Supercoppa italiana, la finale sarà Milano-Venezia. Eliminate Trento e Sassari

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Milano è in finale di Supercoppa (Foto Twitter)
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A Forlì l'Olimpia batte 74-65 Trento grazie al 'mini-mamba' Goudelock, autore di 24 punti e dei canestri decisivi nel finale. Nella seconda semifinale i campioni d'Italia di Venezia sconfiggono 86-79 Sassari con i 21 punti di Peric

L’EA7 Milano è la prima finalista della Supercoppa italiana. A Forlì, la squadra di Simone Pianigiani ha battuto Trento con il punteggio di 74-65. Per Milano ottimo esordio in panchina per Simone Pianigiani, mentre in campo da segnalare i 24 punti di Goudelock e i 10 con 5 rimbalzi e 6 assist di Theodore, la nuova coppia di esterni chiamata da Giorgio Armani per tornare a vincere. Inutili per Trento gli 11 punti di Sutton e i 13 con 8 rimbalzi di Behanan. L'Olimpia, che l'anno scorso ha conquistato il trofeo al Forum di Assago, affronterà nella finale i campiondi d'Italia di Venezia, che nella seconda semifinale si sono imposti 86-79 su Sassari in una partita combattuta e divertente decisa dalle giocate di Hrvoje Peric nell'ultimo quarto.

Milano-Trento 74-65

L’inizio del match rispecchia il momento della stagione, con le due squadre che hanno visto arrivare da pochi giorni i nazionali reduci dagli Europei e quindi ancora in fase di rodaggio. In mancanza di organizzazione e gioco ragionato, a fare la differenza è soprattutto il talento offensivo. Milano, squadra costruita per dominare in Italia e provare a giocarsela in Eurolega, ne ha ovviamente di più, soprattutto grazie ai nuovi arrivati Goudelock (8 punti in 7’) e Theodore, che combinano 15 dei 20 punti del primo periodo delle Scarpette Rosse, che in difesa tengono Trento a un terribile 4/17 dal campo per il 20-13 con cui si chiude il primo periodo. Pianigiani, memore dei suoi trascorsi in azzurro, butta in campo contemporaneamente tre italiani (Cinciarini, Abass e Cusin), con l’EA7 che abusa del tiro dalla lunga e fa avvicinare l’Aquila fino al -4 (25-21) grazie alle prime giocate significative della partita di un Sutton fin lì fantasma in campo. L’ex coach di Siena decide di affidarsi nuovamente alla coppia più ispirata del match, formata da quei Goudelock (17 punti per il mini-mamba al 20’) e Theodore che dominano in attacco e in un amen ridanno all’Olimpia le 12 lunghezze di vantaggio con cui le due squadre vanno al riposo (39-27). Trento paga le pessime percentuali (10% da tre, il 53% ai liberi e il 29% dal campo) e le 7 palle perse, nonostante un dominio a rimbalzo offensivo (6-0) e un Behanan da 11 punti in 14’. 

L’Aquila riparte forte e appena uscita dagli spogliatoi piazza un break di 6-0 che riapre il match (39-33), trascinata da un paio di fiammate di Sutton, costringendo Pianigiani a una delle prime arrabbiature in biancorosso. Il primo canestro del secondo tempo del mini-mamba ridà ossigeno all’Olimpia (47-39 al 15’), che sfrutta una difesa troppo morbida sul primo passo da parte della squadra di Buscaglia. Trento vive di fiammate, mentre l’EA7 si affida in attacco al talento dei vari Bertans (11 punti senza errori dal campo e 3/3 dalla lunga) e M’Baye (10), già piuttosto integrati nel sistema di gioco di coach Pianigiani. Le conseguenze si vedono sul tabellone, che al 30’ regala il massimo vantaggio Armani sul 59-44. L’ennesimo calo di tensione milanese e un paio di triple a segno dell’Aquila spaventano Cinciarini e compagni (59-51 al 33’). Il primo canestro di Milano dal campo arriva dopo 5’ ed è un jolly da 9 metri di Goudelock, che mette la sua indelebile firma sulla semifinale, ricacciando Trento sotto la doppia cifra di svantaggio. Forray e compagni piazzano tre triple negli ultimi 120'', utili solo per accorciare le distaze sino al 74-65 finale. L’Olimpia, forte di 11 tiri da tre a segno e del 49% dal campo, amministra senza troppi patemi: domenica andrà a giocarsi la Supercoppa per la quarta volta consecutiva. Se vincere aiuta a vincere, la campagna di Simone Pianigiani a Milano è partita sul binario giusto. 

Milano: Goudelock 24 punti (7/8 da due, 3/9 da tre), Bertans 11, Theodore e M'Baye 10
Trento: Behenan 13 punti e 8 rimbalzi, Shields 12, Sutton 11

Venezia-Sassari 86-79

La Reyer parte male al suo esordio con lo scudetto sulle maglie: in avvio c’è solo Sassari, che apre con un parziale di 7-0 e dopo pochi minuti è già sul 15-5. Venezia è fuori giri con le prime linee: la coppia Polonara Shawn Jones ha sempre la meglio di Orelik e Watt e i lunghi della Dinamo firmano il primo parziale della partita, ma De Raffaele cambia la partita inserendo de Nicolao come play e la coppia Peric-Biligha sotto canestro. I cambi ribaltano la sfida e Venezia firma un contro parziale di 20-2 in poco più di 10 minuti che vale il 23-15. Sassari prova a rientrare facendo affidamento su Jones, ma è affossata dall’inefficacia degli esterni Pierre e Randolph e così grazie alle tre palle recuperate di De Nicolao Venezia riesce ad andare a riposo con un discreto vantaggio sul +7 (38-31). In avvio di ripresa De Raffaele sceglie Peric e Ress sotto i tabelloni e l’azzardo paga: nuovo vantaggio pesante, ma a rovinare i piani dei campioni d’Italia arriva un super Achille Polonara, che sale in cattedra con due triple nel terzo quarto. Venezia prova a scappare più volte sul +10 ma le triple tengono in vita la Dinamo, che approccia l’ultimo quarto in ritardo di 6 lunghezze (63-57). Sassari però è Polonara e poco altro: Stipcevic prova ad aiutare l’ex reggiano nel tentativo di rimonta ma le tantissime palle perse (ben 19 a fine gara) sentenziano la sconfitta della Dinamo. Venezia parte male, esce alla lunga e conquista la finale della Supercoppa a Forlì con il punteggio di 86-79.

Venezia: Peric 21, Bramos 15, De Nicolao e Johnson 10
Sassari: Polonara 23, Stipcevic 17, Pierre 14