Zanardi sempre più Ironman: "Nel mio futuro ci sono ancora le auto..."

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Alex Zanardi al termine dell'Ironman di Barcellona (Getty)
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Reduce dal record di Barcellona, dove è diventato il primo atleta disabile a correre un Ironman sotto le 9 ore, il bolognese non dimentica il suo primo amore, quello per i motori: "Potrei correre nel 2018 alla guida di una GT"

Gli aggettivi sono terminati da molto tempo. Alex Zanardi è reduce da una delle sue imprese più clamorose: domenica scorsa a Barcellona è stato il primo atleta disabile a correre un Ironman full distance (226 km totali tra nuoto, bici e corsa) in meno di 9 ore. Il suo tempo è stato di 8h58’59'', grazie a una strepitosa prova in handbike, la specialità della casa (in cui è quattro volte campione paralimpico e otto volte iridato). Alex ha volato i 180,2 km previsti a un'incredibile media di 37,09 km/h, frutto anche della preparazione meticolosa del mezzo: "Sono un grande “trafficone” fin dai tempi dell’automobilismo, mi piace stare nel mio garage a casa a sistemarmi i mezzi al meglio e nel paraciclismo, da questo punto di vista, ho trovato una miniera d’oro - ha detto Zanardi, intervistato dal Mattino -. Ho preparato un mezzo a puntino, una handbike studiata per le grandi distanze pianeggianti, come la gara di Barcellona, grazie agli amici della Dallara automobili che mi hanno aiutato a pensare alcuni componenti". Nessun atleta disabile era mai riuscito a entrare nella categoria dei 'subnine', quella del muro delle 9 ore di gara: "Sono orgoglioso di essermi distinto e orgoglioso di essere il primo disabile al mondo a farcela, chiunque altro ci riuscirà sarà sempre secondo, nessuno potrà portarmi via il mio record - ha continuato Zanardi -. Gli ultimi chilometri della maratona sono stati durissimi, devo ringraziare chi mi ha incitato e soprattutto mia moglie, ma ora sto già pensando al mio prossimo Iroman e lei con me". 

"Il futuro? Auto e triathlon"

Zanardi pensa già al domani. Intercettato da Repubblica, l'ex pilota di Formula 1 (che perse le gambe in un incidente il 15 settembre 2001 sul circuito tedesco del Lausitzring) ha spiegato che quello visto domenica a Barcellona fa già parte del passato: "Il risultato, la vittoria, è un qualcosa in più da aggiungere alla bellezza del viaggio, della preparazione, alla sofferenza faticosa, del progetto che stai portando a compimento. Che ora però non c'è più, è il momento di guardare avanti...". Nel futuro di Alex, oltre a handbike e triathlon, c'è anche un ritorno di fiamma per il primo vero amore, quello per i motori: "Parteciperò ad altre competizioni nel triathlon - ha detto Zanardi, 51 anni il prossimo 23 ottobre -. Entro la fine del 2017, poi c'è da pianificare la stagione 2018, sempre nel triathlon. Ma alla Bmw sono convinti che sia ancora in grado di andare forte anche al volante, ci sono valutazioni in corso ma dovrei tornare a guidare una GT. Ho ancora i brividi quando mi metto alla guida, meno di un anno fa ero primo nel campionato italiano al Mugello. Dovrei ancora sapere come si fa...".