Dustin Johnson numero 1 anche in Messico

Golf

Stefano Olivari

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Il miglior golfista del mondo ha vinto da favorito il WCG-Mexico Championship, nonostante un cattivo rendimento nel gioco corto, superando di un colpo Westwood e di due Fisher l’astro nascente Rahm. Ventesimo Francesco Molinari

Vincere da favoriti nel golf è più difficile che negli altri sport, per questo quella di Dustin Johnson nel WGC-Mexico Championship può essere considerata una piccola (nemmeno tanto, soltanto i major contano di più del circuito WCG) impresa. Il numero uno del mondo ce l’ha fatta cambiando passo al secondo giorno e finendo 14 colpi sotto il par, su un percorso che nemmeno sarebbe adattissimo alle sue caratteristiche (sintetizzando al massimo: grandi drive, gioco corto soltanto buono). Il trentaduenne americano è stato freddissimo nelle ultime quattro buche, superando di un colpo il trentaduenne inglese Tommy Fleetwood, di due lo spagnolo Jon Rahm e l’altro inglese Ross Fisher. Per Johnson è la quattordicesima vittoria nel PGA Tour, la quarta in un WCG (solo Tiger Woods, con 18, ha nella storia fatto meglio) due settimane dopo il trionfo al Genesis Open che lo ha portato in vetta al ranking. Da non trascurare i 1.660.000 dollari incassati.

La gara è stata emozionante, perché Johnson ha dovuto rimediare ad un rendimento scadente nel putting, con ben 16 errori in quella che gli americani considerano distanza ravvicinata, cioè 10 piedi (circa 3 metri). Ma quando un giocatore è in fiducia può rimediare a qualsiasi situazione negativa, come dimostrato anche con una eccezionale uscita dal bunker all’ultima buca. Dal vittorioso U.S. Open dell’anno scorso, suo primo major, Johnson ha disputato 17 tornei del PGA Tour vincendone 5, con 9 podi e 13 piazzamenti totali nei primi 10. Clamoroso, considerando l’equilibrio ad alto livello che regna nel golf di oggi.

Gli altri? Justin Thomas, che era al comando dopo la terza giornata, è stato stroncato da un colpo finito nel lago alla settima buca ed ha chiuso con un amarissimo quinto posto. Rory McIllroy rientrava da un infortunio e gli è bastato esserci, settimo, pensando ovviamente come tutti al Masters. Settimo anche Mickelson, dodicesimo Spieth e sedicesimo Fowler, mentre la rising star è senza dubbio il giovane Rahm, 22 anni fa, fresco di professionismo e ancora nella fase in cui non si avverte la pressione. Francesco Molinari è piaciuto soprattutto la domenica, girando in un 66 che è stato il terzo risultato di giornata e chiudendo con un ventesimo posto nobilitato anche da 91.333 dollari.