U.S. Open, secondo giorno: Molinari e Johnson non superano il taglio

Golf

Stefano Olivari

Francesco Molinari alla buca 14 di Erin Hills, durante il secondo giorno degli U.S. Open 2017 (Getty)
Molinari

A Erin Hills anche venerdì il torinese ha girato sopra il par e il suo torneo si è quindi chiuso qui, al settantanovesimo posto. Male anche il numero 1 del mondo, il numero 2 McIllroy e il numero 3 Day, che hanno stabilito un record negativo nella storia dei major, mentre al comando della classifica c'è un quartetto

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Gli U.S. Open 2017 di Francesco Molinari si sono chiusi al secondo giro del percorso di Erin Hills: il torinese ha girato 3 colpi sopra il par ed ha chiuso in 79esima poszione, non superando il taglio. Eliminati dalla competzione anche il numero 1, 2 e 3 del mondo, Dustin Johnson, Rory McIllroy e Jason Day. In testa un quartetto con due britannici, Paul Casey e Tommy Fleetwood, e due americani, Brian Harman e Brooks Koepka, ma con la classifica corta e la vittoria alla portata ancora di tanti altri.

Molinari

Molinari è arrivato nel Wisconsin già con cattive sensazioni nei confronti del campo, fra rough, vento e disegno, e la sua prestazione negativa è stata in linea con l'approccio. Nella seconda giornata due bogey alla 3 e alla 5 gli hanno confermato che il suo U.S. Open era finito, i guizzi da birdie alla 7 e alla 14 gli sono serviti soltanto per l'onore. Il suo miglior risultato in carriera agli U.S. Open rimane il 23esimo posto del 2014, anche se queste statistiche hanno un peso relativo vista la rotazione dei campi (all'epoca si giocava a Pinehurst). Il trentaquattrenne torinese rimane il miglior golfista italiano, nonché l'unico inserito nel giro che conta, il tempo per l'acuto in un major ce l'ha ancora.

Record negativo

Molto più delusi di lui sono il numero 1, 2 e 3 del mondo, Dustin Johnson, RoryMcIllroy e Jason Day, che non hanno superato il taglio così come altri nomi molto attesi: Rose, Stenson, Rahm. Erin Hills non fa sconti, i critici di questo campo dicono che premia più la regolarità della classe ma comunque il percorso è uguale per tutti. Rimane il fatto che da quando esiste l'attuale sistema di classifica, cioè dal 1986, questa è la prima volta in un major che nessuno dei primi tre giocatori del pianeta supera il taglio. Si possono fare tante analisi sul livellamento, verso l'alto o verso il basso, e le sue cause, ma questa intanto è la realtà. 

Sognano in tanti

Dopo due giornate di competizione la classifica è corta, anzi cortissima. A 137 colpi, meno 7 rispetto al par, c'è il quartetto composto da Harman, Koepka, Fleetwood e Casey, ma il discforso sulla regolarità vale solo per i primi tre, perché Casey ha in realtà buttato via la possibilità di portarsi al comando con almeno 10 colpi sotto il par: un triplo bogey alla 14 lo ha messo sullo stesso piano degli altri, ma l'impressione destata rimane superiore. Il re della prima giornata, Rickie Fowler, ha girato un colpo sopra il par ed è comunque quinto a un solo colpo dalla testa. A sognare sono comunque ancora in tanti, compreso il giapponese Matsuyama autore di un secondo giro da leggenda con meno 7 e un Sergio Garcia 10 colpi lontano dalla vetta ma con le qualità per cambiare passo. Occhio a Snedeker e al giovane dilettante Cameron Champ: tutto è ancora apertissimo, anche se forse il pubblico generalista avrebbe preferito un rendimento diverso di alcuni grossi nomi.