Sara Simeoni promuove Trost e Chesani: "Ora viene il bello"

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Lorenzo Longhi

Sara Simeoni, oro olimpico 35 anni fa a Mosca (Ansa)
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L'INTERVISTA. Dopo le medaglie di Alessia e Silvano agli Europei indoor di Praga, la più grande altista italiana applaude gli azzurri: "E' un buon momento per la specialità, adesso le aspettative saranno maggiori. Roma 2024? Una grande opportunità"

Argento per Alessia Trost, la prima da senior per la 21enne di Pordenone, argento anche per il trentino Silvano Chesani: gli Europei indoor di Praga, la scorsa settimana, hanno regalato all'alto azzurro due giorni da ricordare. E, se tra le donne la Trost lascia intuire un futuro roseo, anche oltre la De Martino, l'exploit di Chesani certifica l'ottimo lavoro azzurro. La promozione arriva dalle parole dalla regina madre dell'alto italiano Sara Simeoni, che nel weekend si trova a Sasso Marconi, nel Bolognese, dove una mostra filatelica l'ha omaggiata di una speciale affrancatura che ricorda l'oro olimpico di Mosca, 35 anni fa: "I risultati di Praga - peraltro la città dove la Simeoni ottenne il record mondiale nel 1978 - non sono casuali: dietro alla Trost e Chesani ci sono un gruppo e due metodi di lavoro che funzionano".

Chesani è allenato da Giuliano Corradi, la Trost da Gianfranco Chessa. Per l'alto azzurro è un momento d'oro.
"L'aspetto che fa piacere è notare come appunto gli allenatori e le scuole dei due siano diversi e questo significa che il lavoro è ottimo e lo scambio è positivo".

Ora è il momento dell'entusiasmo, ma che prospettive ci sono?
"A livello mondiale ci sono ancora alcuni atleti fuori quota per i nostri azzurri, ma Alessia e Silvano stanno ottenendo misure importanti. Ora non devono adagiarsi sugli allori, perché hanno potenzialità".

E' la Trost la sua erede?
"La gara di Praga l'ha portato Alessia a ritrovarsi tra le migliori al mondo e ora arrivano per lei le responsabilità: la parte più difficile non è tanto ottenere una misura, ma quello che arriva dopo. Lei però, pur essendo giovanissima, ha già dimostrato di essere matura e vaccinata a certe situazioni e alle aspettative".

Quali margini ha ancora Alessia?

"Data la giovane età, non so dire dove arriverà: io la conosco, incrocio le dita per lei e la seguo con affetto, mi fa molto piacere quando i risultati arrivano. Credo molto in lei".

Lei ha spesso raccontato di essersi appassionata allo sport da bambina con Roma 1960. Come valuta la candidatura italiana per il 2024?
"Mi rendo conto che chiedere uno sforzo agli italiani in questo momento possa lasciare perplessi, tuttavia ritengo che i Giochi possano essere un veicolo dimostrare quel che possiamo fare a livello di Paese, per rimboccarci le maniche e ripartire con numerose iniziative, non solo a Roma, ma in tutta Italia".

Per i 35 anni dell'oro di Mosca, le hanno dedicato un'affrancatura postale...

"Pensi che quando disputavo gare in giro per il mondo raccoglievo i francobolli delle nazioni in cui mi trovavo e delle manifestazioni a cui prendevo parte. Per me erano un bel ricordo. Adesso trovarmi ritratta su un'affrancatura è come una medaglia, oltre all'affetto che la gente prova ancora nei miei confronti".