Borg-McEnroe e gli altri: i migliori film sportivi di sempre

Altri Sport

Vanni Spinella

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In contemporanea con il libro, esce nelle sale il film dedicato alla rivalità tra i due grandi tennisti. Vi suggeriamo altri 10 titoli che qualsiasi appassionato, di sport o di cinema, dovrebbe aver visto

RUSH (2013)

Già prima di Borg-McEnroe, il grande schermo aveva scoperto quante soddisfazioni possano dare le storie che raccontano la rivalità tra miti di uno stesso sport che il destino ha voluto condividessero anche la stessa epoca. Quella tra Niki Lauda e James Hunt, ad esempio, ha segnato la Formula 1 degli Anni Settanta: due piloti lontanissimi, praticamente opposti, dal punto di vista caratteriale e dell’approccio alla gara. L’austriaco (interpretato da Daniel Bruhl) è uno stratega baciato dal talento e con una capacità unica di “sentire” la macchina; uomo di poche parole, riservato fuori dai circuiti. Hunt (l’attore Chris Hemsworth, noto per aver interpretato il supereroe Thor), al contrario, ama essere al centro dell’attenzione, si circonda di donne, non perde occasione per festeggiare, risultando comunque geniale in pista grazie a un istinto e a una voglia di primeggiare fuori da comune. Il film racconta anche il drammatico incidente di Lauda, ricostruito dal regista Ron Howard girando le scene nel vecchio circuito del Nurburgring. Tra le controfigure anche l’ex pilota Jochen Mass, che di Hunt fu realmente compagno in McLaren nel 1976, mentre Alex Zanardi fa un cameo nei panni di un radiocronista al GP d’Italia, quello in cui Lauda torna in pista dopo l’incidente.

FUGA PER LA VITTORIA (1981)

La rovesciata di Pelè, chi non l’ha mai vista? Per raccontare la “partita della morte” (realmente disputatasi durante la Seconda Guerra Mondiale, tra ufficiali tedeschi e prigionieri, ma con esito diverso da quello narrato nel film), il regista John Huston riuscì a mettere insieme un cast unico con grandi attori (il “portiere” Sylvester Stallone, Michael Caine, Max von Sydow) ed ex-calciatori di primissimo livello, a partire da Pelè e proseguendo con Osvaldo Ardiles (fresco di Mondiale vinto nel 1978), l’inglese Bobby Moore (capitano della nazionale campione del mondo nel 1966), il belga Van Himst, il polacco Deyna. C’è anche Werner Roth, unico calciatore statunitense del cast, reclutato inizialmente per far parte della selezione degli Alleati e poi “passato al nemico” quando il regista scoprì che parlava benissimo il tedesco: e così, nel film, interpreta Baumann, il capitano della Germania. Curiosità: inizialmente Stallone, portiere degli Alleati, voleva che il suo personaggio segnasse il gol-vittoria, ma i calciatori e il resto del cast lo convinsero dell’assurdità dell’idea, e così nacque il finale “alternativo”. Questi americani…

MONEYBALL - L’ARTE DI VINCERE (2011)

Ispirato a una storia vera, racconta le vicende della squadra di baseball degli Oakland Athletics e del loro general manager Billy Beane. Scottato dalle sconfitte e non potendo competere per problemi di budget con le squadre più ricche, Beane (Brad Pitt) si inventa un metodo per fare una campagna acquisti intelligente, con l’aiuto di un giovane e brillante laureato in economia (Peter Brand, l’attore Johan Hill). Un metodo scientifico basato sull’analisi dei freddi numeri, di dati e statistiche, con cui si vendono bene i pezzi pregiati della squadra (che però non rendevano secondo le aspettative) e si comprano a basso costo giocatori sottovalutati. Film candidato a 6 Premi Oscar con un Brad Pitt stellare: purtroppo in Italia non ha avuto né il successo né la distribuzione che avrebbe meritato (si partiva dal presupposto che un film sul baseball non potesse interessare agli italiani), ma resta una pellicola da vedere assolutamente, se amate lo sport.

INVICTUS (2009)

Come lo sport può diventare un mezzo per rafforzare l’identità nazionale di un Paese diviso dall’odio razziale e dall’Apartheid. L’aveva capito bene Nelson Mandela, che poco dopo la liberazione da una prigionia lunga 27 anni e l’elezione a presidente, si interessa delle sorti della nazionale di rugby degli Springboks (odiata dalla popolazione nera perché vista come un simbolo dell’orgoglio bianco) in vista della Coppa del Mondo del 1995, confidando in una vittoria che restituirebbe orgoglio e unità al Paese. Per farlo, entra in contatto con il capitano degli Springboks, François Pienaar (interpretato da Matt Damon), fino al riavvicinamento della popolazione nera alla nazionale. Tutto il resto è storia.

