"1938 - Lo sport italiano contro gli ebrei", 80 anni fa le leggi razziali: il documentario di Sky Sport

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Ottant’anni fa, il 17 novembre 1938, il Re d’Italia, Vittorio Emanuele III, controfirmava il decreto razziale voluto dal governo di Benito Mussolini. Un giorno triste, una delle pagine più vergognose nella storia del Paese che non lasciò escluso nemmeno lo sport. Su Sky Sport l'inchiesta esclusiva con documenti inediti e che racconta le terribili conseguenze della discriminazione nei confronti degli sportivi 

GIORNATA DELLA MEMORIA: 1938 - LO SPORT ITALIANO CONTRO GLI EBREI

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Il 17 novembre 1938 vennero introdotte le leggi razziali, con il Regio Decreto numero 1728. Per ricordare questa terribile ricorrenza Sky Sport ripropone l’inchiesta andata in onda nella Giornata della Memoria, con in appendice le scuse pronunciate del presidente del CONI, Giovanni Malagò, lo scorso gennaio.

"Anche se totalmente innocenti ed estranei rispetto a quel contesto storico, non possiamo che chiedere scusa per quello che avvenne qui nel 1938". Le parole di Malagò riguardo al CONI ed al momento in cui tradusse ferocemente nello sport la parola d’ordine delle epurazioni razziali.

Lo Speciale "1938- Lo sport italiano contro gli ebrei" è un viaggio nel passato, un’inchiesta esclusiva fatta di documenti inediti che racconta le terribili conseguenze della discriminazione nei confronti degli sportivi. Per il ciclo Storie di Matteo Marani, e curato da Alessia Tarquinio, il documentario andrà in onda sabato 17 novembre alle 13.45, 19.30 e 23 su Sky Sport Serie A, alle 12.30 e 21 su Sky Sport Football e alle 17 su Sky Sport Uno.

Il documentario che fa luce su un risvolto dimenticato della discriminazione antisemita nel nostro Paese, quella subita da atleti, allenatori, dirigenti sportivi, professionisti ed amatori, dopo la promulgazione delle vergognose leggi razziali in Italia. Perché tutto questo sia noto anche alle nuove generazioni. Perché solo attraverso la consapevolezza del passato si può leggere il presente e costruire il futuro.

L’inchiesta storica di Sky Sport, andata in onda a gennaio in occasione della Giornata della Memoria, è alla base del format "Storie" curato da Marani, parte dal 18 settembre 1938, giorno in cui a Trieste Benito Mussolini, capo del Fascismo in Italia, pronunciava il discorso sulla razza, con parole che sancivano di fatto l’entrata in vigore delle leggi razziali nel nostro Paese.

Il documentario va alla ricerca e alla scoperta di documenti mai analizzati prima e racconta le tragiche e poco note vicende che hanno scandito la storia dello sport italiano 80 anni fa. Tra i documenti che verranno mostrati, ce n’è uno particolarmente significativo, esclusivo, e ritrovato dallo storico Marcello Pezzetti. Attraverso il suo lavoro, possiamo aggiungere un capitolo fondamentale nella storia delle leggi razziali nello sport italiano: un registro del 1938 contenente alcune relazioni del CONI, dal quale mancano tre pagine, certamente strappate da chi aveva interesse, a guerra finita, a escludere il proprio coinvolgimento. Accadde per centinaia, migliaia di atti pubblici, distrutti o bruciati. Eppure qualcosa resta. Qualcosa di fortemente imbarazzante per il mondo dello sport. In quelle pagine si legge, tra l’altro:“In ottemperanza alle direttive che la politica del Regime ha stabilito in ogni attività della Nazione, per la salvaguardia della purezza della razza, Il CONI ha provveduto alla esclusione di ogni elemento ebraico dai suoi quadri. Tale epurazione razziale è oggi completa".

“Il CONI attraverso la Federazione Medici degli Sportivi ha offerto la sua collaborazione all’Istituto di Bonifica Umana ed Ortogenesi della Razza di recente costituzione. Le modalità di tale collaborazione non sono state per ora precisate ma si impernieranno nel reciproco scambio”.

Lo stesso Pezzetti, nello speciale, argomenta: "Il CONI decise attraverso il suo stesso presidente, il Ministro Starace, e il suo segretario Vaccaro, anche Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, che bisognasse bonificare l’ambiente dello sport. In poco più di due mesi il mondo dello sport venne assolutamente reso judenfrei, cioè privo di ebrei. Una delle azioni più devastanti in un settore che sia mai avvenuto".

E proprio in merito a questo, il giorno dopo la messa in onda del documentario arrivarono le già cittae scuse da parte del CONI e pronunciate dal presidente Malagò. Il racconto si sviluppa anche attraverso i contributi di scrittori e storici che si sono occupati delle vicende di quell’epoca, come Michele Sarfatti e Marcello Pezzetti, e un’intervista a Lello Efrati, nipote del pugile Leone Efrati, morto nel 1944 ad Auschwitz.