La sua lotta a rimbalzo con Iman Shumpert ha fatto molto discutere nel post partita, ma la NBA dopo aver rivisto l'episodio, ha deciso di non sanzionare il gesto di Zaza Pachulia, che sarà a disposizione degli Warriors in gara-5
Sette falli tecnici, 51 falli totali e una escalation di tensione del tutto nuova in una serie che nei primi tre episodi era scivolata via senza che nessuno andasse sopra le righe e oltre il consentito. In una serata però in cui offensivamente (e non solo) ha funzionato tutto in casa Cavs, gli Warriors hanno manifestato tutta la loro inesperienza nel gestire le (rare) sconfitte nelle quali si ritrovano a inciampare di tanto in tanto durante l'ultimo triennio. E dopo un filotto di 15 vittorie consecutive ai playoff è arrivata non solo la prima battuta d’arresto, ma con essa anche un carico di tensione e frustrazione che ha messo a rischio la presenza in gara-5 non tanto di Draymond Green quanto di Zaza Pachulia, reo di aver smanacciato e colpito ripetutamente nelle parti basse Iman Shumpert durante una lotta per una palla contesa. Un episodio che ha ricordato a molti quanto successo sempre in gara-4 lo scorso anno tra Green e James e che portò alla squalifica del numero 23 degli Warriors – una delle tante concause che diedero il via alla rimonta dei Cavaliers nelle Finals 2016. Quest’anno la situazione resta profondamente diversa, soprattutto perché dopo aver rivisto l’episodio (gli arbitri durante la gara hanno optato per un doppio tecnico, senza ritenere l’accaduto un gesto volontario), la lega ha deciso di non squalificare il lungo georgiano, che quindi scenderà regolarmente in campo nella sfida della notte tra lunedì e martedì. A riguardare bene l’accaduto con la “lente d’ingrandimento”, la scelta fatta da Kiki Vandeweghe appare non del tutto allineata con quanto decretarono la passata stagione. A guardare con attenzione i due episodi, in effetti, le similitudini sembrano essere davvero molte…
