Generoso, nella corsa e nella vita. "Un ambasciatore"

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Pier Augusto Stagi, direttore di "TuttoBici", considera Ballerini "uno degli ambasciatori del nostro ciclismo". E ne ricorda il garbo e la curiosità: "Esplorava sempre nuovi mondi, specialmente gli altri sport di squadra. E sapeva ascoltare". LA GALLERY

MARCELLO LIPPI RICORDA BALLERINI

di PIER AUGUSTO STAGI
direttore di TuttoBici

 

Una persona adorabile, un signore, con una gentilezza fuori dal comune. Con tutto il rispetto per i corridori, non sembrava quasi un corridore. Un ambasciatore del ciclismo italiano, insieme a quel Martini che lo designò come suo "erede".
Con il suo garbo era capace di smussare le situazioni più difficili. La sua curiosità lo portava ad esplorare sempre nuovi mondi. Da autodidatta, ad esempio, si era avvicinato agli studi di psicologia sportiva, sapendo bene che è dalla mente che parte tutto. Studiava ed ascoltava. Tanto che amava confrontarsi con altri ct e con i colleghi di altri sport di squadra, tra cui Marcello Lippi, di cui era un grande amico. Questo perché era consapevole del fatto che il ciclismo sia uno sport "falsamente individuale". "Atroce" perché porta uno solo alla vittoria, ma grazie al contributo e al "sacrificio" dei compagni di squadra.

Un generoso, nella corsa così come nella vita. E tosto. Aveva la capacità unica di saper trasmettere: è una perdita inaccettabile. Conoscendolo da quando era un dilettante avrei aneddoti a bizzeffe. Proprio pochi giorni fa, me lo sono ritrovato a sorpresa in un albergo di Milano, dove veniva presentata una piccola squadra di dilettanti. Non me l'aspettavo, ma lui mi disse: "E' sempre una bella cosa quando nasce una squadra di ciclismo, non potevo dire di no".
Avevamo parlato anche della sua passione per il rally e mi aveva confessato il suo sogno: "vedrai che lo vinco", mi aveva detto.