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NBA, Kanter ancora nel mirino: arrestato il padre in Turchia

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Dalla Turchia arrivano altre notizie drammatiche per Enes Kanter: la polizia ha fatto irruzione nella casa della sua famiglia a Istanbul e arrestato suo padre

Questa off-season da incubo per Enes Kanter sembra non giungere mai a conclusione. I problemi di campo dei suoi Thunder sembrano ormai lontani anni luce, visto il modo in cui è precipitata la sua situazione personale nelle ultime due settimane, fermato prima all’aeroporto di Bucarest in Romania e poi raggiunto da un mandato di cattura internazionale dopo essere stato schedato come “pericoloso terrorista” dalla polizia turca. Ma visto che al peggio non c’è mai fine, l’attenzione delle forze dell’ordine del suo paese si sono concentrate sulla sua famiglia: è notizia di ieri che suo padre Mehmet Kanter è stato arrestato nella sua casa di Istanbul per dei non meglio specificati “accertamenti”.  L’uomo è stato portato nella provincia di Tekirdag per essere interrogato; una situazione spiacevole, come già sottolineato più volte dal figlio giocatore, visto che l’atteggiamento delle forze armate guidate da Recep Tayyip Erdoğan non è di certo conciliante nei confronti dei sospetti oppositori politici, spesso sottoposti a torture e maltrattamenti di ogni sorta. Il lungo di OKC aveva già raccontato di come fosse precipitata la situazione negli ultimi mesi nei rapporti personali con i suoi familiari, osteggiati dal regime dopo le sue esternazioni politiche anti- Erdoğan: “Da adesso in poi – aveva spiegato nei giorni scorsi -, appena proverò a mettermi in contatto con qualcuno a casa mia, il governo provvederà a raccogliere prove intercettando le nostre chiamate e non esiterebbe a spedire in prigione la mia famiglia. E la galera in Turchia non è per nulla un divertimento. I miei parenti non possono uscire a mangiare fuori. Mio fratello mi ha raccontato come mio padre è stato più volte aggredito dopo essere andato al supermercato, con molte persone pronte a sputargli in faccia in segno di sdegno”.

Le parole di Kanter: “Quanti subiscono in silenzio?”

Una situazione quindi già drammatica, precipitata nelle ultime ore. Kanter ha affidato al sito internet della sua fondazione una dichiarazione appena è venuto a conoscenza della notizia dell’arresto: “Mio padre è stato arrestato a causa delle mie dichiarazioni critiche contro il partito che governa la Turchia. Potrebbe essere torturato soltanto perché è un mio parente. Fermatevi un attimo a pensare e immaginare cosa voglia dire una cosa del genere; se un fatto di questa importanza può accadere a un giocatore NBA sempre sotto i riflettori e con gli occhi dei media addosso, cosa staranno passando tutte le persone che non hanno la possibilità di far sentire la loro voce?  Ci sono centinaia di migliaia di detenuti, di torturati o peggio ancora di omicidi di cui non sentiremo mai parlare”. Non sono evidentemente bastate le parole che suo padre aveva rilasciato alla stampa nei mesi scorsi, attraverso le quali aveva dichiarato: “Chiedo scusa a tutto il popolo turco e al presidente per aver messo al mondo un figlio del genere”. Neanche ripudiarlo è servito a fermare la furia del governo turco: “La polizia ha fatto irruzione nell’abitazione dei miei genitori a Istanbul – chiosa il giocatore di OKC -, una pratica comune che sta coinvolgendo centinaia di persone colpevoli di essere membri di scuole vicine a Gulen”. Una situazione paradossale in una nazione in cui la libertà d’opinione è sempre più un miraggio.