
Federica Pellegrini con il suo ct Alberto Castagnetti (foto LaPresse)
La veneta ricorda con affetto e commozione il ct: "Ha sbagliato a non rimanere in clinica per 15 giorni". Rosolino: "lo sport perde un amico e un grande professionista". Il centro Nuoto Federale di Verona è rimasto chiuso per lutto, giovedì 15 i funerali
Le reazioni - "Alberto era un figura protettiva, una figura speciale. Ora sarò davanti a tutti senza alcuna protezione e senza alcun punto di riferimento. Ora bisognerà inventarsi tutto di nuovo e non sarà facile". Federica Pellegrini è profondamente scossa dopo la morte del ct azzurro Alberto Castagnetti, artefice principale dei trionfi ottenuti negli ultimi anni dalla fuoriclasse veneta. "L'ho visto dopo l'operazione, ha sbagliato a tornare subito a casa. Ha sbagliato a non rimanere in clinica per 15 giorni, ha fatto su e giù tra casa e ospedale. Se fosse rimasto in clinica per due settimane, non sarebbe successo tutto questo: è l'idea che mi sono fatta io", dice la Pellegrini a SKY Sport24. "Il recupero sarebbe stato più rapido, la ferita si sarebbe chiusa in maniera più veloce. Ma tutti conosciamo Alberto: è testardo, ansioso di tornare in piscina", aggiunge parlando al presente del ct. "Ieri ero disperata, oggi sono arrabbiata. Non è stato possibile rinchiuderlo in clinica, anche solo per 15 giorni. Faceva avanti e indietro con le proprie gambe, sabato mi aveva detto che gli mancava una settimana e sarebbe tornato", aggiunge.
La Pellegrini e il suo fidanzato, Luca Marin, hanno positicipato un viaggio negli Stati Uniti per rimanere accanto a Castagnetti nel periodo dell'intervento e durante la convalescenza. "Negli ultimi 4 anni ho vissuto con lui quasi tutti i giorni. Per lui non ero una fuoriclasse, mi teneva sempre con i piedi per terra - dice l'azzurra-. Se mi doveva sgridare, lo faceva. Se dovevo dirgli qualcosa, lo facevo. I ricordi legati ai Mondiali di Roma sono i più belli dal punto di vista sportivo. Per me Alberto non è morto, rimarrà con me. Non troverò più nessuno come lui. Io e Luca (Marin, ndr) abbiamo sentito qualche voce. Abbiamo chiamato Isabelle (la compagna di Castagnetti, ndr), in lacrime ci ha detto che era tutto vero", conclude.
Commosso anche il campione Massimiliano Rosolino: è un giorno molto triste perché non solo il nuoto ma tutto il mondo dello sport perde un amico del bordo vasca, un grande professionista. "Una persona che si distingueva per la sua allegria e per l'entusiasmo che ancora aveva dopo anni di lavoro - ha spiegato Rosolino - Una cosa che tutti i ragazzi dovrebbero seguire nei loro allenamenti".
"E' stato uno choc". Marcello Lippi ha saputo stamattina della morte di Alberto Castagnetti. "Non ho avuto il piacere di conoscerlo personalmente - ha spiegato il commissario tecnico della nazionale di calcio - anche se l'ho incrociato tre anni fa ad un seminario Coni. I risultati parlano chiaro, è stato un ct vincente. E' uno choc e arriva subito dopo le grandi vittorie di Federica Pellegrini". C'e' un'altra cosa che, da ct, ha colpito Lippi: "Ho letto i commenti di tutti i ragazzi che avevano lavorato con lui. E' vero che la scomparsa di una persona lascia sempre ricordi, ma in questo caso si vede che gli affetti sono realmente sentiti. Castagnetti si faceva voler bene da tutti gli atleti che allenava".
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