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NBA, Gobert torna, Joe Johnson la decide: Utah 2-2

NBA

Anche senza Gordon Hayward, i Jazz ritrovano il centro francese e grazie ai 28 punti di Joe Johnson vincono gara-4, pareggiando la serie. Ai Clippers non basta la quasi tripla doppia di Chris Paul (27+9+12) e i 25 di Jamal Crawford

Per tutta la stagione gli Utah Jazz hanno dovuto fare i conti con le porte girevoli dell’infermeria: ogni volta che un giocatore riusciva a rientrare in campo, immediatamente un altro si faceva male andando a occupare il suo posto fuori dalla rotazione. Anche ai playoff la “regola” è stata confermata: non appena i Jazz hanno ricevuto la lieta notizia del rientro in quintetto di Rudy Gobert, subito hanno dovuto salutare un Gordon Hayward alle prese con un’intossicazione alimentare che lo ha limitato a soli 9 minuti in campo (3 punti e 1/3 al tiro), senza tornare in campo per il secondo tempo. Seppur privi del proprio miglior giocatore, i Jazz sono comunque riusciti a pareggiare la serie con gli L.A. Clippers vincendo 105-98, grazie soprattutto al contributo della panchina guidata da un Joe Johnson sempre più determinante in questa serie. Dopo il buzzer beater che ha deciso gara-1, il quasi-36enne ha realizzato 13 dei suoi 28 punti solo nell’ultimo quarto, tra cui 11 consecutivi per trasformare uno svantaggio di 7 punti (80-87 a 7:37 dalla fine) nel definitivo vantaggio dei suoi (91-90 a 3:44 dalla sirena). Nella sua carriera ai playoff “Iso-Joe” non aveva mai tirato tanto bene come in questa partita (12/17 dal campo, 2/3 dall’arco) ma sono anche i 5 rimbalzi e i 5 assist a testimoniare il suo impatto a tutto tondo nella partita, costringendo Doc Rivers a portare dei raddoppi sistematici su di lui nonostante la veneranda età. Su uno di questi nel finale Johnson è stato eccellente nel trovare in angolo un altro protagonista come Joe Ingles, che di punti ne ha segnati solo 8 ma ha chiuso con ben 11 assist, primo giocatore della stagione dei Jazz a chiudere in doppia cifra per passaggi vincenti. A loro due si sono aggiunti i 18 punti di Rodney Hood, i 17 di Derrick Favors e i 13 di George Hill, oltre alla doppia doppia di Gobert da 15+13 senza errori al tiro in 24 minuti che ha cambiato l’andamento della serie.

Vantaggio a rimbalzo

Il rientro del francese, unito all’assenza di Blake Griffin dall’altra parte, ha invertito il rapporto di forze che si era visto soprattutto in gara-2: stavolta infatti sono stati i Jazz a vincere la battaglia a rimbalzo 42-31 (concedendone solo 6 in attacco ai Clippers in tutta la gara, aspetto sottolineato anche da coach Snyder dopo la gara) e nei punti in area (58 a 36, in gara-2 e 3 il conto era stato +42 in favore dei Clippers…). La sua presenza ha costretto Doc Rivers a schierare Marreese Speghts — partito in quintetto al posto di Griffin — come arma tattica per aprire l’area in attacco, ma è soprattutto in difesa che i Clippers hanno perso la partita avendo concesso 117.7 punti su 100 possessi contro un avversario di certo non spumeggiante nella metà campo offensiva. In una gara a bassissimo ritmo (solo 90 possessi per parte), a tenere avanti a lungo i Clippers sono state le prestazioni di Chris Paul (autore di 27 punti con 10/21 dal campo e 12 assist, a un rimbalzo dalla tripla doppia) e soprattutto Jamal Crawford, eccellente dalla panchina con 25 punti e 9/13 al tiro con 5 triple. Le doppie cifre toccate da Raymond Felton (11), J.J. Redick e DeAndre Jordan (12 con 10 rimbalzi) non sono però bastate, complice anche il 44% al tiro di squadra e un ultimo quarto perso per 18-28.

Sulle spalle dei Joe

Un parziale finale spinto soprattutto dai due Joe, Johnson e Ingles, con il primo che ha segnato o assistito 20 punti consecutivi nell’ultimo quarto (propiziando un parziale finale di 25-11) e il secondo che si è preso l’ennesima rivincita vivisezionando con i suoi passaggi la squadra che lo ha tagliato nell’ottobre 2014, appena prima dell’inizio della stagione. Due prestazioni più che necessarie per sopperire all’assenza di Hayward, che per tutto il pomeriggio si era sottoposto a delle flebo ma ha dovuto gettare la spugna dopo 9 minuti (“Lo hanno messo in una stanza scura con un asciugamano in testa e la sua serata è finita lì” le parole di coach Snyder). Ci sarà bisogno anche di lui nella notte tra martedì e mercoledì, quando Jazz e Clippers si affronteranno a L.A. in quella che ora è diventata una serie al meglio delle tre: la conclusione più logica per due squadre che hanno vinto lo stesso numero di partite (51), hanno lo stesso record in casa, in trasferta e persino nelle conference. La differenza che ha dato ai Clippers il fattore campo è stata soprattutto la salute dei propri giocatori: la stessa variabile che potrebbe finire per decidere questo incontro ai playoff, ora che Rudy Gobert è di nuovo in campo e Blake Griffin non lo è più.