Nuoto, Mondiali Budapest: Furlan argento nella 25 km, Bridi di bronzo

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Lia Capizzi

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Arrivano altre due medaglie per la spedizione azzurra ai Mondiali di Budapest. Matteo Furlan conquista l'argento nella 25 km maschile, chiudendo ad appena 6 decimi dal vincitore. Bronzo invece per Arianna Bridi, che nella 25 km femminile bissa il terzo posto ottenuto nella 10 km

La gara più massacrante, 25 Km, più di 5 ore di nuoto. Come se non bastasse la fatica aggiungeteci anche le botte, calcioni e gomitate, una vera guerra. Ci vogliono i muscoli ma serve soprattutto cervello. Quello che ha avuto Matteo Furlan in versione squalo. Per 24 Km la sfida è un duello italo-francese tra Axel Reymond e il campione in carica Simone Ruffini, si alternano in prima e seconda posizione per quasi tutta la gara, con tanto di colpi proibiti come quando a meno di 1Km dal traguardo una scazzottata fa scivolare gli occhialini di Ruffini. Il 27enne di Tolentino non ci sta, lotta come un guerriero, con il suo fisico minuto, ha la rabbia della mancata medaglia nella 10Km, la voglia di legittimare la sua leadership tra gli azzurri. Nessuno aveva fatto i conti con Matteo “the Shark”. Negli ultimi 500 metri dalle retrovie, quatto quatto, spunta quasi a sorpresa il lungagnone di quasi 2 metri, in forza alla Marina Militare e tesserato per il Team Veneto. Furlan non ha lasciato nulla al caso. Lucido, astuto, scaltro, ha lasciato battagliare i due rivali al comando, per poi risalire e azzannare nel finale. Non è la sua prima medaglia mondiale, già 2 anni fa a Kazan il 27enne di San Vito al Tagliamento aveva stupito centrando un doppietta, si era portato a casa due bronzi (5km e 25Km). Questa volta sul lago Balaton la medaglia è una sola ma più pesante, frutto di una intelligenza tattica da manuale. Per poco non gli riesce il capolavoro, il francese Reymond (5h 02’ 46) si appella all’ultima goccia di energia che ha in corpo per mettere la mano davanti a quella dell’azzurro (5h 02’ 47”). Due considerazioni. Occorre cercare di riflettere su come contrastare nei prossimi anni lo strapotere della Francia che a Budapest ha fatto man bassa di ori e medaglie. Discorso a parte per Ruffini (5h 02’ 43). Un quarto posto lascia sempre l’amaro in bocca, ma Simone ha il soprannome di “Spartacus” nel DNA, da questo mondiale stregato di Budapest saprà ripartire. 

Il bis di Arianna, la ragazza dei laghi

Da Budapest quasi quasi non vorrebbe ripartire più Arianna Bridi. Sprizza gioia da tutti i pori, vera regina azzurra di questi Mondiali al pari di Mario Sanzullo tra gli uomini. Per entrambi un bottino personale di 2 medaglie. Dopo il bronzo ex-aequo nella 5Km la 21enne trentina sfodera una grinta ai massimi livelli pure nella maratona. Sono in tante a battagliare, tutte con voglia di riscatto, c’è Martina Grimaldi per tanto tempo la donna copertina del nuoto di fondo, dopo due anni di buio ha ritrovato la forma e la grinta da campionessa. C’è l’olandese Sharon Van Rouwendaal, allenata dal francese Philippe Lucas, oro olimpico a Copacabana ma ancora all’asciutto di medaglie qui a Budapest. C’è la brasiliana Cunha, la donna flop un anno fa ai Giochi di casa sua. Ha già condiviso il podio con la Bridi nella 10Km, questa volta non vuole spartire il banchetto con nessuna. Lo scatto della Cunha (5h 21’ 58”) le vale la conferma dell’oro conquistato due anni fa. L’olandese è seconda con Arianna che chiude terza (5h 22’ 08)  davanti a Martina Grimaldi (per la quale vale lo stesso discorso di Ruffini: maledetta medaglia di legno). La Bridi riceve l’abbraccio di Fabrizio Antonelli, allenatore suo e di Rachele Bruni. E’ forse l’unico che non si meraviglia dell’impresa della sua allieva, ne conosce le potenzialità. Lo sguardo al cielo a pensare a papà Marino – scomparso l’anno scorso - quando la prendeva in giro dicendole che il nuoto non le avrebbe permesso di campare. Chiamatela la ragazza dei laghi. Dal lago di Caldonazzo dove è nata e dove a cinque anni ha imparato a nuotare, al lago Balaton che la consacra campionessa vera. Arianna è diventata grande.