Paltrinieri: "Una medaglia ai Mondiali per la mia Emilia"

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19 anni a settembre, Gregorio Paltrinieri è più di una promessa per il nuoto azzurro (Getty)
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TERREMOTO, 1 ANNO DOPO. A dodici mesi dal sisma che ha devastato la sua Carpi, la grande speranza del nuoto azzurro non dimentica: "La mia casa è inagibile e i miei genitori vivono ancora dai miei nonni"

di Luigi Vaccariello

Il futuro del nuoto azzurro passa anche dalle sue braccia. Le braccia di questo 18enne con la cresta che sembra temere quasi di più l’esame di maturità (scientifica), che quello mondiale del prossimo luglio a Barcellona. Ma Gregorio Paltrinieri è così. Un ragazzone di 191 centimetri, sempre con il sorriso stampato in faccia, capace di salire già sul gradino più alto del podio agli ultimi Europei e chiudere al quinto posto i “suoi” 1500sl ai Giochi di Londra. Un emiliano vecchio stile, legato alla sua terra e alle lasagne della nonna. Quell’Emilia martoriata dal doppio sisma del maggio 2012, che ha reso inagibile la sua casa a Carpi, e che porta sempre dentro di sé, anche se, ormai, la sua casa è il centro federale di Ostia.

Gregorio, partiamo da Londra. Che esperienza è stata per te?
“Un’esperienza meravigliosa. L’Olimpiade è qualcosa che non si può descrivere, bisogna viverla per capirlo. Sono davvero soddisfatto del mio quinto posto, certo mi aspettavo di fare un po’ meglio in finale, il tempo è stato di poco superiore a quello della batteria, ma il podio era comunque inarrivabile”.

Come hai vissuto quei giorni in cui venivi considerato “il salvatore del nuoto azzurro”?
“(Sorride, ndr) io ero al villaggio Olimpico, alloggiavo in un mini appartamento insieme a Gabriele Detti ed al nostro allenatore Stefano Morini. Eravamo in una sorta di mondo ovattato, lontano da tutti e tutti. Pensa che in quei giorni non mi facevano leggere nemmeno i giornali, me li nascondevano. Li ho letti poi, quando sono tornato a casa. Sul web ci andavo poco, i social network praticamente li ignoravo. Però io ero veramente tranquillo, vivevo la vigilia della gara senza alcun tipo di pressione. Davvero, sono entrato in acqua come se nulla fosse, da vero esordiente”.

Pur vivendo a Ostia sei molto legato alla tua terra. Tu sei di Carpi e il 20 maggio ricorre il primo anniversario del terremoto in Emilia. Che ricordi hai di quei giorni?

“Purtroppo non ero li, ma agli Europei di Debrecen. Un paio di giorni dopo avevo i 1500sl (il 23 maggio, ndr). Ho vissuto tutto per sentito dire, nel racconto dei miei genitori e dei miei amici. Ad agosto, prima di partire per le Olimpiadi di Londra, sono tornato lì. E’ stato davvero brutto vedere i miei amici e i miei parenti senza casa. I luoghi dove avevo sempre giocato completamente distrutti. Non a caso l’oro degli Europei l’ho dedicato a loro. Mi sono sentito caricato di una responsabilità ulteriore. Volevo dimostrare che se ce la potevo fare io potevano farcela anche loro. Speravo di dare una iniezione di morale in più a quella gente a cui sono molto legato”.

A un anno distanza com’è la situazione?
“Io non entro nella mia camera da più di un anno. La mia casa di Carpi è inagibile e i miei genitori vivono ancora dai miei nonni. Ci sono stati dei problemi burocratici per la messa in sicurezza. Dovrebbero rientrare a casa a giugno, ma non dico più nulla visto che ogni mese c’è un rinvio, dovevano riconsegnarcela a ottobre, fai tu”.

A giugno hai prima la maturità (è iscritto all’ultimo anno del Liceo Scientifico) e poco dopo i mondiali. Cosa temi di più?
“E’ una bel dilemma. Li temo entrambi, forse un po’ di più l’esame, anche perché è poco prima. Sono due impegni importanti a distanza ravvicinata. Diciamo che se andasse bene l’esame poi sarei più carico a Barcellona”.

Qual è il tuo obiettivo per Barcellona?
“Certo non posso negare che punto al podio e che se non arrivasse ne rimarrei deluso. Ma più che la medaglia, il mio vero obiettivo è il tempo. Ho lavorato duro anche sulla virata (uno dei suoi pochi punti deboli, ndr) per questo, due volte alla settimana lavoro con un biomeccanico a Ostia. Vorrei nuotare sotto i 14’40’’, ma anche 14’40’’90 andrebbe bene. La medaglia è il mio obiettivo per Rio 2016. Lì spero di nuotare un crono che mi possa permettere di battere anche Sun Yang, magari 14'25” (sorride, ndr)”.