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NBA, l'infortunio della discordia: ci sono frizioni tra gli Spurs e Kawhi Leonard?

NBA

Mesi di disaccordo sulla riabilitazione e sui tempi di rientro hanno portato a un raffreddamento nei rapporti tra i texani e la propria stella: questa la rivelazione riportata da ESPN e prontamente smentita da entrambe le parti in causa

Anche nelle migliori famiglie ci possono essere delle frizioni, e per quanto possa sembrare strano, anche una franchigia-modello come i San Antonio Spurs non fanno eccezione. Dopo mesi di silenzio tombale sulle condizioni di Kawhi Leonard e un ritorno in campo decisamente problematico – culminato con la decisione di fermarlo a tempo indeterminato –, un articolo di ESPN firmato da Adrian Wojnarowski e Zach Lowe ha reso noto che i rapporti tra l’MVP delle Finals 2014 e la sua squadra si sono raffreddati. Il motivo è ovviamente da ricercare nel modo in cui è stata gestita la riabilitazione e il rientro di Leonard dall’infortunio al quadricipite, con la stella e il suo circolo ristretto definito da diverse fonti come “distante” e “disconnesso” rispetto alla dirigenza guidata dal GM R.C. Buford e il presidente-allenatore Gregg Popovich. Le parti, ovviamente, sono state prontissime a smentire la notizia, come da tradizione all’ombra dell’Alamo: “Non c’è alcun problema tra l’organizzazione e Kawhi: sin dal primo giorno tutte le parti in causa hanno lavorato insieme per trovare la miglior soluzione con cui risolvere questo infortunio” ha dichiarato Buford cercando di gettare acqua sul fuoco. Anche uno dei membri del “circolo ristretto” di Leonard, suo zio Dennis Robertson, ha dichiarato al San Antonio Express News che “non c’è niente di vero in quella storia: le due parti hanno lo stesso rapporto di sempre e hanno lo stesso obiettivo – fare la cosa giusta per la squadra e per Kawhi. Alla fine la cosa più importante è che torni in salute: su questo siamo tutti assolutamente d’accordo”.

Un infortunio che non si risolve e il ritorno di Parker dalla panchina

Al centro di tutto, ovviamente, c’è proprio questo: un infortunio che proprio non ne vuole sapere di risolversi. “È una situazione difficile per tutti” ha continuato Buford. “È stata dura per Kawhi, che un giocatore di assoluta élite. È stata dura per la squadra, perché vuole giocare con uno dei suoi membri più forti. Ed è stata dura per il nostro staff medico, che storicamente ha gestito molto bene gli infortuni. Questa riabilitazione non è stata semplice e non è andata in maniera lineare. Abbiamo chiesto a migliori esperti di tutto il mondo: per Tony [Parker] ha funzionato a meraviglia, ma non è stato lo stesso per Kawhi”. La cosa paradossale di questa situazione è proprio che i due hanno avuto un infortunio nella stessa zona del corpo, ma il 35enne è tornato in campo in fretta (pur dovendo risolvere un problema teoricamente più grave come la rottura del tendine) e il 26enne invece proprio non riesce a trovare la fiducia necessaria per giocare al livello richiesto dal suo status di candidato MVP. Per la verità, anche Parker al momento non se la sta passando benissimo: in occasione dell’ultima partita interna con gli Indiana Pacers, infatti, Gregg Popovich gli ha comunicato la decisione di farlo uscire dalla panchina, dando il posto da titolare in quintetto a Dejounte Murray. “Per me non c’è stato problema” ha dichiarato il francese dopo la gara. “Così come per Manu e Pau, sapevo che quel giorno sarebbe arrivato. Se Pop vede una buona soluzione per la squadra, cerco di fare del mio meglio. Supporterò la sua decisione e cercherò di aiutare Dejounte il meglio possibile, e darò il massimo con la second unit insieme a Manu e Patty Mills”. Almeno qui, di frizioni non sembrano che ce ne siano state.