È morto Luciano De Crescenzo, aveva 90 anni ed era grande tifoso del Napoli

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Lo scrittore e filosofo napoletano avrebbe compiuto 91 anni il prossimo 18 agosto. Era grande tifoso del Napoli: "Il tifo per una squadra è un amore eterno, immarcescibile. Perché si può cambiare moglie, amante, partito politico ma la squadra no", diceva sull'amore per la sua squadra del cuore

Dopo Andrea Camilleri il mondo della cultura piange un altro grande protagonista del XX secolo. È morto a Roma Luciano De Crescenzo, scrittore e filosofo oltreché regista, attore e conduttore televisivo. Aveva 90 anni (ne avrebbe compiuti 91 il prossimo 18 agosto), ed era grande tifoso del Napoli, la squadra della sua città. Ex ingegnere, con alle spalle una carriera da informatico alla Ibm, si è costruito nel tempo la fama di scrittore divulgatore. "Così parlò Bellavista", suo esordio letterario datato 1977, venderà oltre 600 mila copie anche grazie al ruolo di opinionista che gli ritagliò per lui Maurizio Costanzo nella trasmissione "Bontà loro". In tutto, tra romanzi e saggi divulgativi, ha pubblicato 50 libri, vendendo 18 mila copie in tutto il mondo.

Luciano De Crescenzo, le frasi celebri sul Napoli

"Il tifo per una squadra è un amore eterno, immarcescibile. Perché si può cambiare moglie, amante, partito politico ma la squadra no. Quello è e quello resta, per sempre, è un amore unico". Così Luciano De Crescenzo, in una delle sue frasi celebri sul calcio e sul Napoli. Lo scrittore napoletano ha anche raccontato la sua prima volta allo stadio. "Avevo nove anni, mio padre mi portò allo stadio Ascalesi a seguire la partita tra il Napoli e l’Ambrosiana Inter. Perdemmo all’ultimo minuto, all’ultimo secondo: iniziai a piangere disperatamente e in quel momento lo realizzai. Ero un tifoso del Napoli e così è sempre stato". Un tifo, quello per la squadra della propria città, che De Crescenzo considerava naturale. "Tifare per la squadra della propria città è un fatto normale. E quelli napoletani sono dei tifosi buoni". Così invece lo scrittore su Diego Armando Maradona, artista del pallone come lui lo era della scrittura. "Ho conosciuto Maradona quando ero ingegnere, però non ci fu molto dialogo, forse non destai il suo interesse… Però mi fece una buona impressione, lo considero una brava persona". E poi ancora sul presidente Aurelio De Laurentiis, l’artefice della rinascita del club azzurro: "La città di Napoli è stata davvero fortunata ad avere un presidente innamorato della piazza e della squadra come lui". "Ciao Luciano". Il Napoli ha voluto ricordarlo con un post su Twitter e un aforisma che dice molto del suo orgoglio napoletano: "Essendo napoletano mi rendo conto che quasi tutti i napoletani sono uomini d'amore, quindi se dovessi nascere un'altra volta preferirei sempre Napoli".

Il ricordo di De Laurentiis

Con un post sul sito ufficiale del Napoli, il presidente Aurelio De Laurentiis ricorda così l’illustre concittadino: "Ho conosciuto Luciano De Crescenzo quando era un ingegnere della IBM. Aveva appena pubblicato il suo primo romanzo "Così parlò Bellavista". Mi intrigava molto il suo modo di scrivere, era un napoletano trapiantato a Milano, e quando lo chiamai a collaborare alla sceneggiatura di un film ambientato a Napoli con Nino Manfredi dal titolo "La mazzetta", lui si presentò nei nostri uffici e cominciò a elaborare le sue invenzioni attraverso la sua conoscenza informatica". Erano gli anni 70: "Rimanemmo tutti sbalorditi per come fosse capace di impostare la schematizzazione delle scene. Ha scritto innumerevoli testi e si è divertito moltissimo a filosofeggiare regalando agli italiani connessioni colte con la storia miste a massime argute e di buon senso da lui costantemente inventate e codificate nei suoi testi. È stato un vero protagonista di quest’ultimo cinquantennio. Ciao Luciano".