Mondiali scherma: Luca Curatoli di bronzo nella sciabola, la 1^ della spedizione azzurra

Scherma

Lia Capizzi

Luca Curatoli (Credit: Augusto Bizzi, Federscherma)

Il 25enne napoletano porta in dote all’Italia la prima medaglia azzurra dei Mondiali di scherma in Ungheria. Curatoli coniuga lo sport di alto livello con lo studio, studente di Giurisprudenza alla Luiss. In famiglia la scherma è una tradizione, il fratello maggiore è il suo maestro, l’altro fratello è stato un campione prima di lui

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In semifinale vince il fortissimo coreano Sanguk Oh (numero due del ranking mondiale) 15-11. Alla vigilia della sfida Luca Curatoli aveva definito il rivale "una macchina", con la consapevolezza di essere sfavorito ma la volontà di provarci. Inizia molto bene l’assalto ma sul 9-9 l’azzurro è costretto a cambiare il passante, il cavo collegato alla sciabola, e l’interruzione tecnica gli spezza il ritmo del match. Il coreano ha la capacità di approfittarne per andare in fuga, vince su Curatoli e successivamente nella finale per l’oro conquista il titolo mondiale. Per il 24enne di Napoli, tesserato per il Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro, resta comunque la soddisfazione di aver afferrato la medaglia più importante della sua ancor giovane carriera. "Voglio chiamarla la medaglia della consacrazione, anche se può sembrare un po’ esagerato. Un po’ di rammarico ce l’ho per come ho impostato il match ma adesso mi godo questo momento e lo considero un punto di partenza. Sono convinto di poter dare ancora di più". Da sempre Curatoli è considerato un talento cristallino, è sempre stato protagonista in pedana nelle categorie giovanili, arrivando a vincendo l’ oro Mondiale Under 20 nel 2014. Esuberante e adrenalinico. "Mi definisco un figlio del Vesuvio perché per carattere sono un vulcano. A volte esagero un po’, sono opprimente, pressante, magari scoccio le persone. In pedana riesco ad incanalare questa grinta ma al di fuori mi rendo conto di essere un po’ scassa…".

Scherma, una tradizione di famiglia: Luca e i suoi fratelli

La scherma è una tradizione familiare, il suo maestro è da sempre il fratello maggiore Leonardo Caserta, stessa madre ma padre diverso. L’altro fratello Raffaello ha partecipato a due Olimpiadi (bronzo a squadre ad Atlanta 1996). C’era il rischio che per il piccolo di casa la scherma diventasse una pressione e non certo un gioco: "Mio padre non mi voleva spingere a fare scherma a tutti i costi proprio perché temeva che io potessi avere un’ansia particolare. Invece per me è sempre stata passione pura. Fin da quando alla televisione vedevo Raffaello tirare alle Olimpiadi oppure quando è arrivato secondo al Mondiale. Anzi, Raffi tre giorni fa è venuto a cena a casa nostra, mi sa che, se questi sono i risultati, ci deve venire più spesso". Nel borsone viaggia spesso con i libri universitari, nel libretto della facoltà di giurisprudenza sono segnati 13 esami sostenuti: "Mi vedo in futuro come avvocato, ci spero. Ringrazio la LUISS che mi dà la possibilità di preparare al meglio la carriera studentesca ma pure quella sportiva perché mi affidano dei tutor che mi seguono passo dopo passo. Anzi li ringrazio già in vista del prossimo esame...". Tra due giorni c’è un altro esame che potrebbe valere una laurea a cinque cerchi, la gara a squadre mette in palio punti pesanti perchè hanno valore maggiore (due volte e mezzo in più) rispetto ai punteggi di Coppa del Mondo: "Il traguardo è Tokyo, tra 2 giorni nella gara squadre dobbiamo fare bene. Siamo una squadra molto competitiva e lo sappiamo. Vogliamo prima di tutto qualificarci per l’Olimpiade".

L’ultimo mondiale di Aldo Montano tra malinconia e polemiche

E dire che la giornata all’interno del palazzeto Syma Sport di Budapest, non era iniziata sotto una buona stella. Subito fuori al primo turno nella spada femminile Rosella Fiamingo, argento olimpico di Rio. Niente da fare nemmeno per la campionessa del mondo in carica Mara Navarria che proprio nel giorno del suo compleanno, 34 anni, si deve arrendere ai sedicesimi di finale. Nella sciabola maschile il compagno di squadra di Curatoli, Gigi Samele, si ferma agli ottavi. Gli altri due azzurri Enrico Berrè e Aldo Montano abbandonano la pedana iridata ai sedicesimi di finale. Per Aldo Montano un mix di tristezza ma pure di polemica per le ultime due stoccate con le quali si conclude la sua prova individuale: "Più che polemica una visione diversa, la mia, rispetto a quella dell’arbitro. Ma devo dire che purtroppo succede sempre più spesso. Per 10 persone hai ragione, per altre 25 hai torto . Così diventa un gioco difficile da giocare. Per 10 persone hai ragione. Evidentemente non sono codificate bene le regole, magari bisogna provare a cambiarle". È una battaglia che Montano porta avanti da tempo nel suo ruolo istituzionale di presidente della Commissione Atleti Internazionale. L’ombra malinconica nel suo volto nasconde la consapevolezza di aver disputato l’ultima  gara iridata individuale di una carriera, la sua, enorme nella sciabola. Qui a Budapest è il suo ultimo mondiale. Prima dell’addio alle pedane il fuoriclasse livornese ha un ultimo desiderio: disputare la quinta Olimpiade.