NCAA, fra March Madness e il ritorno di Mussini

Basket

Stefano Olivari

Mussini_NCAA_Getty

Il torneo NCAA è iniziato con la vittoria di quasi tutte le favorite e la presenza di due italiani, Fois e Akele, uno in panchina per Gonzaga e uno in campo per Rhode Island. Intanto Mussini apre a un suo ritorno a Reggio Emilia, lasciando St. John’s

Fino a ieri in Italia la Northwestern University era conosciuta per essere stata il college di Dan Peterson, ma adesso è stata messa sulla mappa degli appassionati di casa nostra anche dalla vittoria (contro Vanderbilt) al suo esordio assoluto nel torneo NCAA, un torneo iniziato con il successo di 14 delle 16 favorite secondo il seeding. Le due relative sorprese sono arrivate da Xavier, numero 11 del suo quarto di tabellone che ha battuto la numero 6 Maryland, e da Middle Tennessee che da numero 12 ha battuto la 5 Minnesota. I primi due giorni di torneo raramente producono grande basket, anche per le spesso enormi differenze di valori, ma la March Madness si autogiustifica e tutti i discorsi tecnico-tattici vanno comunque rimandati almeno fino alla prossima settimana. Comunque emozionante e old style Notre Dame-Princeton (60-58), con Cannady che ha avuto in mano il tiro della vittoria per Princeton, ma oltre che per le partite il torneo NCAA è interessante per le notizie a margine.

La principale, in chiave italiana, è che Federico Mussini potrebbe tornare a Reggio Emilia. In una intervista concessa al Resto del Carlino la ventunenne guardia di St John’s, da qualcuno definita ‘Lo Steph Curry italiano’, ha affrontato l’argomento dicendo che la decisione spetta alla società. La Grissin Bon di questi ultimi tempi è in crisi di identità e forse il ritorno di uno dei suoi migliori prodotti potrebbe dare un po’ di entusiasmo ad un ambiente forse abituato troppo bene dalle due finali scudetto nelle ultime due stagioni, perse contro Sassari e Milano. Certo è che, per parlare chiaro, Mussini di spazio nel college newyorkese (che non si è qualificato per il torneo) ne sta trovando poco e sicuramente meno dell’anno scorso, con un minutaggio medio sceso da circa 29 a 18 a partita. A dirla tutta ci sono anche dubbi sul suo miglioramento tecnico, mentre senz’altro è diventato più tosto fisicamente e questo gli servirà. Insomma, Reggio Emilia potrebbe presto riaverlo. Forse dall prossima stagione, perché magari in questa fase Menetti non andrà a toccare un reparto dove le alternative non mancano, specie dopo il ritorno di Kaukenas, per rischiare su un giocatore che in serie A ci è transitato da giovanissimo ma che adesso è un’incognita soprattutto in difesa, al di là della discussione sul ruolo (playmaker o guardia?) che sembra un po’ di altri tempi. In generale l’esperienza americana non è stata superlativa, parlando soltanto di pallacanestro, e ributtarlo subito in campo da protagonista o almeno come alternativa al Needham della situazione sarebbe una buona cosa per la sua carriera.

Ancora Italia per citare i due connazionali impegnati nel torneo: si tratta di Riccardo Fois, assistente allenatore di Mark Few a Gonzaga (una delle favorite, che ieri è entrata in scena battendo di 20 punti South Dakota) e di Nicola Akele, guardia-ala di Rhode Island (per lui 13 minuti di impiego a partita) con un passato nelle giovanili della Reyer Venezia: entrerà nel torneo più affascinante del mondo stasera, contro la favorita Creighton.