OGNI MALEDETTA DOMENICA (1999)

Uno dei monologhi più recitati della storia del cinema, ritirato fuori ogni tanto da qualche allenatore reale o da motivatori che non sono riusciti a trovare parole migliori di quelle con cui Al Pacino ispira i suoi giocatori prima di una partita decisiva. Protagonisti gli Sharks, squadra di football americano in crisi di risultati, e il loro coach, Tony D’Amato (Al Pacino, diretto da Oliver Stone). Nel cast 5 Hall of Famer della NFL, che interpretano allenatori avversari: Bob St. Clair, Y.A. Tittle, Dick Butkus, Warren Moon, Johnny Unitas. “Dovete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi, io scommetto che ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, che ci vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui. Questo è essere una squadra, signori miei. Perciò o noi risorgiamo adesso come collettivo, o saremo annientati individualmente. È il football, ragazzi, è tutto qui”. Già sentito?

COACH CARTER (2005)

Sport e istruzione viaggiano di pari passo nella concezione del coach interpretato da Samuel L. Jackson, allenatore degli Oilers della Richmond High School. Si rivelerà molto più di un semplice coach dai modi rudi e dalle regole ferree, per una squadra composta da ragazzi poveri e spesso sulla via della delinquenza. Un educatore, capace di ribellarsi al sistema (scolastico, in primis) che vuole il basket come strumento di riscatto sociale a discapito dell’istruzione, e pazienza se poi il campione di turno riesce a malapena a leggere: l’importante è che sia infallibile sotto canestro. E invece… scopriamo che anche un ragazzo apparentemente senza futuro può arrivare a recitare una poesia di Marianne Williamson.

ROCKY (1976)

Scritto in tre giorni da Sylvester Stallone, che crea un personaggio destinato a diventare una vera e propria icona, regalandogli la fama mondiale e facendone una star di Hollywood. La storia del pugile italo-americano Rocky Balboa, che arriva a sfidare il campione del mondo dei pesi massimi Apollo Creed, è stranota, così come fanno ormai parte della cultura popolare alcune scene e battute del film, su tutte l’urlo “Adriana”, per non parlare della colonna sonora. Girato con un budget di poco superiore al milione di dollari in 28 giorni, incassò 225 milioni alla sua uscita nelle sale, vincendo 3 Oscar (miglior film, miglior regia e miglior montaggio).

IL SAPORE DELLA VITTORIA (2000)

Storia vera che viene dal mondo del footlball studentesco, quella dei Titans, ambientata in Virginia nel 1971. Due scuole, una frequentata esclusivamente da bianchi e l’altra da neri, e un coach (interpretato da Denzel Washington) che quando il consiglio scolastico decide di accorpare i due istituti si trova a dover allenare la nuova formazione “mista”, ma soprattutto a far convivere ragazzi diversissimi per educazione, stile di vita, possibilità economiche. Le due fazioni si scopriranno pian piano a vicenda, con i due “capi”, Gerry e Julius, inizialmente nemici, che fraternizzano dando l’esempio. Fino alla scena in cui nello spogliatoio risuona “Ain’t No Mountain High Enough” di Marvin Gaye e Tammi Terrell. Il nostro Oscar al miglior giocatore non protagonista va a “Raggio di Sole”.

BLUE CHIPS - BASTA VINCERE (1994)

Nick Nolte, per calarsi nella parte del coach di basket, passò diverse settimane girando per i palazzetti americani. Non guardava le partite o i giocatori in campo, ma fissava gli allenatori per interiorizzarne mosse, gestualità, tic. Un giorno, in tribuna, gli capitò seduto vicino il nostro Sandro Gamba, ex Ct della Nazionale, e quando venne a sapere di avere un vero allenatore accanto ne approfittò per un ulteriore clinic di comunicazione non verbale, tempestandolo di domande. Il risultato fu una straordinaria interpretazione di Nick Nolte, che recita accanto a mostri sacri come Shaquille O’Neal e “Penny” Hardaway, con la partecipazione di altri miti del basket americano come Larry Bird, Bob Knight, Jerry Tarkanian…

MILLION DOLLAR BABY (2005)

Scritto, diretto e prodotto da Clint Eastwood, è stato il film più premiato agli Oscar 2005, con ben 4 statuette (miglior film, miglior regia, miglior attrice protagonista a Hilary Swank e miglior attore non protagonista a Morgan Freeman). Storia di sacrificio, di obiettivi raggiunti con l’impegno e la determinazione: valori incarnati da una giovane donna decisa a imporsi nel mondo della boxe, anche se non sono certo le scene “di sport” girate sul ring quelle per cui il film va assolutamente visto. Personaggi tratteggiati in modo fantastico, così come le loro relazioni, i loro sentimenti, i loro vuoti. In tutto ciò, la boxe non è altro che una metafora.