattutto sembra essere cambiata la convinzione dei giocatori in campo. Un atteggiamento che i tifosi del Massachusetts hanno voluto sottolineare: per i Celtics infatti questa volta all’uscita dal campo ci sono stati soltanto fischi.

Il dito medio di Smart

Una situazione ben rappresentata da quanto successo a Marcus Smart nel finale di partita, nel pieno dell’ultima sfuriata che ha portato i Bulls a controllare senza troppo affanno il quarto periodo. Con i Celtics sotto di 14, il numero 36 prende un tiro da tre contestato che finisce soltanto sul secondo ferro. Una conclusione che evidentemente qualcuno in prima fila non deve aver gradito più di tanto. A quel punto è lo stesso Smart ad accorgersene e così, mentre trotterella in difesa, il giocatore dei Celtics si disinteressa di quanto accade sul lato debole, mostrando il dito medio al tifoso, prima di intimargli di restare zitto. Peccato che nel frattempo Felicio riceva indisturbato al ferro l’imbeccata di Rondo che regala ai Bulls il +16 e il definitivo successo. Non tutti però vogliono essere catastrofisti, memori di come fino a una settimana Boston fosse riuscita a conquistare spesso successo insperati. “Non è di certo la nostra situazione ideale, non dovresti andare sotto 0-2 in casa”, commenta Jae Crowder negli spogliatoi. “Ma non è la fine del mondo: abbiamo tutte le carte in regola per andare a Chicago a prenderci gara-3. Non è il massimo, ma se vogliamo possiamo riuscirci”. Al Horford poi fa eco alle parole del compagno. “Jae ha spiegato la situazione con le parole migliori: per noi la gara di venerdì sarà una partita da vincere a tutti i costi”.

 

Isaiah e il saluto alla sorella Chyna

Una sfida quella dello United Center in cui a pesare sarà anche lo stato d’animo di Isaiah Thomas, sconvolto dal lutto che ha colpito la sua famiglia poche ore prima di gara-1. Coach Stevens ha comunicato l’intenzione del playmaker numero 4 di tornare a casa per stare un po’ con la sua famiglia dopo la tragica scomparsa della sorella, ritornando poi in squadra prima del match di venerdì. “Tornerà a casa a Seattle nelle prossime ore e ci raggiungerà direttamente a Chicago. Non c’è un piano prefissato, l’importante per Isaiah è tornare a casa e passare del tempo con la sua famiglia. Come ho già sottolineato più volte: è davvero una situazione difficile. Tutti noi siamo coinvolti emotivamente da quanto successo. Passiamo tutte le giornate assieme e stiamo dimostrando di essere un grande gruppo”. Parole di vicinanza quelle di Stevens, il primo in realtà a essere preoccupato della resa dei suoi ragazzi nelle prime due sfide. “Studieremo nei minimi dettagli tutti i video della partita, troveremo e analizzeremo tutto ciò che non ha funzionato – e ci sarà molta roba da valutare -, alla ricerca di soluzioni per i vari Mirotic, Portis e Zipser che ci stanno facendo molto male. Posso aspettarmi una prestazione decisiva da Wade, che già nella passata stagione aveva segnato più triple nel solo primo turno di playoff rispetto a quante ne avesse mandate a bersaglio in tutta la regular season. Lui è fatto così. Proprio come Rondo e Butler”. Insomma, di grattacapi ce ne sono davvero molti per l’allenatore dei Celtics. Purtroppo per lui non come il tempo per risolverli.