Nuoto, Europei vasca corta: Paltrinieri secondo nei 1500. A medaglia Sabbioni, Bianchi, Panziera e Dotto

Nuoto

Lia Capizzi

Gregorio Paltrinieri argento nei 1550 stile libero a Copenaghen (Getty)
paltrinieri

A Copenaghen Paltrinieri manca l'oro nella "sua" gara, quella dei 1500 stile libero. Ma nella terza giornata degli Europei l'Italia si mette al collo altre quattro medaglie: tra gli uomini sul podio Sabbioni e Dotto, tra le donne Bianchi e Panziera. Analizziamole una ad una, chiudendo con il settimo posto di Federica Pellegrini nella finale dei 100 stile

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Quando una sconfitta può anche fare bene. Un paradosso per uno come Paltrinieri che è competitivo da far paura. Questa volta l'ucraino Romanchuk - che da anni lo studia per imitarlo - gli scappa subito via e il campione olimpico si deve accontentare di arrivare secondo. Difficile parlare di un argento conquistato, lo stesso Greg è pure un tantino arrabbiato sentendosi come un re detronizzato. Gli rode aver perso nei suoi 1500sl ma non è per nulla preoccupato, l'aveva messo in preventivo. Ha fatto la scelta di andare dall'altra parte del mondo in Australia ad allenarsi fino al prossimo marzo, in accordo con Stefano Morini. Scelta di nuoto ma ancor più di vita, ha bisogno di respirare dopo 5 anni a tirare la carretta. Si sta ossigenando in versione esploratore aussie, sta coccolando la testa per ritrovare stimoli, l'anno migliore per poterlo fare era proprio questo. Nessun allarmismo, testa alta, ne riparliamo quando nel 2018 rivedremo Super-Greg. Garantito. Così come, non ce lo scordiamo, il prossimo anno ritroveremo anche il gemello diverso Gabriele Detti, assente a Copenaghen.

E' un'abbuffata. La terza giornata degli Europei in vasca corta regala altri due argenti in salsa emiliana-romagnola. Ilaria Bianchi della farfalla è da anni la regina azzurra, ma non certo nei 200 metri che per altro nemmeno prepara molto con Fabrizio Bastelli. Che sorpresa. Mai abbastanza elogiata la 27enne bolognese che in un modo o nell'altro timbra sempre il cartellino sul podio, in questo caso reinventandosi con tanto di record italiano (2'04"22). Il record lo stampa pure Simone Sabbioni nei 100 dorso (49"68). Una vera e propria liberazione per il 21enne di Riccione che da settembre ha preso armi e bagagli per trasferirsi in Veneto sotto la nuova guida tecnica di Matteo Giunta al Centro Federale di Verona. Ora si che Simone può sferrare un calcione alla sfighella dell'ultimo anno - infortunio fisico - e del "device" che si era rotto il giorno prima in avvio della staffetta mista - infortunio tecnico -. Tiè. Un argento vivo in tutti i sensi, per il suo enorme talento e per il suo essere caciarone, ora pure con i capelli ossigenati. Sale sul podio anche uno dei più bei sorrisi del nuoto azzurro. Per Margherita Panziera un bronzo nei 200 dorso (2'02"43, record italiano) tanto imprevedibile quanto meritato. Il lavoro paga, potrebbe dire il saggio, in questo caso ha pagato la consapevolezza acquisita a furia di batoste per la veneta tesserata Aniene. Margherita è finalmente è sbocciata, a patto che consideri questa medaglia europea un inizio e non un traguardo.

La finale dei 50sl maschile è roba da cuori forti, crono vertiginosi, un duello Morozov Proud da mozzare il fiato. E dietro chi spunta? Luca Dotto. Che bronzo di gran carattere per l'allievo di Claudio Rossetto, un podio di gran valore. Dopo il ritiro di Filippo Magnini, sempre citato dal gruppo azzurro anche in Danimarca, il padovano ha il ruolo di leader della velocità. Non ne sente il peso, anzi, la carica d'orgoglio va di pari passo con il tanto lavoro con cui ha iniziato la nuova stagione. E quando arriverà la vasca lunga, promette di essere un Dotto lanciatissimo. Non ci aspettavamo nulla, invece, da Federica Pellegrini che chiude settima la finale dei 100 stile. Una Fede in salita, anche nel crono (52"97), ma se pure avesse fatto il suo record non sarebbe andata oltre il sesto posto. La vera preparazione per la velocità cominverà di fatto a gennaio. La Pellegrini non ha più nulla da dimostrare, è già leggenda nel nuoto, ma se ha deciso di fare questa nuova scommessa (con sè stessa) siam pronti a credere che riuscirà a stupire anche in questa sua seconda vita agonistica. E' solo l'inizio. Tempo al tempo.