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NBA Finals, gara-3: l’analisi di Flavio Tranquillo

NBA

Le lavagne di Flavio Tranquillo ci raccontano cosa ha deciso il risultato di gara-3 in favore di Golden State: “LeBron non poteva costruire un tiro migliore nel finale”

La sfida della Quicken Loans Arena è ancora nei nostri occhi, con le emozioni ancora vive dei 48 minuti giocati in maniera selvaggia su entrambi i lati del campo e conclusi con la tripla di Kevin Durant; un uomo in missione sbarcato l’estate scorsa a Oakland proprio per prendersi responsabilità e tiri di questa importanza. Il numero 35 non ha fallito e sembra sempre più avviato verso la conquista del titolo di MVP delle Finals (come ha sottolineato anche James Goldstein in esclusiva ai nostri microfoni), ma anche James e Irving hanno poco da rimproverarsi, fondamentali nel tenere in vita Cleveland fino agli ultimi 30 secondi di partita grazie ai 39 punti del Re e i 38 della point guard numero 2. Una partita in cui ad avere la meglio è stata la potenza di fuoco degli Warriors, “una squadra mai vista prima” per stessa ammissione di LeBron. In molti però rimproverano al numero 23 la gestione di uno degli ultimi possessi, quello precedente al canestro di Durant: James infatti ha preferito scaricare il pallone in angolo per Kyle Korver, piuttosto che costruire un tiro per sé. La conclusione da tre dall’angolo è finita soltanto sul ferro e da lì poi è partita la transizione letale di KD che ha riportato in vantaggio Golden State. La lavagna tattica di Flavio Tranquillo che analizza gli ultimi tre minuti di gara però, evidenzia in maniera chiara come quello fosse il tiro più giusto, a prescindere dal fatto che vada dentro oppure no.

“Bisogna saper convivere con il risultato” dice LeBron a fine partita, soprattutto in una lega che a questi livelli diventa sempre selettiva riguardo a ogni singolo particolare. “It’s a make-or-miss league”; alla fine è spesso questione di realizzare o meno un canestro, nulla più. Cleveland era riuscita ancora una volta a cambiare il proprio atteggiamento in attacco, ad apportare degli aggiustamenti che permettevano di penetrare con maggiore frequenza ed efficacia l’area avversaria, lucrando ovviamente sulla super serata delle due stelle dei Cavs. In fondo era già successo che da un affondo di James al ferro fosse venuto fuori poi un canestro pesante di Korver da tre dall’angolo.

Quello è andato dentro, a differenza delle conclusioni negli ultimi tre minuti di partita. Alla sirena per Cleveland sono 12 i bersagli dall’arco su 44 conclusioni: un sacco di errori, nonostante tanti tentativi siano arrivati in semi-libertà, con l’uomo in marcatura lontano a sufficienza per prendere in tranquillità la conclusione: purtroppo per i Cavaliers non segnare tiri del genere fa la differenza tra la vittoria e la sconfitta, come sottolineano anche Alessandro Mamoli e Davide Pessina.